Microsoft-Activision: la Corte d’Appello statunitense respinge il ricorso della FTC contro l’acquisizione da 69 miliardi di dollari

RedazioneRedazione
| 08/05/2025
Microsoft-Activision: la Corte d’Appello statunitense respinge il ricorso della FTC contro l’acquisizione da 69 miliardi di dollari

Il giudizio della 9ª Corte d’Appello USA conferma l’assenza di rischi antitrust nell’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft. Nuove implicazioni per il mercato globale del gaming, la concorrenza e la politica industriale tech.

La 9ª Corte d’Appello degli Stati Uniti, con sede a San Francisco, ha respinto il ricorso della Federal Trade Commission (FTC) contro la maxi-acquisizione da 69 miliardi di dollari che ha visto Microsoft acquisire Activision Blizzard, casa madre di franchise come Call of Duty, World of Warcraft e Candy Crush. La decisione segna un momento cruciale per il diritto antitrust americano e per l’evoluzione delle dinamiche competitive nel settore globale del gaming.

Il pronunciamento della corte conferma la sentenza di primo grado emessa dalla giudice distrettuale Jacqueline Scott Corley nel luglio 2023, che aveva negato alla FTC il blocco temporaneo dell’operazione. Secondo i giudici d’appello, l’autorità antitrust non ha dimostrato che la fusione avrebbe “ridotto sostanzialmente la concorrenza” nei mercati dei videogiochi in abbonamento e nel cloud gaming.

Antitrust e concorrenza: l’analisi giuridico-economica

La FTC aveva avviato nel 2022 una doppia offensiva contro l’operazione: da un lato un procedimento giudiziario civile per ottenere un’ingiunzione preliminare; dall’altro, un’azione amministrativa interna, poi sospesa in attesa del verdetto della Corte d’Appello. Il cuore dell’argomentazione dell’agenzia risiedeva nell’ipotesi che Microsoft, rafforzando il proprio portafoglio contenutistico tramite Activision, avrebbe potuto limitare l’accesso a contenuti strategici da parte di concorrenti nel mercato delle console (in particolare Sony e Nintendo) e in quello emergente del cloud gaming.

Tuttavia, la Corte ha ribadito che non sussistevano evidenze sufficienti per supportare tali timori, sottolineando come gli standard legali per bloccare una fusione debbano basarsi su una probabilità concreta di danno alla concorrenza, e non su mere previsioni speculative.

Implicazioni geopolitiche e industriali

L’operazione Microsoft-Activision rappresenta il più grande M&A mai registrato nel settore videoludico, con impatti che travalicano l’ambito del gaming e si collocano nel più ampio contesto della politica industriale tecnologica statunitense ed europea.

L’accordo ha ricevuto l’approvazione finale anche da parte delle autorità britanniche nel 2023, dopo una revisione inizialmente negativa da parte della Competition and Markets Authority (CMA). La Commissione Europea, dal canto suo, aveva già approvato l’operazione a determinate condizioni di accesso equo ai contenuti Activision per altri operatori del settore.

Cloud gaming e mercato digitale: un’industria in trasformazione

L’ascesa del cloud gaming, insieme alla crescente rilevanza dei modelli di business in abbonamento (come Xbox Game Pass), sta ridefinendo l’intero ecosistema del gioco elettronico. Microsoft, attraverso questa acquisizione, si posiziona strategicamente in un mercato in espansione, destinato a superare i 300 miliardi di dollari entro il 2030.

La mancata opposizione giudiziaria consente ora al gruppo di Redmond di consolidare la propria leadership e di accelerare l’integrazione dei titoli Activision nel proprio portafoglio, con implicazioni anche in termini di accesso ai dati, algoritmi di raccomandazione, IA e modelli predittivi.

La ricerca dell’equilibrio tra innovazione e tutela della concorrenza

Il rigetto dell’appello della FTC da parte della Corte d’Appello del 9° Circuito conferma la validità giuridica della strategia industriale di Microsoft e pone interrogativi rilevanti sull’efficacia degli strumenti antitrust tradizionali in un contesto di digitalizzazione accelerata e convergenza settoriale.

La decisione non chiude però il dibattito: la necessità di aggiornare le dottrine concorrenziali per affrontare le sfide dell’economia digitale rimane un tema aperto, tanto negli Stati Uniti quanto in Europa. L’equilibrio tra innovazione, concentrazione e tutela della concorrenza sarà uno degli snodi centrali della regolazione dei mercati digitali nei prossimi anni.

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