Come conciliare l’innovazione tecnologica con la sicurezza delle infrastrutture critiche? Il Dipartimento della Sicurezza Interna degli Stati Uniti (DHS, Department of Homeland Security) tenta di rispondere a questa domanda con il documento “Roles and Responsibilities Framework for Artificial Intelligence in Critical Infrastructure“, un’iniziativa che mira a integrare l’intelligenza artificiale come strumento chiave per la resilienza, senza sacrificare elevati standard di sicurezza.
Frutto di una collaborazione tra attori pubblici, privati e della società civile, il Framework si propone di delineare un approccio sistematico all’uso responsabile dell’AI. La sfida è evidente: sfruttare il potenziale trasformativo della tecnologia senza compromettere la sicurezza di sistemi essenziali per il funzionamento della società.
Il Framework del DHS: ruoli e responsabilità
Il documento identifica cinque categorie principali di stakeholder: fornitori di infrastrutture tecnologiche, sviluppatori di AI, operatori delle infrastrutture critiche, enti pubblici e società civile. Per ciascun gruppo, il Framework definisce linee guida e responsabilità che, pur non essendo vincolanti, mirano a mitigare i rischi associati all’uso dell’AI.
Gli sviluppatori sono incoraggiati a progettare sistemi “Secure by design“, ovvero integrando la sicurezza fin dalle prime fasi dello sviluppo. Gli operatori devono assicurare trasparenza nell’uso dei modelli e proteggere i dati critici, mentre enti pubblici e società civile hanno il compito di promuovere standard condivisi e verificabili.
Questo approccio multilivello rappresenta un tentativo ambizioso di creare una rete di protezione collettiva. Tuttavia, sorgono interrogativi sulla sua reale efficacia, considerando il carattere volontario delle raccomandazioni.
Minacce e vulnerabilità: un rischio non più teorico
Adottare l’intelligenza artificiale in settori come energia, trasporti e sanità offre vantaggi significativi, ma introduce anche vulnerabilità da non sottovalutare. Il DHS identifica tre principali categorie di rischio:
- Attacchi che sfruttano i sistemi AI: manipolazione dei dati di input per generare comportamenti indesiderati.
- Attacchi diretti all’AI: compromissione dei modelli o dei processi di apprendimento.
- Difetti di progettazione: sistemi mal configurati o incapaci di resistere a scenari imprevisti.
Un esempio concreto riguarda i sistemi di gestione energetica che utilizzano l’AI per ottimizzare l’efficienza e rispondere in tempo reale alla domanda. Senza adeguate misure di protezione, questi sistemi diventano bersagli di attacchi informatici, con potenziali conseguenze catastrofiche sulla fornitura di energia. Allo stesso modo, l’uso dell’AI nella sanità, se vulnerabile, potrebbe mettere a rischio sia dati sensibili sia la sicurezza dei pazienti.
La questione normativa: volontarietà o obblighi?
Sebbene il Framework rappresenti un progresso, la sua natura volontaria ne limita l’impatto immediato. L’assenza di un quadro regolatorio vincolante può portare a una frammentazione delle pratiche di sicurezza, lasciando ampi margini di discrezionalità agli operatori.
Un confronto significativo può essere fatto con l’Unione Europea, il cui AI Act introduce requisiti obbligatori per l’uso dell’intelligenza artificiale in settori ad alto rischio. Questo approccio potrebbe costituire un modello più efficace per garantire l’applicazione di standard condivisi e l’adozione di misure di sicurezza uniformi.
Il futuro della sicurezza dell’AI
Il Framework del DHS sottolinea una consapevolezza crescente: l’AI è tanto un’opportunità quanto una sfida per la sicurezza delle infrastrutture critiche. Mentre la tecnologia avanza a ritmi serrati, le minacce evolvono di pari passo. Affrontare queste sfide richiederà non solo monitoraggio continuo e collaborazione internazionale più strutturata, ma forse anche un passaggio da raccomandazioni volontarie a normative vincolanti.
Il futuro della sicurezza nell’AI dipenderà dalla capacità di bilanciare innovazione e protezione, creando un ecosistema in cui la tecnologia possa prosperare senza compromettere la fiducia dei governi, delle aziende e dei cittadini.