Una intervista-chiacchierata con Glauco Benigni, impegnato da oltre quaranta anni sui temi della comunicazione prima e del web ora, sugli interrogativi che pone nel suo ultimo libro.
Da qualche giorno è possibile acquistare su Amazon “Webcracy. La verità sorvegliata” il nuovo libro di Glauco Benigni, sociologo e giornalista, che da 40 anni si dedica, come egli stesso ricorda, “…a far luce sulle strategie politiche, commerciali e militari che le elites gestiscono grazie all’evoluzione dei media…”. Siamo ormai entrati nell’Era di Internet, che ha inglobato al proprio interno ogni precedente sistema di comunicazione e, quindi, alcuni tra i grandi giochi si fanno proprio nel Web. Lo abbiamo incontrato e ne è nata l’intervista che segue.
IF. Andiamo dritti al suo nuovo libro “Webcracy. La verità sorvegliata”, ma cos’è esattamente la webcracy?
Glauco Benigni. È la nuova tecnostruttura di stampo feudale che produce immenso valore di scambio, raccoglie e gestisce big data, organizza consenso e consumi su scala mondiale. Non ha nulla a che vedere con le Istituzioni e tradizioni democratiche e, per conto dei diversi poteri, sostiene gli interessi dominanti. La Webcracy opera grazie all’orientamento della visione di massa esercitando seduzione grazie ai Social Network e alle altre community che si sono create nel mondo digitale.
In sostanza è organizzata da tre grandi attori: i servizi segreti, che grazie al web controllano ormai milioni di persone ogni giorno; i pubblicitari e le Corporation del commercio, che riescono a orientare i consumi e la produzione grazie alle informazioni ottenute “da e su” i target group. Infine, la Finanza speculativa che riesce a produrre immense quantità di valore di scambio a velocità che prima erano impensabili.
IF. Partiamo da quest’ultima. Che ruolo ha avuto la finanza internazionale agli albori di Internet?
Glauco Benigni. Sin dalle prime start up, i “venture capitalis“, ovvero le Società che finanziavano i nuovi talenti del mondo digitale (Google, Facebook, Youtube, etc..) capirono che le Company caratterizzate da estensione “.com” erano in grado di attrarre l’attenzione dei Fondi di Investimento. Gli attuali giganti del settore, quali BlackRock, Vanguard e State Street e molte banche d’affari si convinsero che sostenere il mondo digitale significava anche ottenere una “promozione partecipata” del loro core business. Promozione che negli altri media sarebbe stata molto più costosa e “indiretta”. E, infatti, presto, si manifestò su grande scala il fenomeno dei day trader, i quali muovendosi all’interno della Rete, senza intermediari, aumentarono all’inverosimile il volume degli scambi. Il debutto degli attuali boss digitali coincide dunque con l’escalation dei Fondi, con l’espansione del day trading e soprattutto con l’ascesa verticale di Nasdaq. Questo mix esplosivo determinò la fortuna degli attori coinvolti. Soprattutto i venture capitalist e i Fondi intuirono che un modesto investimento all’inizio avrebbe condotto a grandi assets futuri. E così fu.
IF. Lei sostiene a un certo punto del suo libro che Internet è diventata la “fabbrica della verità”. Cosa intende esattamente?
Glauco Benigni. Ah sì … credo che questo sia un aspetto molto importante. Così come il mondo digitale è stato in grado di creare molto valore (denaro), grazie a miliardi di transazioni giornaliere e fino ai bitcoin, nel libro io sostengo che il Web abbia creato anche una nuova forma di verità, che ho definito Bit Truth: una verità fatta di bit, cioè Verita Digitalmente Modificata Si tratta di contenuti classici digitalizzati raccolti ovunque e resi accessibili a tutti, più altri contenuti – e questa è la novità – non solo prodotti dalle elite, come è sempre stato nella storia, ma da 20 anni a questa parte anche da una sterminata comunità, cioè dal pensiero collettivo che goffamente o poeticamente è stato libero di manifestarsi in rete.
Questa nuova forma di verità, che genera effetti impensabili perché analizza, indaga, elabora teorie e fatti che erano tenuti in ombra o resi tabù, è “fabbricata” o, se si preferisce “creata”, direttamente dai “content creator” secondo quella procedura che anni fa si chiamava “UGC-User Generated Content“. Io credo che questo imponente fenomeno cambierà e sta già cambiando l’assetto generale dei valori fondanti nel nostro pianeta. Perché? Perché il Web consente un confronto immediato, orizzontale e non guidabile, tra ogni forma di verità e sta confermando che “il Re è Nudo”. Tutte le “Verità Bussola” precedentemente create dalle elite sono state “copiate e incollate” dagli archivi storici e offerte gratuitamente dai Motori di Ricerca per decenni come merci qualsiasi, a fianco e a confronto con le Verità dei nuovi Creator. Attualmente il mainstream cerca di difendere le posizioni “classiche” etichettando ogni forma di Bit Truth difforme e dissenziente come “fake”, ma ormai deve fare i conti con lo tzunami innescato dal pensiero collettivo e forse nel tempo non potrà resistere.
IF. Quali sono le diverse forme di Verità che sono state proposte durante la storia dell’umanità. E quali sono i rischi della Bit Truth generata dal digitale?
