La piattaforma controllata da ByteDance è accusata di non aver rispettato gli obblighi di trasparenza pubblicitaria previsti dal DSA. Bruxelles apre un nuovo fronte nella regolazione delle big tech: in gioco il futuro della governance digitale europea.
La Commissione Europea ha formalizzato accuse contro TikTok, popolare social network di proprietà della cinese ByteDance, nell’ambito della prima procedura aperta ai sensi del Digital Services Act (DSA). Secondo le autorità europee, la piattaforma non ha adempiuto all’obbligo di rendere pubblicamente accessibile un archivio pubblicitario — elemento centrale del nuovo regolamento europeo sui servizi digitali entrato in vigore nel 2023.
La violazione potrebbe costare alla società una sanzione amministrativa fino al 6% del fatturato globale.
Le accuse della Commissione: mancanza di trasparenza pubblicitaria
Nel dettaglio, l’indagine avviata nel febbraio 2023 ha portato alla notifica formale di “preliminary findings” secondo cui TikTok:
- non ha fornito un repository accessibile delle inserzioni pubblicitarie
- non ha comunicato chi ha pagato per una determinata pubblicità, quali categorie di utenti sono state targetizzate, e quale tipo di contenuto è stato promosso
- non ha rispettato gli obblighi relativi alla facilitazione dell’attività di monitoraggio da parte di ricercatori indipendenti e autorità pubbliche.
Questi requisiti sono parte integrante del DSA, che impone standard rafforzati alle piattaforme con più di 45 milioni di utenti nell’UE (classificate come VLOP – Very Large Online Platforms), per garantire maggiore accountability nella diffusione di contenuti e pubblicità online.
La reazione di TikTok e la cornice normativa in evoluzione
TikTok ha replicato con una nota ufficiale esprimendo disaccordo con l’interpretazione fornita dalla Commissione, pur confermando il proprio impegno a migliorare la trasparenza pubblicitaria.
“Sosteniamo gli obiettivi del regolamento e continuiamo a migliorare i nostri strumenti di trasparenza. Tuttavia, riteniamo che alcune interpretazioni della Commissione siano eccessive, soprattutto in assenza di linee guida pubbliche chiare,” ha dichiarato un portavoce della società.
La piattaforma avrà ora la possibilità di:
- accedere ai documenti istruttori,
- presentare osservazioni scritte, e
- collaborare con le autorità prima che venga presa una decisione finale, come previsto dalla procedura amministrativa del DSA.
Digital Services Act: un cambio di paradigma nella regolazione digitale
L’attuazione del DSA segna un punto di svolta nella politica europea in materia di piattaforme digitali, con l’obiettivo di:
- combattere contenuti illeciti e disinformazione
- proteggere gli utenti
- garantire un’equa concorrenza tra gli operatori
- rafforzare la sovranità digitale dell’UE in un contesto geopolitico sempre più complesso.
In particolare, la trasparenza pubblicitaria è considerata un pilastro per contrastare scam, manipolazione informativa e pubblicità occulta, soprattutto in contesti elettorali e socialmente sensibili.
“La trasparenza sulla pubblicità online — su chi paga e come vengono targetizzati gli utenti — è fondamentale per tutelare l’interesse pubblico,” ha affermato Henna Virkkunen, responsabile del dossier digitale presso la Commissione.
Implicazioni geopolitiche e industriali
Il procedimento contro TikTok si inserisce in un quadro più ampio di monitoraggio delle piattaforme extra-UE, in particolare di matrice cinese, per motivi legati alla sicurezza dei dati, alla tutela dei minori e alla manipolazione algoritmica. Parallelamente, la Commissione ha avviato un’ulteriore indagine su TikTok riguardante la gestione dei rischi nei periodi elettorali.
Per ByteDance, già sotto scrutinio negli Stati Uniti per le sue connessioni con Pechino, si apre un nuovo fronte normativo potenzialmente oneroso, che potrebbe influenzare l’accessibilità della piattaforma nel mercato europeo, uno dei più regolamentati al mondo.
Enforcement e asimmetria regolatoria
Il caso TikTok rappresenta un test concreto per l’effettività del Digital Services Act, destinato a stabilire un nuovo standard di compliance per le big tech globali. La Commissione mira a garantire che le regole europee siano applicate in modo coerente, efficace e trasparente, a prescindere dalla nazionalità del provider.
L’esito del procedimento avrà impatti significativi non solo per TikTok, ma anche per l’intero ecosistema digitale, ponendo al centro del dibattito il tema dell’asimmetria regolatoria, della sovranità digitale e della responsabilità algoritmica.