Il presidente della Securities and Exchange Board of India (SEBI), regolatore dei mercati indiani, Tuhin Kanta Pandey, annuncia una revisione delle norme ESG imposte alle imprese, in risposta alle pressioni del settore privato. Tra i focus: filiere produttive, trasparenza effettiva e sostenibilità misurabile.
La Securities and Exchange Board of India (SEBI) ha avviato un riesame delle regole ESG (Environmental, Social, Governance) imposte alle aziende quotate, segnando una possibile svolta verso una maggiore flessibilità normativa, in particolare per le piccole e medie imprese. A rivelarlo in esclusiva a Reuters è stato il nuovo presidente dell’ente, Tuhin Kanta Pandey, insediatosi a marzo 2025.
Il riesame coinvolgerà anche le controverse norme sulla rendicontazione delle catene di fornitura, introdotte nel 2023 e successivamente posticipate al 2026, a causa delle difficoltà segnalate da numerose imprese nel reperire dati affidabili dai fornitori.
“Le disclosure devono essere veritiere e supportate da capacità di misurazione concrete. Se diventano meri esercizi di forma o, peggio, informazioni false, allora generano nuovi problemi,” ha dichiarato Pandey.
ESG sotto la lente: da sforzo di trasparenza a potenziale freno operativo
SEBI aveva imposto dal 2022-23 obblighi di reporting ESG ai primi 1000 gruppi per capitalizzazione, chiedendo dal 2025-26 ai 250 maggiori di estendere le metriche anche al 75% della supply chain. Il regolatore ha già rivisto e dilazionato alcune di queste richieste, ma con il riesame ufficiale in arrivo da maggio 2025, l’India si unisce a un trend globale di ripensamento dei criteri ESG obbligatori.
In Europa, ad esempio, la Commissione UE ha recentemente proposto l’esenzione per migliaia di PMI dalle regole CSRD sulla sostenibilità. Negli Stati Uniti, l’amministrazione Trump ha spinto per un allentamento degli obblighi ESG, definendoli un ostacolo per le imprese.
Le criticità evidenziate dalle imprese
Secondo fonti vicine a SEBI, le imprese indiane lamentano oneri sproporzionati rispetto alle loro risorse di rendicontazione, soprattutto per quanto riguarda:
- la raccolta dati da fornitori di piccole dimensioni
- la necessità di ottenere garanzie sull’accuratezza delle informazioni
- l’assenza di standard di misurazione uniformi e accessibili
Pandey ha dichiarato che l’approccio sarà basato su “regolazione ottimale”, evitando imposizioni generalizzate e privilegiando criteri proporzionati alla capacità operativa delle aziende.
“Non serve un approccio da martello pneumatico. Servono strumenti di precisione regolatoria,” ha spiegato il Presidente.
Geopolitica ESG: la posizione dell’India nel contesto globale
L’India si trova oggi in una posizione ambivalente: da un lato, è tra i Paesi con punteggi ESG più bassi a livello globale, secondo Moody’s Ratings; dall’altro, è impegnata in un percorso di attrazione degli investimenti esteri e di rilancio industriale, che impone un equilibrio tra sostenibilità, trasparenza e competitività.
La revisione delle regole ESG segna, quindi, un momento cruciale per il posizionamento dell’India nei mercati globali dei capitali, dove gli investitori istituzionali guardano con crescente attenzione ai criteri non finanziari ma al tempo stesso richiedono chiarezza normativa e coerenza esecutiva.
Altri dossier in agenda per SEBI
Il riesame ESG non è l’unico focus del nuovo presidente. SEBI sta analizzando anche:
- 800 risposte pubbliche a una consultazione sulla misurazione dell’open interest nei derivati
- l’intero impianto delle operazioni tra parti correlate (related party transactions)
- nuove regole per la trasparenza nei fondi di investimento e tra operatori di mercato
La revisione delle regole ESG in India riflette la crescente complessità di normare la sostenibilità in un contesto economico e geopolitico in rapido mutamento. Tra la necessità di tutelare la credibilità dei mercati e quella di evitare oneri insostenibili per le imprese, SEBI si prepara a riscrivere un capitolo strategico della propria azione regolatoria. Il dialogo con il settore sarà decisivo per bilanciare ambizione climatica e pragmatismo operativo, in linea con i nuovi equilibri globali.