Pechino stringe il controllo sulle materie prime critiche e punta a disinnescare la catena di fornitura militare americana. Un nuovo capitolo nella guerra commerciale ad alta tecnologia tra Cina, USA e alleati asiatici.
In un’escalation della guerra commerciale e tecnologica con gli Stati Uniti, la Cina ha chiesto formalmente alle imprese sudcoreane di non esportare prodotti contenenti terre rare cinesi verso aziende americane del comparto difesa. La notizia è stata rivelata dal quotidiano coreano Korea Economic Daily, che cita fonti governative e industriali.
Il Ministero del Commercio cinese, secondo quanto riportato, ha inviato lettere dirette a diversi produttori sudcoreani – attivi nei settori dei trasformatori elettrici, batterie, display, veicoli elettrici, aerospazio e tecnologie medicali – avvertendoli di possibili sanzioni in caso di violazione delle nuove restrizioni.
Strategia cinese sulle materie prime critiche
Le terre rare sono componenti essenziali per la produzione di tecnologie avanzate: dai missili agli F-35, fino agli smartphone e agli impianti eolici. La Cina, che detiene oltre l’85% della capacità di raffinazione mondiale di queste materie prime, sta progressivamente trasformando il suo vantaggio industriale in leva geopolitica.
All’inizio di questo mese, Pechino ha introdotto nuove limitazioni all’export di elementi critici come il disprosio, il praseodimio e il neodimio, materiali chiave per magneti ad alte prestazioni utilizzati in equipaggiamenti militari e civili.
Queste misure fanno parte della risposta sistemica di Pechino ai dazi imposti da Washingto. L’obiettivo cinese è ora duplice: colpire la filiera tecnologica occidentale e esercitare pressione politica su Paesi terzi, come la Corea del Sud, integrati nelle catene di approvvigionamento critiche.
Implicazioni per la Corea del Sud
La Corea del Sud si trova al centro di un delicato equilibrio tra i suoi legami strategici con Washington e le sue relazioni economiche con Pechino. Le industrie coreane dipendono fortemente dalle forniture di terre rare cinesi e al contempo sono fornitori chiave per le aziende della difesa statunitense e per i player tecnologici globali.
Un’eventuale adesione di Seul alle richieste cinesi rappresenterebbe un precedente significativo nell’utilizzo delle materie prime strategiche come strumenti di pressione diplomatica e metterebbe in discussione l’affidabilità delle filiere produttive globali.
Un nuovo asse della competizione industriale globale
Le terre rare si confermano nuovo epicentro della rivalità strategica USA-Cina, con riflessi diretti sulla politica industriale, la sicurezza nazionale e l’autonomia tecnologica dei principali attori internazionali. L’Unione Europea, ad esempio, ha recentemente varato una strategia per diversificare l’approvvigionamento di materiali critici, puntando su miniere interne e partnership con Paesi terzi.
Prospettive future
La decisione cinese apre nuovi scenari legali e commerciali: eventuali sanzioni unilaterali verso aziende coreane potrebbero essere contestate in sede WTO, ma intanto la mossa mostra come la “weaponization” della supply chain sia ormai una realtà consolidata.
In assenza di una governance multilaterale sulle materie prime strategiche, la frammentazione del commercio globale continuerà ad accelerare, alimentando nazionalismi industriali e dinamiche protezionistiche.