E’ ora di dire addio al Geoblocking. Verso un vero Mercato Unico Digitale Europeo

| 17/02/2025
E’ ora di dire addio al Geoblocking. Verso un vero Mercato Unico Digitale Europeo

Nel cuore del progetto europeo c’è l’ambizione di creare un mercato unico senza barriere, capace di favorire la libera circolazione di persone, beni, servizi e capitali. Eppure, nell’era del digitale, esistono ancora ostacoli che impediscono ai cittadini europei di accedere a contenuti e servizi online senza restrizioni geografiche. Uno di questi ostacoli è il geoblocking, una pratica che limita l’accesso a determinati servizi e contenuti in base alla posizione geografica dell’utente. Eliminare queste barriere non è solo una questione di equità per i consumatori, ma anche un’opportunità economica significativa per l’Europa.

Cos’e’ il Geoblocking

Il geoblocking è una tecnica utilizzata da molte piattaforme di streaming, e-commerce e servizi online per limitare l’accesso a contenuti e servizi in base alla posizione geografica dell’utente. Ad esempio, un cittadino italiano in viaggio in Germania potrebbe non riuscire a vedere il proprio programma preferito su una piattaforma di streaming italiana. Questa pratica, sebbene in parte giustificata da questioni legate ai diritti d’autore, risulta anacronistica in un’Europa che punta all’integrazione digitale.
Secondo la Commissione Europea, il 63% dei siti web di e-commerce non consente ai consumatori di fare acquisti transfrontalieri.
Nel settore dei contenuti digitali questa percentuale è ancora più alta, raggiungendo il 74%. Questo non solo frustra i consumatori, ma limita anche la crescita delle imprese e ostacola la competitività del continente.

La creazione di un mercato unico digitale

La creazione di un mercato unico digitale senza restrizioni geografiche potrebbe generare un impatto economico significativo. Secondo stime della Commissione Europea, il Digital Single Market (DSM) potrebbe portare fino a 415 miliardi di euro l’anno all’economia dell’UE e creare centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro.
Nello specifico, nel settore dei contenuti e dei servizi di streaming, la rimozione del geoblocking potrebbe tradursi in un incremento del fatturato fino al 10%, grazie alla maggiore domanda di contenuti accessibili da tutta Europa.
Ad esempio, il mercato dello streaming musicale e video in Europa è cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni, raggiungendo un valore di oltre 29 miliardi di euro nel 2023. Consentire ai cittadini europei di accedere liberamente a questi servizi da qualsiasi paese potrebbe stimolare ulteriormente la crescita, portando il valore del mercato a superare i 40 miliardi di euro entro il 2030.

L’eliminazione di questa barriera comporterebbe importanti vantaggi

L’eliminazione di questa barriera comporterebbe importanti vantaggi. Le piattaforme di streaming, i fornitori di contenuti digitali e le aziende di e-commerce potrebbero accedere a una base di clienti significativamente più ampia.
Una piccola impresa italiana potrebbe vendere i suoi prodotti in tutta Europa senza ostacoli, mentre una piattaforma di streaming francese potrebbe attrarre utenti da tutta l’Unione. Parallelamente, i cittadini europei avrebbero finalmente accesso a una vasta gamma di contenuti e servizi senza dover ricorrere a VPN o altre soluzioni tecniche per aggirare i blocchi geografici.
Un vero mercato unico digitale risponderebbe alle aspettative di chi vorrebbe vivere in un’Europa senza confini, anche online.
Inoltre, un mercato unico digitale competitivo permetterebbe alle aziende europee di competere meglio con i giganti tecnologici statunitensi e asiatici. Eliminare le barriere interne consentirebbe di attrarre maggiori investimenti e stimolare l’innovazione.

Le sfide da affrontare

Naturalmente, la rimozione completa del geoblocking richiede di affrontare diverse sfide, in particolare in relazione alla gestione dei diritti d’autore.
I contenuti digitali, come film, serie TV e eventi sportivi, sono spesso vincolati da contratti territoriali che ne limitano la distribuzione.
Per superare questo ostacolo, è necessario rivedere le normative europee sui diritti d’autore, incentivando accordi multilaterali e licenze paneuropee.
L’eliminazione del geoblocking non è solo una questione tecnica, ma rappresenta un passo fondamentale per realizzare una vera unione digitale europea. I benefici economici e sociali di questa trasformazione sono evidenti: maggiore concorrenza, maggiore scelta per i consumatori e una spinta significativa alla crescita economica.
L’Europa non può permettersi di rimanere indietro in un mondo sempre più connesso.
Rimuovere il geoblocking significa abbattere le ultime frontiere digitali, dando finalmente vita a un mercato unico capace di competere su scala globale.


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