xAI, Musk e il rischio finanziario sistemico: Morgan Stanley struttura un’operazione da 5 miliardi tra debito high-yield e tensioni politiche

RedazioneRedazione
| 10/06/2025
xAI, Musk e il rischio finanziario sistemico: Morgan Stanley struttura un’operazione da 5 miliardi tra debito high-yield e tensioni politiche

Lancio sul mercato di bond e prestiti variabili senza garanzie bancarie dirette. Un test per l’appetito degli investitori nel contesto di crescente instabilità macroeconomica e geopolitica.

Morgan Stanley sta proponendo al mercato un pacchetto da 5 miliardi di dollari tra obbligazioni e prestiti sindacati per conto di xAI, la società di intelligenza artificiale fondata da Elon Musk, mentre si intensificano le tensioni politiche tra il miliardario e l’amministrazione americana. L’operazione segna un punto di svolta nelle modalità di raccolta di capitali privati ad alta intensità tecnologica e si configura come un importante stress test per il mercato del debito corporate ad alto rischio.

Due formule di finanziamento, nessuna garanzia bancaria

L’operazione, ancora in fase di marketing, prevede due opzioni preliminari per gli investitori:

  1. Term loan B a tasso variabile, con prezzo iniziale a 97 centesimi per dollaro e uno spread di 700 punti base sopra il SOFR (Secured Overnight Financing Rate)
  2. Una combinazione alternativa di prestito e bond a tasso fisso del 12%, che riflette le aspettative di un elevato profilo di rischio.

A differenza di transazioni precedenti, Morgan Stanley non garantirà il collocamento, né impegnerà capitale proprio. L’operazione viene, quindi, strutturata come “best efforts”, lasciando la dimensione finale della raccolta totalmente dipendente dalla domanda effettiva del mercato. Questa scelta evidenzia una maggiore prudenza da parte degli istituti bancari, in risposta a un contesto macroeconomico instabile e all’esperienza problematica della precedente operazione Musk-X del 2022.

Il precedente Twitter/X: un warning ancora attuale

Il modello di riferimento per questa cautela è rappresentato dalla maxi-operazione del 2022 con cui sette banche, guidate da Morgan Stanley, finanziarono con 13 miliardi di dollari l’acquisizione di Twitter (oggi X) da parte di Musk. A causa del rapido deterioramento del contesto dei tassi USA e della ristrutturazione aziendale avviata da Musk, i bond rimasero in portafoglio alle banche per oltre due anni, esponendo il sistema bancario a un rischio di bilancio non previsto.

Solo nel 2024, grazie al miglioramento delle performance operative di X e alla rinnovata visibilità politica di Musk in relazione alle elezioni presidenziali, le banche hanno potuto iniziare a smobilizzare il debito. Questo precedente spiega la cautela adottata oggi per xAI.

xAI: crescita esponenziale, valutazioni speculative

Parallelamente al collocamento di debito, xAI è in trattative per una raccolta equity fino a 20 miliardi di dollari, con valutazioni che oscillano tra i 120 e i 200 miliardi di dollari, secondo fonti informate. Si tratta di cifre che, pur non ufficializzate, posizionerebbero xAI come una delle startup AI più valorizzate al mondo, in linea con OpenAI, Anthropic o Inflection.

L’iniziale ipotesi di fusione con la piattaforma social X non ha avuto seguito, ma l’ambizione rimane quella di costruire un conglomerato AI-integrato verticalmente, in grado di operare sia sul fronte algoritmico che infrastrutturale (modelli, chip, cloud proprietari).

Rischi politici, strategia e reputazione: Musk tra capitali e contratti federali

Il collocamento avviene in un momento delicato per Musk. Questo ha creato incertezza sul mantenimento dei contratti federali e delle relazioni istituzionali che coinvolgono le numerose società di Musk, da SpaceX a Neuralink. L’impatto potenziale sulle percezioni di rischio degli investitori è duplice:

  • Maggior premio al rischio richiesto per il debito xAI;
  • Maggiore volatilità percepita in caso di escalation delle tensioni politiche o di revoca di fondi pubblici.

Geopolitica della tecnologia e debito privato: un nuovo paradigma finanziario

L’operazione xAI-Morgan Stanley rappresenta un caso emblematico della nuova finanza tecnologica sistemica, in cui le dinamiche di capital market, potere politico e strategia industriale si fondono. Non si tratta solo di strutturare una raccolta: è in gioco la credibilità di un ecosistema che pretende accesso al capitale senza mediazione bancaria rigida, ma con garanzie reputazionali e narrative molto complesse.

Il crescente interesse degli investitori verso il settore AI – amplificato dal contesto geopolitico e dalla corsa alla sovranità algoritmica – spinge a operazioni speculative ad alto rendimento, ma anche ad una nuova attenzione regolatoria.

Un test di sistema per i capitali privati high-tech

Il successo del collocamento da 5 miliardi sarà un indicatore cruciale per valutare:

  • La sostenibilità finanziaria dei modelli Musk-centrati
  • La maturità del mercato nel prezzare rischio politico e reputazionale
  • La capacità della finanza privata di sostenere soggetti AI ad altissima capitalizzazione, senza supporto istituzionale diretto.

In uno scenario in cui la politica industriale, la diplomazia finanziaria e l’intelligenza artificiale convergono, xAI è più di una tech company: è un vettore del nuovo equilibrio tra potere imprenditoriale e governance economica globale.

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