Gli “sfibrati” d’Italia: il paradosso della fibra che non arriva fino a casa

| 25/02/2025
Gli “sfibrati” d’Italia: il paradosso della fibra che non arriva fino a casa

L’Italia sta vivendo un paradosso tecnologico che sta esasperando cittadini e imprese: la fibra ottica è disponibile, ma spesso non raggiunge il punto finale, lasciando le abitazioni e le aziende in una sorta di limbo digitale. L’illusione della banda ultralarga si scontra con una realtà fatta di connessioni monche, di cantieri lasciati a metà e di infrastrutture che si fermano a pochi metri dalle case.

FTTH a metà: il grande inganno

Il governo e gli operatori telecomunicativi continuano a sbandierare i progressi nella copertura della rete in fibra ottica, ma i numeri raccontano solo una parte della storia. La copertura dichiarata non coincide con la reale fruibilità della connessione. Molti utenti scoprono con amarezza che il servizio FTTH (Fiber to the Home) è solo sulla carta: il cavo in fibra arriva nelle vicinanze, ma non fino alla porta di casa. E così, invece di navigare alla velocità promessa, ci si ritrova ancora vincolati a connessioni in rame obsolete o a costose soluzioni alternative.

Un problema di infrastruttura o di volontà?

Le cause di questa situazione sono molteplici e vanno dalla frammentazione degli operatori all’inefficienza burocratica, passando per investimenti inadeguati e progetti di posa realizzati a metà. In molti casi, il problema è anche economico: gli operatori preferiscono dichiarare un’area “coperta” senza affrontare i costi di collegamento finale, lasciando l’onere sulle spalle degli utenti. Il risultato è una digitalizzazione zoppa, con un’infrastruttura che esiste ma che non viene realmente sfruttata.

Le conseguenze per cittadini e imprese

Questa situazione ha conseguenze gravi. Le famiglie, ancora costrette a navigare con connessioni instabili, subiscono disagi nello smart working e nell’accesso ai servizi digitali. Le imprese, specialmente quelle nelle aree meno centrali, sono penalizzate nella loro competitività, incapaci di sfruttare il pieno potenziale della trasformazione digitale. L’Italia, già in ritardo rispetto ad altri Paesi europei, rischia di perdere ulteriori posizioni in termini di innovazione e produttività.

Come uscirne?

Per risolvere questa situazione serve un intervento deciso. Il governo deve garantire che le infrastrutture vengano effettivamente completate, adottando misure per impedire che gli operatori dichiarino la copertura senza un servizio reale. Serve una maggiore trasparenza sulle aree effettivamente servite.

La digitalizzazione dell’Italia non può fermarsi a un passo dalla porta di casa. Il Paese ha bisogno di una rete che funzioni davvero, non di statistiche di facciata. È ora che il dibattito sulla connettività passi dai proclami ai fatti concreti.

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