Il Presidente Donald J. Trump ha firmato un memorandum volto a proteggere le aziende e gli innovatori americani da pratiche fiscali estere ritenute ingiuste. Questa iniziativa mira a contrastare le tasse sui servizi digitali (Digital Service Taxes, DST) imposte da governi stranieri, che secondo l’amministrazione Trump penalizzano le imprese statunitensi operanti in mercati esteri.
Le DST permettono ai governi esteri di raccogliere entrate fiscali dalle aziende americane semplicemente perché operano nei loro mercati, anche se queste non sono altrimenti soggette alla giurisdizione fiscale locale. Il Presidente Trump ha dichiarato che non permetterà ai governi stranieri di appropriarsi della base imponibile americana a loro vantaggio.
Riaperte le indagini sulle DST
Il memorandum incarica il Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti (USTR) di riaprire le indagini sulle DST, ai sensi della Sezione 301, iniziate durante il primo mandato di Trump, e di esaminare ulteriori Paesi che utilizzano tali tasse in modo discriminatorio nei confronti delle aziende statunitensi. Inoltre, l’amministrazione valuterà se politiche o pratiche nell’Unione Europea o nel Regno Unito incentivino le aziende americane a sviluppare o utilizzare prodotti e tecnologie in modi che minano la libertà di espressione o promuovono la censura.
Sotto esame anche DMS e DSA
Oltre alle DST, l’amministrazione esaminerà regolamenti come il Digital Markets Act (DMS) e il Digital Services Act (DSA) dell’Unione Europea, che influenzano il modo in cui le aziende americane interagiscono con i consumatori europei. Questi regolamenti saranno oggetto di attenta analisi per garantire che non impongano oneri ingiusti alle imprese statunitensi.
Questa mossa rappresenta un ulteriore passo nell’approccio protezionistico dell’amministrazione Trump, volto a difendere l’economia e l’innovazione americana da pratiche commerciali estere considerate sleali. Durante il suo primo mandato, il Presidente Trump aveva già avviato azioni simili, tra cui l’imposizione di tariffe e la negoziazione di accordi commerciali per tutelare gli interessi economici degli Stati Uniti.
L’obiettivo dichiarato è garantire che i prodotti e i servizi statunitensi siano regolati dagli Stati Uniti e non da governi stranieri, preservando così la competitività e la sovranità economica americana.