Dopo una serie di uscite ai vertici, il colosso tecnologico ridefinisce la propria architettura sanitaria. Nuova struttura a sei unità, focus su innovazione e modelli integrati di cura. Un test cruciale per la strategia industriale di Amazon nella sanità globale.
Amazon accelera il riposizionamento della sua divisione sanitaria annunciando una profonda riorganizzazione strutturale: il business sarà diviso in sei nuove unità operative. La mossa segue una serie di uscite eccellenti tra cui quelle di Sunita Mishra, Chief Medical Officer, e Aaron Martin, vicepresidente della divisione, oltre a Vin Gupta (Amazon Pharmacy) e Trent Green (One Medical).
Il riassetto, comunicato internamente e confermato da fonti Reuters e CNBC, punta a rafforzare la capacità del gruppo di “servire meglio i pazienti e accelerare l’innovazione su larga scala”, secondo le parole di Neil Lindsay, Senior Vice President di Amazon Health Services.
Una nuova architettura organizzativa per la salute digitale
Il cambiamento non è marginale: si tratta del più significativo intervento di ristrutturazione interna della divisione healthcare di Amazon dalla sua nascita. L’obiettivo dichiarato è quello di creare unità più snelle, autonome e focalizzate, capaci di operare con maggiore velocità e coerenza in un settore regolato, complesso e ad alta intensità tecnologica.
Anche se i dettagli sulle sei nuove unità non sono stati ufficialmente divulgati, è probabile che riflettano le diverse aree di business in cui Amazon è già attiva:
- Amazon Pharmacy, lanciata nel 2020 dopo l’acquisizione di PillPack (2018)
- One Medical, piattaforma di primary care acquisita nel 2023 per 3,9 miliardi di dollari
- Servizi digitali di telemedicina
- Healthcare cloud e dati sanitari
- Soluzioni B2B per aziende e datori di lavoro
- Ricerca e sviluppo su AI e medical device connessi.
Uscite ai vertici e ricomposizione delle competenze
La riorganizzazione arriva in un momento delicato. Oltre alle già menzionate dimissioni di figure chiave, Amazon ha ridotto nel febbraio 2024 circa 115 posti di lavoro all’interno delle unità sanitarie. Secondo fonti vicine all’azienda citate da Business Insider, il numero effettivo di tagli potrebbe salire a 400 posizioni.
Tale dinamica riflette una duplice tensione: da un lato, la volontà di consolidare un settore in espansione, ma ancora frammentato; dall’altro, le difficoltà nel trattenere competenze strategiche in un mercato in forte concorrenza, dove Apple, Google, CVS Health, UnitedHealth e Microsoft stanno investendo pesantemente in tecnologie sanitarie, interoperabilità dei dati e piattaforme di prevenzione.
La sfida normativa e i modelli di business integrati
Dal punto di vista giuridico e regolatorio, l’ingresso di Amazon nel settore sanitario solleva questioni rilevanti di governance, privacy e antitrust. La gestione dei dati sensibili, l’interoperabilità tra piattaforme, la certificazione delle soluzioni AI in campo medico e il rispetto delle normative HIPAA (negli Stati Uniti) e GDPR (in Europa) sono solo alcuni dei nodi che il gruppo deve affrontare.
Inoltre, il modello Amazon – fondato su integrazione verticale, logistica, customer experience e pricing aggressivo – si confronta con logiche sanitarie che richiedono trasparenza clinica, responsabilità medico-legale e sostenibilità a lungo termine. La sfida è coniugare efficienza industriale e compliance sanitaria.
Implicazioni finanziarie e politiche industriali
La sanità rappresenta uno dei segmenti a più alta marginalità potenziale per Amazon nel medio-lungo periodo. Secondo analisti di settore, il mercato globale dei servizi sanitari digitali supererà i 1000 miliardi di dollari entro il 2030, con margini superiori a quelli dell’e-commerce tradizionale.
L’investimento strategico in One Medical ha aperto a modelli ibridi di cura primaria, che integrano servizi in presenza, abbonamenti digitali e gestione preventiva della salute. Tali modelli possono essere scalati su base nazionale e internazionale, con particolare interesse per mercati ad alta densità urbana e con sistemi sanitari parzialmente liberalizzati.
Dal punto di vista geopolitico, l’espansione delle big tech nel settore sanitario rappresenta una questione strategica per gli equilibri nazionali. Alcuni paesi hanno già avviato valutazioni sull’impatto sistemico dell’ingresso di operatori come Amazon nella gestione di dati sanitari pubblici e nella fornitura diretta di servizi clinici, in particolare se integrati con tecnologie predittive.
Il test cruciale della sanità per il modello Amazon
Il riassetto della divisione sanitaria rappresenta un punto di svolta per la strategia di diversificazione di Amazon. Dopo aver trasformato il commercio elettronico, la logistica e il cloud, il colosso guidato da Andy Jassy punta ora a ridefinire anche i modelli di cura, prevenzione e accesso alla salute.
Tuttavia, la sanità non è un mercato come gli altri. Richiede capacità di execution, attenzione etica, trasparenza e fiducia pubblica. Il successo di questa nuova fase dipenderà dalla capacità del gruppo di costruire un’infrastruttura sanitaria nativamente digitale, interoperabile, regolata e orientata al valore, in grado di parlare sia il linguaggio della tecnologia che quello della medicina.