Il Consorzio Italia Cloud lancia un appello alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ai ministri competenti: “Servono politiche urgenti per difendere la sovranità digitale nazionale”

16 Maggio 2025

In una lettera aperta (di cui vi mostriamo la versione integrale) indirizzata alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il Consorzio Italia Cloud denuncia la mancanza di una strategia italiana sul cloud. A rischio competenze, asset tecnologici e autonomia digitale.

Il Consorzio Italia Cloud, che riunisce operatori e imprese attive nel settore delle infrastrutture digitali italiane, ha inviato una lettera aperta alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, con l’obiettivo di richiamare l’attenzione del governo sulla necessità urgente di una politica nazionale strutturata per il Cloud computing.

La lettera è indirizzata anche, per conoscenza, al Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, al Ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, alla Ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini e al Sottosegretario con delega all’Innovazione Alessio Butti.

Sovranità digitale: un’urgenza strategica

Secondo il presidente del Consorzio, Michele Zunino, l’Italia sta perdendo tempo prezioso in un settore chiave della transizione digitale. “Il rischio concreto – afferma – è quello di vedere svanire asset tecnologici strategici, competenze nazionali e iniziative imprenditoriali a vantaggio esclusivo di multinazionali straniere, con gravi conseguenze per la sovranità e l’autonomia tecnologica del Paese.”

Nella missiva, il Consorzio ribadisce che il Cloud computing è una componente essenziale della transizione digitale, insieme a cybersecurity e sovranità dei dati, come indicato anche dalla stessa Presidente Meloni nel suo discorso programmatico alle Camere.

Tuttavia, osserva Zunino, manca una visione strategica e un quadro regolatorio coerente, in grado di sostenere e far crescere l’ecosistema italiano del cloud. A dominare, invece, è una logica di subalternità a infrastrutture estere, con investimenti imponenti che però non generano valore duraturo per l’economia, l’occupazione e le competenze italiane.

Un confronto con l’Europa: l’Italia in ritardo

Nel documento si richiama il modello di Paesi come Germania, Francia e Spagna, che negli ultimi anni hanno avviato programmi mirati per rafforzare la propria indipendenza tecnologica, sostenendo attivamente operatori e consorzi nazionali nel cloud, nella gestione dei dati e nella definizione di standard europei aperti.

L’Italia, al contrario, rischia – secondo il Consorzio – di assumere un ruolo marginale nella governance del digitale europeo, proprio nel momento in cui Bruxelles promuove iniziative come GAIA-X, IPCEI-CIS e i regolamenti su AI, dati e cybersecurity.

Un piano d’azione condiviso con il governo

Il Consorzio Italia Cloud si dice pronto a collaborare con il governo per la definizione di un percorso condiviso di valorizzazione delle infrastrutture italiane, promozione delle competenze locali, protezione dei dati strategici e inversione del brain drain, che continua a spingere i giovani talenti digitali fuori dal Paese.

“È il momento – conclude l’appello – di agire con coraggio, con una politica industriale digitale che non si limiti a inseguire i capitali esteri, ma che sia in grado di costruire un’economia dei dati italiana, sovrana, sicura e aperta al mondo.”

Sovranità digitale come politica industriale

Della lettera ne e’ stata data lettura a tutti i partecipanti al workshop “I Dati tra le Nuvole – Mercati, Competenze, Geopolitica”, organizzato da Consorzio Italia Cloud in collaborazione con If – Italia nel Futuro, che si e’ tenuto a Roma, nella splendida cornice di Palazzo Ripetta, il 14 maggio, e di cui vi proponiamo un “Best Of“.
Nel contesto attuale, segnato da transizioni tecnologiche accelerate e tensioni geopolitiche, la capacità di un Paese di gestire autonomamente i propri dati e le proprie infrastrutture digitali rappresenta un fattore chiave di resilienza economica, democrazia e competitività.

L’Italia ha le competenze e le risorse per essere protagonista e le aziende che hanno partecipato al workshop ne sono la riprova. Ma serve, da subito, una visione strategica e una volontà politica coerente, all’altezza delle sfide e delle opportunità che il Cloud porta con sé.

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