TLC. “Serve una regia efficace per l’intero settore”. Intervista a Maurizio Gasparri

| 11/02/2025
TLC. “Serve una regia efficace per l’intero settore”. Intervista a Maurizio Gasparri

Secondo il capogruppo di Forza Italia, Maurizio Gasparri, bisognerebbe rilanciare l’intero comparto, tenendo conto degli avanzamenti tecnologici, a partire dalle nuove minacce (o opportunità) che potrebbero arrivare dallo spazio, con sistemi in grado di fornire non solo la connettività internet, ma anche il servizio di telefonia mobile.

Poche figure nel panorama politico italiano possono vantare l’esperienza e la competenza di Maurizio Gasparri nel settore delle telecomunicazioni. Con una lunga carriera parlamentare e un ruolo di primo piano nelle politiche per l’innovazione, Gasparri ha seguito da vicino le trasformazioni del comparto, dalla liberalizzazione del mercato fino alle recenti sfide legate alla digitalizzazione e allo sviluppo delle reti ultraveloci.

In questa intervista, a cura di Raffaele Barberio, affrontiamo con lui la situazione drammatica in cui si trova Open Fiber, ma anche il più ampio tema della mancanza di una visione strategica del settore da parte delle istituzioni italiane.

IF.    Open Fiber si trova in una situazione estremamente critica, con un debito sempre più alto e lavori in forte ritardo sia nelle aree bianche sia in quelle grigie del progetto Italia a 1 Giga. Quali ritiene siano state le principali criticità che hanno caratterizzato la gestione di Open Fiber?

Maurizio Gasparri. In realtà, Open Fiber non doveva proprio nascere. È come aver costruito un’autostrada tra Roma e Milano accanto a quella già esistente, quando invece sarebbe stato più logico migliorare la rete esistente o trovare soluzioni societarie e assetti diversi. Fare un’altra autostrada, o meglio tentare di farla, accanto a quella che già c’era è stata un’impresa sbagliata fin dall’inizio. La colpa, come ho già detto più volte, è di Matteo Renzi e dell’Enel dell’epoca: l’Enel si occupa di tutt’altro e si è prestata a questo disegno assurdo.

IF.    Secondo diversi esperti, i fondi pubblici ricevuti da Open Fiber si configurano come aiuti di Stato e avrebbero dovuto essere notificati alla Commissione Europea, soprattutto alla luce delle difficoltà aziendali. Crede che i finanziamenti pubblici destinati a Open Fiber siano stati gestiti con sufficiente trasparenza e nel rispetto delle normative europee?

Maurizio Gasparri.    Non so se la concessione di quei fondi dovesse essere notificata all’Unione Europea. Va detto che, negli anni, l’Europa ha considerato possibili alcuni aiuti per portare la banda larga nelle zone più remote e svantaggiate. Forse si è fatta confusione tra la volontà legittima di diffondere la banda larga dove serve e l’operazione, a mio avviso sbagliata fin dalle origini, di Open Fiber. Purtroppo, quando si parte da un errore, si genera una catena di errori successivi. Se 2+3 viene considerato 6, continueremo a sbagliare tutte le operazioni successive.

IF.    Alla luce di questa situazione, ritiene che la concorrenza nel mercato delle telecomunicazioni sia stata penalizzata dalle modalità con cui sono stati erogati i finanziamenti pubblici a Open Fiber?

Maurizio Gasparri.    Voglio essere molto franco: oggi serve una regia efficace per il settore delle telecomunicazioni. Non esiste un Ministero dedicato, e le competenze sono disperse tra vari dicasteri o sottosegretariati. Ciò che serve è una strategia industriale di settore. Inoltre, l’apertura eccessiva del mercato, la concorrenza a volte sleale di chi utilizza le reti altrui e può quindi praticare prezzi bassi, insieme ad altri fattori, ha impoverito un comparto che era un tempo florido e che oggi naviga in pessime acque, con prospettive inquietanti.
Lo stallo attuale richiederebbe un’attenzione ben più forte da parte delle istituzioni, a partire dagli organismi politici responsabili del settore.

IF.    Oltre ai problemi strutturali, emerge anche la questione dei controlli. Ritiene che ci sia stata una mancanza di vigilanza da parte dei soggetti preposti al monitoraggio dell’uso dei fondi destinati a Open Fiber?

Maurizio Gasparri.    Le autorità di controllo avrebbero potuto essere più attente fin dall’inizio e dovrebbero esserlo ancor di più oggi. Gli errori politici di impostazione hanno però travolto tutto. L’Europa, in tutto questo, risulta latitante. La mancanza di una strategia complessiva nel settore si vede anche da altre vicende, come il caso Iliad, che grazie all’Antitrust ha potuto utilizzare la rete di Wind-3 praticando prezzi bassi. La cessione della rete di Tim, nonostante si discuta da tempo, rappresenta un impoverimento di quello che un tempo era l’operatore principale.
Inoltre, ci sono altre incognite: la possibile cessione di Vodafone Italia a soggetti svizzeri (tramite Fastweb) e i ritardi nell’unificazione della rete tra FiberCop e Open Fiber, sempre che la normativa europea la consenta. Le recenti e inaspettate dimissioni dell’Amministratore delegato di FiberCop sono forse un segnale che gli investitori americani di KKR si aspettavano un quadro più favorevole. Tutto ciò indica che la situazione è molto più complessa di quanto si voglia ammettere.

IF.    Ha allargato molto il perimetro delle incertezze delle telecomunicazioni italiane…

Maurizio Gasparri.    La vicenda di Open Fiber e l’eccessivo ottimismo dei suoi azionisti è solo un pezzo del problema. Occorrerebbe una riflessione più ampia, perché ci sono altre dinamiche in gioco: i satelliti e nuove piattaforme tecnologiche che potrebbero impattare in modo rilevante sul futuro valore dell’intero settore. In questo panorama, Open Fiber diventa quasi un capitolo minore di una difficoltà più ampia.

IF.    E allora cosa fare?

Maurizio Gasparri. Bisognerebbe trovare il modo di rilanciare l’intero comparto, tenendo conto dei necessari avanzamenti tecnologici. Le cronache di queste settimane ci ricordano che nuove minacce (o opportunità) potrebbero arrivare dallo spazio, con sistemi in grado di fornire non solo la connettività internet ma anche il segnale di telefonia mobile. In un contesto del genere, è ancora più evidente la necessità di una regia unitaria e autorevole che possa guidare il settore verso scelte strategiche di lungo termine. E si aggiunge poi la partita intorno a TIM, che potrebbe aprire nuovi scenari. Il settore merita una forte attenzione.

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