Auto elettriche e poteri federali: la Camera USA blocca il piano della California per lo stop ai veicoli a benzina entro il 2035

RedazioneRedazione
| 02/05/2025
Auto elettriche e poteri federali: la Camera USA blocca il piano della California per lo stop ai veicoli a benzina entro il 2035

Con un voto controverso, la Camera dei Rappresentanti annulla la deroga EPA concessa alla California per imporre l’obbligo di veicoli elettrici. Lo scontro tra Stati e governo federale apre un nuovo fronte nella politica industriale e ambientale americana.

La Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato una proposta legislativa che blocca la deroga concessa dall’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente (EPA) alla California, che le permetteva di vietare la vendita di veicoli esclusivamente a benzina entro il 2035. Tale decisione rappresenta un momento cruciale per la politica ambientale e industriale americana, riaccendendo il dibattito sulla distribuzione dei poteri tra Stato federale e Stati federati, sulla competitività tecnologica con la Cina e sulla transizione energetica nel settore automobilistico.

La deroga EPA e il modello californiano: un laboratorio normativo sotto attacco

La deroga in questione era stata concessa dall’EPA nel dicembre 2022, durante l’amministrazione Biden, e consentiva alla California di adottare regolamenti ambientali più stringenti rispetto agli standard federali. Il piano prevedeva che almeno l’80% delle nuove immatricolazioni entro il 2035 fosse costituito da veicoli elettrici o a zero emissioni. L’iniziativa era stata seguita da altri 11 stati – tra cui New York, Oregon e Massachusetts – rappresentando nel complesso circa il 40% del mercato automobilistico statunitense.

Il sistema normativo statunitense prevede che, in virtù del Clean Air Act, la California – storicamente affetta da gravi problemi di inquinamento atmosferico – possa ottenere deroghe speciali per regolare le emissioni su base autonoma. Tuttavia, l’intervento del Congresso apre ora un conflitto costituzionale sul diritto degli Stati federati di legiferare in materia ambientale in deroga ai parametri federali.

L’industria automobilistica tra pressioni normative e sostenibilità economica

L’azione della Camera è stata sostenuta da gran parte dell’industria automobilistica, rappresentata dall’Alliance for Automotive Innovation, che comprende tra gli altri General Motors, Toyota, Volkswagen e Hyundai. Il CEO dell’organizzazione, John Bozzella, ha definito il voto “mirato e necessario” per evitare il collasso produttivo e occupazionale che – secondo l’industria – deriverebbe da obiettivi di elettrificazione giudicati “irrealistici” rispetto alla domanda di mercato attuale.

Secondo i produttori, la soglia del 35% di veicoli elettrici entro il 2026 prevista dalla California è difficilmente raggiungibile, considerando che in molti stati l’attuale penetrazione degli EV non supera il 10%. Inoltre, norme come l’Omnibus Regulation e i limiti su veicoli pesanti a basse emissioni (NOx) rischiano, secondo i critici, di compromettere la catena di fornitura, aumentare i costi per il consumatore finale e frenare l’innovazione reale, concentrandosi solo sull’alimentazione e non sulla complessiva efficienza veicolare.

Il ruolo del Congressional Review Act e la separazione dei poteri

La rimozione della deroga EPA è stata formalmente portata avanti attraverso il Congressional Review Act (CRA), uno strumento legislativo che consente al Congresso di annullare regolamenti federali recenti con una semplice maggioranza. Tuttavia, l’Ufficio di Controllo della Spesa Pubblica (GAO) ha stabilito nel marzo scorso che le deroghe concesse dall’EPA alla California non rientrano nel perimetro del CRA, sollevando dubbi sulla validità costituzionale dell’intervento del Congresso.

Questo punto potrà essere oggetto di contenzioso giudiziario e coinvolgere la Corte Suprema, rendendo ancora più complesso il quadro regolatorio per le aziende del settore e per gli investitori globali interessati al mercato automobilistico statunitense.

La competizione con la Cina sul fronte EV

Secondo il governatore della California Gavin Newsom, il programma californiano non rappresenta soltanto una misura ambientale, ma una risposta strategica alla crescente supremazia industriale della Cina nel campo dei veicoli elettrici. “Ridurre le emissioni è importante, ma altrettanto lo è mantenere la leadership industriale americana”, ha dichiarato Newsom, accusando la lobby dei combustibili fossili di influenzare pesantemente il dibattito politico nazionale.

La Cina ha attuato un’espansione sistemica della propria industria EV, guidata da colossi come BYD, XPeng e NIO, e ha già conquistato importanti quote di mercato globale. In questo scenario, la capacità degli Stati Uniti di definire standard ambiziosi, credibili e condivisi per la transizione ecologica diventa una questione di sicurezza economica nazionale.

Tra federalismo ambientale e strategia industriale, gli Stati Uniti a un bivio

Il voto della Camera segna un punto di svolta nella governance ambientale americana. Da una parte, si riafferma la visione federale centralizzata del potere regolatorio; dall’altra, si mette in discussione il ruolo degli Stati come laboratori di innovazione normativa.

Le ricadute sono molteplici:

  • Economiche, per il settore auto e i relativi investimenti infrastrutturali
  • Tecnologiche, per la direzione dello sviluppo in ambito green mobility
  • Giuridiche, per la stabilità del quadro normativo
  • Geopolitiche, per la capacità di competere in un’industria ormai globale.

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