Atos: ricavi in calo nel primo trimestre, ma segnali di ripresa commerciale grazie a nuovi ordini

RedazioneRedazione
| 23/04/2025
Atos: ricavi in calo nel primo trimestre, ma segnali di ripresa commerciale grazie a nuovi ordini

Il gruppo francese dell’IT registra un calo del 15,9% dei ricavi, penalizzato dalla contrazione nel mercato britannico. Tuttavia, l’aumento del book-to-bill e l’avvio di nuovi contratti governativi indicano una possibile inversione di tendenza. Focus sulla nuova strategia attesa per maggio.

Atos apre il primo trimestre del 2025 con un quadro misto: ricavi in calo, ma attività commerciale in miglioramento. Il gruppo ha registrato un fatturato di 2,07 miliardi di euro, in flessione del 15,9% su base annua, con impatti rilevanti sulle divisioni cloud e cybersecurity, entrambe penalizzate dalla riduzione dei volumi nel Regno Unito e dalla conclusione di contratti chiave.

Nonostante ciò, l’order entry è cresciuto a 1,7 miliardi di euro, in aumento rispetto agli 1,6 miliardi dell’anno precedente, con un book-to-bill ratio che si attesta all’81% (contro il 64% di un anno fa), segnale di un ritorno di fiducia da parte della clientela e di una maggiore sostenibilità del portafoglio ordini.

“Sebbene i ricavi siano ancora sotto pressione, l’attività commerciale ha mostrato segnali di ripresa, a testimonianza dell’impegno e della fiducia dei nostri clienti,” ha dichiarato Philippe Salle, CEO di Atos.

Declino in UK e ristrutturazione strategica

Il calo è attribuibile principalmente alla contrazione delle attività di business process outsourcing nel Regno Unito, mercato storicamente strategico per Atos, soprattutto nel contesto dei servizi IT alla NHS (National Health Service). Anche le divisioni cloud (-14%) e cybersecurity (-17,5%) hanno subito impatti negativi, legati sia al completamento naturale dei contratti sia alla riduzione della domanda nel settore pubblico britannico.

Tuttavia, il gruppo ha iniziato il 2024 con nuovi accordi di rilievo, tra cui contratti da centinaia di milioni di euro firmati con i governi di Regno Unito e Serbia, che rappresentano una boccata d’ossigeno dopo le rescissioni contrattuali che hanno colpito i conti nel 2023.

Contesto finanziario e corporate governance: un gruppo in trasformazione

Atos continua a confrontarsi con le conseguenze di una fase critica, che ha visto l’accumulo di 4,8 miliardi di euro di debito a causa di acquisizioni onerose e di un progetto di scissione non riuscito. L’azienda ha però evitato la crisi grazie a un piano di ristrutturazione finanziaria concordato con i creditori.

Sul fronte della governance, l’instabilità resta un elemento di fragilità: Philippe Salle è il sesto CEO nominato in due anni, un segnale di turbolenza interna che ha inciso sulla fiducia degli investitori. In risposta al crollo del titolo in Borsa e alla diluizione provocata dall’aumento di capitale, Atos ha avviato anche un reverse stock split nel mese di marzo, nel tentativo di stabilizzare il valore delle azioni.

Prospettive: attesa per il Capital Markets Day del 14 maggio

Tutti gli occhi ora sono puntati sul Capital Markets Day in programma a Parigi il 14 maggio, occasione in cui la nuova dirigenza presenterà un piano strategico volto a rilanciare il gruppo su basi sostenibili e a riconquistare la fiducia del mercato.

Gli analisti e gli stakeholder internazionali si aspettano un riposizionamento focalizzato su:

  • rifocalizzazione delle attività core (cloud, AI, sicurezza informatica)
  • disinvestimenti selettivi
  • maggiore attenzione alla sostenibilità finanziaria e alla governance trasparente
  • un nuovo modello operativo capace di rispondere alle sfide geopolitiche e tecnologiche dell’ecosistema europeo.

Resilienza strategica in un settore in transizione

Il caso Atos è emblematico delle sfide che le grandi aziende IT europee si trovano ad affrontare tra pressioni macroeconomiche, volatilità dei mercati pubblici e trasformazione digitale accelerata. La capacità di conciliare efficienza operativa, innovazione e solidità finanziaria sarà determinante per il futuro del gruppo, così come per il ruolo della Francia nell’arena globale dei servizi tecnologici.

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