Google nel mirino in UK: class action da 5 miliardi di sterline per abuso di posizione dominante nella ricerca online

RedazioneRedazione
| 16/04/2025
Google nel mirino in UK: class action da 5 miliardi di sterline per abuso di posizione dominante nella ricerca online

Una causa legale collettiva in Gran Bretagna accusa Alphabet di pratiche anticoncorrenziali su Android e iOS. Al centro del contendere, gli accordi con produttori di smartphone e Apple per mantenere il monopolio della ricerca online.

Nuove turbolenze legali per Google: il colosso tecnologico controllato da Alphabet Inc. è stato citato in giudizio nel Regno Unito in una class action da 5 miliardi di sterline (oltre 6,6 miliardi di dollari). L’accusa? Aver abusato della propria posizione dominante nel mercato della ricerca online, impedendo in modo sistematico l’accesso a potenziali concorrenti.

Il procedimento, avviato presso il Competition Appeal Tribunal (CAT), sostiene che Google abbia orchestrato una strategia anticoncorrenziale mediante accordi esclusivi con produttori di dispositivi Android e con Apple, assicurandosi così il controllo dei canali di accesso principali alla ricerca online globale.

Il cuore dell’accusa: Android, iPhone e la chiusura del mercato

Secondo i promotori della causa – guidati dal gruppo di rappresentanza Google You Owe Us, specializzato in azioni collettive – la società avrebbe imposto la pre-installazione di Google Search e del browser Chrome su milioni di dispositivi Android in cambio di condizioni favorevoli per i produttori.

Parallelamente, Google avrebbe pagato cifre miliardarie ad Apple per restare il motore di ricerca predefinito sui dispositivi iOS, limitando di fatto la scelta degli utenti e soffocando la concorrenza.

“Stiamo parlando di una distorsione strutturale del mercato che ha privato i consumatori britannici del beneficio di una concorrenza leale e ha mantenuto artificiosamente alti i prezzi della pubblicità digitale,” hanno dichiarato gli avvocati che rappresentano il gruppo dei ricorrenti.

Rischi giuridici ed economici: un test per il diritto della concorrenza in Europa

Il caso rappresenta un precedente importante per il diritto della concorrenza britannico post-Brexit. A differenza delle azioni portate avanti dalla Commissione Europea, la class action nel Regno Unito si fonda sulla Collective Proceedings Order (CPO), introdotta nel 2015, che consente azioni rappresentative in nome di milioni di consumatori.

Se accolta, questa causa collettiva potrebbe generare un risarcimento record nel contesto europeo, oltre a ridisegnare le regole del gioco nell’ecosistema della pubblicità online e dei servizi digitali.

Il contesto globale: crescente scrutinio antitrust su Big Tech

L’iniziativa britannica si inserisce in un contesto di intensificata pressione normativa e legale contro le Big Tech in tutto il mondo. Google è già al centro di procedimenti antitrust negli Stati Uniti, dove il Dipartimento di Giustizia ha intentato causa per pratiche simili di esclusione dei concorrenti nel mercato della search.

Nel frattempo, la Commissione Europea continua a indagare sulle attività di Alphabet in relazione al Digital Markets Act (DMA), che impone limiti più stringenti alle piattaforme considerate “gatekeeper” nei mercati digitali.

Anche altre aziende del settore, come Apple, Amazon e Meta, stanno affrontando indagini o sanzioni per presunto abuso di posizione dominante, segnando un cambiamento radicale nell’approccio globale alla regolamentazione della concorrenza tecnologica.

Impatti economici e finanziari per Google e Alphabet

Una sentenza sfavorevole potrebbe pesare significativamente sul bilancio di Alphabet, in particolare nel segmento della pubblicità online, da cui la società genera la maggior parte delle proprie entrate. In parallelo, il rischio reputazionale, unito a possibili ripercussioni regolatorie a catena in altri Paesi, potrebbe intaccare la posizione di leadership globale di Google nei servizi digitali.

Gli investitori seguiranno con attenzione l’evoluzione del caso, che rappresenta un banco di prova per l’adattabilità di Alphabet alle nuove normative antitrust e per la sua capacità di mantenere margini di profitto in uno scenario sempre più regolato.

Il Regno Unito diventa teatro di una nuova offensiva contro Google e il suo modello di business basato sull’integrazione verticale e sul controllo delle vie d’accesso al web. In un’epoca in cui la trasparenza, la concorrenza e l’equilibrio nei mercati digitali sono diventati priorità per governi e autorità globali, il caso britannico potrebbe segnare un punto di svolta nella regolazione dell’economia digitale del XXI secolo.

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