Glauco Benigni. In Occidente le diverse forme di Verità sono per lo meno cinque: la Mitologica, la Religiosa Monoteista, la Scientifica, la Relativa e l’Indeterminata. Le affermazioni e le norme stabilite da ognuna di loro – badate bene – sono state tutte digitalizzate e sono confluite nell’immenso archivio web dove appaiono ormai equiparate nella loro nuova dimensione, cioè consultabili a velocità che tende a infinito, da ogni angolo del pianeta, da chiunque, in ogni momento. Ciò le rende tra loro paragonabili ai contenuti generati da utente, specialmente per i giovani cervelli che non conoscono le vicende storiche, cioè il 90% della popolazione. Questo straordinario puzzle di verità “vecchie e nuove” costituisce a sua volta la Bit Truth che è la “madre” che sta alimentando ed addestrando l’Intelligenza Artificiale. I rischi sono molteplici: 1) la Bit Truth, quando non è impacchettata in forme di Intelligenza Artificiale, appare flottante e molto volatile e sta generando un enorme caos; 2) se e quando sarà ben impacchettata nella AI potrebbe generare un cambio di paradigma tale da scioccare l’umanità. Secondo Yuval Harari una Bibbia, stavolta universale, sarà riscritta dall’AI.
IF. Che rischi pone l’intelligenza artificiale sulla ricerca della verità?
Glauco Benigni. Non sappiamo. Questo aspetto dipende dall’etica (a patto che ci sia ancora spazio per questo tipo di valore) dei proprietari dell’AI e di coloro i quali la stanno “alimentando” prevalentemente con il pappone digitalizzato della Bit Truth.
IF. Nel libro si spiega il meccanismo di creazione del controllo digitale.
Glauco Benigni. Questa risposta richiederebbe a sua volta un intero libro. Purtroppo il “controllo sociale” è una caratteristica endogena della specie umana e quindi si manifesta in qualsiasi forma di governo. Se si da’ a uno Stato la facoltà di prevenire il comportamento delle sue popolazioni, non importa se esso sia una monarchia o una dittatura o una democrazia o una oligarchia … i suoi apparati preposti al controllo eserciteranno questa facoltà, anche a discapito delle libertà individuali. Quasi certamente con diverse gradazioni, ma al dunque con lo stesso intento di preservare il governo esistente.
IF. Esiste un filo rosso tra i nuovi conflitti e l’ascesa del controllo digitale?
Glauco Benigni. Esiste un rapporto diretto, causa-effetto, tra le nuove forme di guerra e l’evoluzione del mondo digitale in genere. Quasi tutte le armi contemporanee sono comandate grazie a sistemi digitali. La cosiddetta Cyberwar oggi è sotto gli occhi di tutti e si realizza grazie ai droni e ai satelliti a bassa quota, tipo Starlink. Sono oggetti tecnologici che consentono azioni sulla base di controllo a distanza effettuato da postazioni remote e in gran parte occultabili. C’è, inoltre, da rilevare un altro tipo di guerra che è quella combattuta con informazioni di natura digitale che grazie all’AI oggi possono modificare totalmente la realtà narrata.
IF. Quali sono le difficoltà per comprendere questo potere che lei definisce come Webcracy?
Glauco Benigni. Il “popolo” – mi duole affermarlo – non ha compreso la portata storica del fenomeno digitale. La maggioranza si è arresa al “controllo totale” che la Webcracy esercita sulle popolazioni, considerandolo un fatto neutro, senza rendersi conto che nel tempo ciò escluderà qualsiasi forma di possibile opposizione e dialettica politica. Inoltre non si è voluto misurare l’effetto nefasto e di totale omologazione che l’uso indiscriminato della rete provoca sulle giovani generazioni. Ormai siamo al punto che i cellulari vengono usati, come il ciuccio, per calmare i bambini in carrozzina quando non smettono di piangere.
IF. A un certo punto lei indica il rischio di ascesa di un Impero digitale mondiale?
Glauco Benigni. Se un “impero digitale mondiale ” riuscirà a consolidarsi lo farà andando incontro ai desideri delle elites politiche, commerciali e militari. In tal caso il genere umano dovrà sottostare alla visione dei vertici probabilmente per sempre. Se, invece, ma è molto improbabile, i popoli e le loro rappresentanze (che attualmente non ci sono) riuscissero a produrre uno o una serie di Trattati Internazionali con regole favorevoli allo sviluppo democratico, allora si potrebbe ancora sperare in una dinamica politica generale che includa i bisogni, i diritti e gli interessi dei popoli dimenticati da Dio.
Pochi sanno che attualmente il Web è quasi totalmente deregolato su richiesta delle elite. L’ONU ha chiesto da anni uno sforzo per dare regole certe, ma le questioni sul tavolo sono aggrovigliate con quelle geopolitiche e non si sono mai risolte. Nessun governo nazionale può, oggi, ritenersi protetto da controlli e ingerenze sovranazionali sul proprio territorio fisico. Si ritiene che solo Cina e Russia abbiano organizzato difese efficaci, ma tutto cambia a grande velocità e ciò che era difendibile ieri domani potrebbe non esserlo più.