Stretta USA sull’export dei chip AI verso la Cina: Nvidia crolla in Borsa, Nasdaq in rosso, cresce la tensione commerciale

RedazioneRedazione
| 16/04/2025
Stretta USA sull’export dei chip AI verso la Cina: Nvidia crolla in Borsa, Nasdaq in rosso, cresce la tensione commerciale

Il Dipartimento del Commercio statunitense introduce nuove restrizioni alle esportazioni di semiconduttori avanzati. Nvidia stima perdite per 5,5 miliardi di dollari, i mercati reagiscono con forti vendite sul settore tecnologico. Cresce il timore di una guerra commerciale duratura.

Mercoledì nero per Wall Street e in particolare per il settore tecnologico: i futures degli indici azionari USA hanno registrato un deciso calo in apertura, mentre le azioni di Nvidia sono scivolate del 5,2% nel pre-market dopo che la società ha segnalato oneri per 5,5 miliardi di dollari legati alle nuove restrizioni sull’export di chip verso la Cina.

Le misure, annunciate martedì sera dal Dipartimento del Commercio USA, introducono nuove licenze obbligatorie per l’esportazione di chip avanzati per l’intelligenza artificiale, tra cui Nvidia H20 e AMD MI308, nel tentativo di limitare l’accesso cinese a tecnologie critiche.

Reazione dei mercati: Nasdaq in flessione, volatilità in aumento

Le nuove regole hanno immediatamente innescato una vendita generalizzata nel comparto chip:

  • AMD ha perso il 5,9%,
  • Micron Technology (MU.O) il 3,5%,
  • Broadcom (AVGO.O) il 3,1%.

I futures sul Nasdaq 100 sono scesi dell’1,2%, guidando le perdite tra gli indici principali. L’indice della volatilità del CBOE, il “VIX”, è balzato a 31,86, in netto aumento rispetto alle precedenti sedute, segnalando un accresciuto nervosismo tra gli investitori.

“I produttori di chip non riescono a prevedere l’impatto dei dazi e delle restrizioni. Ogni nuova misura sposta il campo da gioco”, ha commentato un analista di mercato su Bloomberg TV.

Implicazioni economiche: rischio per crescita e investimenti

L’annuncio ha ravvivato i timori di una nuova fase della guerra commerciale USA-Cina, con ripercussioni a catena sull’economia globale e sulla supply chain dei semiconduttori, già messa alla prova negli ultimi anni. Nvidia, in particolare, ha una fetta significativa del suo fatturato legata al mercato cinese, dove la domanda di chip AI è in forte crescita, anche per applicazioni militari e governative.

La continua instabilità nella politica commerciale USA solleva interrogativi tra aziende, investitori e alleati internazionali, mentre il rischio è che l’innovazione tecnologica diventi terreno di scontro geopolitico, rallentando la cooperazione globale.

Pressione sulla Fed e incognita politica monetaria

In uno scenario dominato da incertezza commerciale, pressioni inflazionistiche e volatilità dei mercati, gli occhi restano puntati sulla Federal Reserve. Il presidente Jerome Powell è atteso per un intervento pubblico che potrebbe fornire indicazioni su eventuali mosse espansive in risposta al peggioramento delle condizioni macroeconomiche.

Secondo lo strumento CME FedWatch, i trader attribuiscono una probabilità del 20% a un taglio dei tassi di 25 punti base già nella prossima riunione di maggio. Intanto, i dati sulle vendite al dettaglio di marzo e i primi risultati trimestrali corporate (tra cui United Airlines, in rialzo del 6,2% nonostante una guidance prudente) saranno monitorati per valutare la tenuta dei consumi.

Geopolitica e strategia industriale: la corsa globale all’autonomia tecnologica

La mossa di Washington rappresenta l’ultima escalation nel controllo strategico delle tecnologie AI e dei semiconduttori avanzati, considerati oggi asset geopolitici primari. Dopo le restrizioni all’export introdotte già sotto l’amministrazione Biden, la nuova stretta conferma una continuità di approccio verso il contenimento dell’ascesa cinese nel settore high-tech.

Nel frattempo, Pechino ha accelerato gli investimenti nei produttori nazionali di chip, rafforzando la strategia di autonomia tecnologica per ridurre la dipendenza dai fornitori occidentali. Ma anche per le imprese occidentali il quadro si complica: trovare mercati alternativi e supply chain diversificate richiederà tempo e investimenti.

L’annuncio delle nuove restrizioni USA sull’export di chip AI verso la Cina ha scosso i mercati, alimentando volatilità finanziaria, pressioni geopolitiche e incertezze per le multinazionali del settore tech. Con 5,5 miliardi di dollari di impatto stimato solo per Nvidia, la questione si inserisce nel cuore delle dinamiche strategiche della guerra tecnologica globale. Le prossime mosse della Fed e dell’amministrazione USA saranno determinanti per orientare le aspettative di investitori e imprese.

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