Trump firma un ordine esecutivo per tagliare i fondi federali a NPR e PBS: sfida istituzionale tra informazione pubblica e potere esecutivo

RedazioneRedazione
| 05/05/2025
Trump firma un ordine esecutivo per tagliare i fondi federali a NPR e PBS: sfida istituzionale tra informazione pubblica e potere esecutivo

La Casa Bianca interrompe i finanziamenti diretti alla Corporation for Public Broadcasting, aprendo un conflitto costituzionale sul ruolo dell’informazione pubblica, tra accuse di propaganda e tutela della libertà di espressione.

Con un nuovo ordine esecutivo, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha disposto il blocco dei finanziamenti federali diretti a NPR e PBS, le due principali emittenti pubbliche americane, accusate dall’amministrazione di diffondere “propaganda radicale e faziosa”. L’ordine, che riguarda i fondi gestiti dalla Corporation for Public Broadcasting (CPB), rappresenta un passaggio di forte impatto politico, costituzionale ed economico per l’ecosistema dei media pubblici negli Stati Uniti.

Il contesto legale: separazione dei poteri e statuto del CPB

La CPB è stata istituita dal Congresso nel 1967 come ente indipendente senza scopo di lucro, incaricato di sostenere la programmazione educativa e culturale attraverso fondi federali. Per l’anno fiscale 2025, il Congresso ha assegnato 535 milioni di dollari alla CPB, fondi destinati in larga parte alle stazioni locali affiliate a PBS e NPR. Tuttavia, l’ordine esecutivo di Trump intima alla CPB di interrompere l’erogazione diretta di fondi alle due reti, violando, secondo la stessa CPB, la volontà legislativa del Congresso.

“Il presidente non ha l’autorità legale per annullare fondi già autorizzati dal Congresso,” ha dichiarato Patricia Harrison, presidente e CEO della CPB.

L’iniziativa della Casa Bianca solleva così seri interrogativi costituzionali sulla separazione dei poteri, l’autonomia del sistema informativo pubblico e la portata delle prerogative presidenziali in materia di spesa federale.

Impatto economico e modello di finanziamento dei media pubblici

Nonostante la retorica dell’amministrazione, i fondi pubblici costituiscono solo una frazione del bilancio totale di NPR e PBS. NPR riceve circa l’1% dei suoi fondi direttamente dal governo e un ulteriore 8-10% attraverso le affiliate sostenute dalla CPB. PBS riceve, invece, circa il 15% del proprio budget dalla CPB, con il resto proveniente da donazioni private, contributi locali, sponsorizzazioni e grant.

Eppure, il taglio dei fondi federali, per quanto limitato sul piano contabile, può avere un impatto sistemico. NPR stima che ogni dollaro pubblico attiva sette dollari di contributi locali, un effetto moltiplicatore cruciale soprattutto per le stazioni nelle zone rurali e meno servite.

Geopolitica dell’informazione e sovranità culturale

L’ordine esecutivo si inserisce in un contesto più ampio di conflitto ideologico tra la Casa Bianca e il mondo dell’informazione. Negli ultimi mesi, l’amministrazione ha minacciato di chiudere anche altri organi finanziati dal governo, come Voice of America, Radio Free Asia e Middle East Broadcasting Networks, tutti strumenti di soft power statunitense a livello internazionale. Una decisione giudiziaria federale ha però bloccato queste chiusure, evocando i limiti costituzionali al controllo politico dell’informazione.

Il tentativo di sospendere i finanziamenti a NPR e PBS rischia, quindi, di indebolire la proiezione culturale e democratica degli Stati Uniti, proprio nel momento in cui altri attori globali, come la Cina o la Russia, investono massicciamente nei propri media statali per influenzare l’opinione pubblica internazionale.

Libertà di espressione e diritto dell’informazione: un nodo critico

Dal punto di vista del diritto dell’innovazione e dell’informazione, il caso NPR/PBS evidenzia la crescente fragilità delle infrastrutture mediatiche pubbliche in un’epoca di polarizzazione politica e attacchi alla credibilità giornalistica. Le emittenti coinvolte offrono contenuti educativi, informativi e culturali di rilevanza nazionale e internazionale: tra questi “PBS NewsHour”, “Nova”, “Antiques Roadshow”, “Morning Edition” e “Tiny Desk Concerts”.

PBS, in particolare, è nota per la sua programmazione infantile e scolastica – inclusa la storica “Sesame Street” – ritenuta fondamentale da decenni per la coesione educativa nazionale. L’azione esecutiva minaccia quindi non solo la libertà di espressione ma anche l’accesso equo all’informazione di qualità, in particolare per le fasce più vulnerabili della popolazione.

Verso un conflitto istituzionale

La CPB ha già annunciato un’azione legale contro l’ordine esecutivo, mentre sia NPR che PBS hanno comunicato la propria intenzione di opporsi in tutte le sedi disponibili. La controversia potrebbe evolvere in uno scontro istituzionale ad alto impatto, con potenziali ripercussioni anche sul bilancio federale e sui rapporti tra esecutivo e legislativo.

La questione non riguarda solo il presente, ma anche la tenuta a lungo termine dell’informazione indipendente come pilastro della democrazia americana. Con l’elezione del 2024 alle spalle e un nuovo ciclo politico all’orizzonte, il conflitto tra sovranità politica e pluralismo mediatico si configura come una delle sfide cruciali del prossimo decennio.

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