Stellantis e Amazon metono fine al progetto SmartCockpit. Fallisce il modello ibrido tra software californiano e industria automobilistica europea: cause sistemiche, implicazioni economiche e prospettive future.
Il progetto SmartCockpit, frutto della partnership tra Stellantis e Amazon, si sta ufficialmente esaurendo. La conferma è giunta direttamente dalle due aziende dopo una richiesta di chiarimenti da parte di Reuters, ponendo fine a una collaborazione nata nel 2022 con l’obiettivo dichiarato di trasformare l’esperienza di guida in un’estensione digitale dell’abitazione.
Il progetto avrebbe dovuto debuttare nei veicoli Stellantis tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025, integrando funzioni di personalizzazione avanzata, home automation, infotainment e gestione vocale attraverso Alexa. Ora, la piattaforma SmartCockpit viene archiviata prima ancora della sua implementazione commerciale.
Un’occasione mancata tra industria tradizionale e innovazione digitale
Il fallimento del progetto rappresenta un caso emblematico delle difficoltà strutturali che le case automobilistiche legacy affrontano nel tentativo di integrare infrastrutture software sviluppate da colossi tecnologici. Se da un lato Amazon vedeva nella SmartCockpit un prototipo per future integrazioni con altri OEM, dall’altro Stellantis auspicava un’accelerazione nella competizione contro player come Tesla e BYD, già padroni di piattaforme software-native.
Il nodo principale è stato l’alto grado di complessità del parco veicoli Stellantis – che comprende 14 marchi e decine di modelli – in contrasto con la snellezza operativa di aziende come Tesla, la quale basa la propria strategia su una gamma ristretta e su architetture software unificate.
Implicazioni economico-finanziarie e strategiche
Il progetto prevedeva un modello economico misto, in cui Stellantis avrebbe pagato Amazon per l’accesso al software e per i servizi di manutenzione, mentre Amazon avrebbe corrisposto all’OEM dei fee incentivanti in caso di sottoscrizioni ai propri servizi digitali (es. Amazon Music) direttamente dall’abitacolo. Una sinergia che, sulla carta, avrebbe potuto abilitare nuovi flussi di revenues ricorrenti, ma che si è scontrata con ritardi progettuali, turnover manageriale (compresa l’uscita di Carlos Tavares) e costi di sviluppo crescenti, analogamente a quanto accaduto a Ford con la propria architettura elettrica.
Con le azioni Stellantis in calo del 40% nel solo 2024 e vendite stagnanti soprattutto in Nord America, il ridimensionamento di SmartCockpit appare anche come una misura di contenimento finanziario e di riallineamento strategico, nella speranza di recuperare redditività e fiducia da parte degli investitori.
Scenari normativi e geopolitici del software automobilistico
La crescente centralità del software nell’automotive pone sfide giuridiche e normative senza precedenti. L’assenza di una governance standardizzata su interoperabilità, gestione dati e sicurezza informatica nel cockpit connesso rappresenta oggi una criticità sistemica. Le sinergie transatlantiche tra car maker europei e Big Tech statunitensi si scontrano inoltre con pressioni geopolitiche che vedono in Cina un competitor capace di offrire soluzioni integrate end-to-end, con modelli verticali propri.
In questo contesto, Stellantis potrebbe valutare il passaggio alla piattaforma Android Automotive di Google, già utilizzata da altri gruppi europei, oppure accelerare su una soluzione proprietaria basata su STLA Brain, come già indicato nel piano industriale.
Un cambio di paradigma nel rapporto tra software e industria
L’uscita di scena del progetto SmartCockpit segnala un mutamento strutturale: il software non può più essere visto come una “funzionalità accessoria”, ma come un’infrastruttura critica al pari del powertrain o del telaio. Tuttavia, l’integrazione tra modelli di business così diversi – cloud-centrici e hardware-intensive – richiede visione sistemica, continuità manageriale e una cornice normativa adeguata.
L’alleanza mancata tra Stellantis e Amazon lascia in eredità una lezione chiave per tutto il comparto: il futuro dell’automotive passa dal software, ma serve una strategia industriale autenticamente digitale, non solo esternalizzata.