Negli ultimi anni, il rapido incremento delle installazioni di sistemi di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS) evidenzia un riconoscimento crescente della loro importanza nella transizione energetica. Finora, gli sviluppi più significativi in ambito CCS si sono concentrati sul settore oil & gas, in particolare nella raffinazione del gas naturale e nel recupero assistito del petrolio. Tuttavia, dopo il 2030, il mercato della CCS si orienterà sempre più verso settori ad alte emissioni difficili da decarbonizzare, modificando profondamente il panorama industriale globale.
Con questo cambiamento di focus, la previsione è che all’attuale leadership del Nord America si affiancherà un ruolo sempre più centrale dell’Europa nella diffusione su larga scala delle tecnologie CCS.
Efficienza, rinnovabili, CCS: una gerarchia strategica per la neutralità climatica
Nella scala delle priorità per la riduzione delle emissioni, il primo passaggio imprescindibile resta l’efficienza energetica. In secondo luogo, è essenziale sostituire le fonti fossili con energie rinnovabili. Infine, la CCS rappresenta una leva sempre più rilevante, con un ruolo di nicchia ma cruciale: agire là dove le emissioni sono più difficili da eliminare, come nei processi industriali ad alta intensità emissiva o nella produzione di idrogeno low-carbon tramite steam reforming del gas naturale.
Secondo le proiezioni, la CCS crescerà significativamente, passando da 41 milioni di tonnellate di CO₂ catturate e stoccate all’anno oggi, a 1,3 miliardi di tonnellate entro il 2050. Un aumento considerevole, ma comunque insufficiente per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette.
Il paradosso della CCS: più utile oggi che nel futuro low-carbon
Nel report si stima che le emissioni energetiche globali si ridurranno della metà entro il 2050. Paradossalmente, però, è proprio nel mondo ad alte emissioni di oggi che la CCS risulta maggiormente efficace e urgente da applicare.
Il maggiore ostacolo a un’accelerazione su larga scala della CCS non è tecnologico né economico, ma politico. La mancanza di chiarezza e continuità normativa ha causato il fallimento di numerosi progetti. Tuttavia, il supporto politico alla CCS si sta consolidando in molte aree del mondo. I mercati del carbonio e i sistemi volontari di offset stanno evolvendo, rendendo plausibile la diffusione anche di tecnologie ad alta intensità di costo, come il Direct Air Capture (DAC), nella fase finale del periodo di previsione.
Un mercato da centinaia di miliardi, ma ancora lontano dalla sufficienza
Ricordiamo che, secondo il nostro scenario più probabile, il sistema energetico globale porterà a un riscaldamento medio di 2,2°C entro il 2100. Anche in questo scenario sub-ottimale, ci si aspetta che la CCS cresca rapidamente, attirando investimenti per circa 700 miliardi di dollari nei prossimi 25 anni — senza considerare l’applicazione della CCS al settore marittimo.
Tuttavia, per uno scenario realmente allineato agli obiettivi di neutralità climatica, sarà necessario moltiplicare in modo esponenziale gli sforzi. In questo contesto, DNV è pronta a collaborare con aziende e governi in tutto il mondo per accelerare lo sviluppo di soluzioni CCS sicure, affidabili ed efficienti.
Dettagli del Report
- Autore: DNV Energy Systems
- Numero di Pagine: 72
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