La decisione del Dipartimento del Commercio colpisce fornitori strategici come Emerson e Westinghouse. Sotto esame anche jet engine, fluidi industriali ed etano. Si aggravano le tensioni sul controllo delle supply chain globali.
Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha sospeso le licenze di esportazione per diverse aziende americane operanti nel settore nucleare verso la Cina. La misura, confermata da quattro fonti con conoscenza diretta del dossier, riguarda componenti e tecnologie destinate a centrali nucleari cinesi e si inserisce in un contesto di crescente tensione geopolitica e commerciale tra le due potenze globali.
I fornitori colpiti includono player strategici come Westinghouse ed Emerson, entrambi profondamente integrati nel panorama della generazione energetica globale. Secondo le stime di due fonti, le esportazioni sospese valgono complessivamente centinaia di milioni di dollari.
La decisione si inserisce in un più ampio ciclo di restrizioni commerciali implementato da Washington nelle ultime settimane, che ha già incluso jet engine destinati alla cinese COMAC (forniti da GE Aerospace), fluidi idraulici e licenze per l’export di etano e butano.
Tregua commerciale fallita e tensioni tecnologiche
Il provvedimento giunge pochi giorni dopo il tentativo di tregua commerciale del 12 maggio a Ginevra, che prevedeva la riduzione reciproca di dazi doganali entro 90 giorni. L’intesa è però rapidamente naufragata, con Washington che accusa Pechino di non rispettare gli impegni presi sull’export di terre rare e Pechino che denuncia l’abuso delle misure di controllo all’export da parte degli USA.
Uno dei nodi più critici è la questione tecnologica: gli Stati Uniti hanno recentemente avvertito che l’utilizzo globale di chip AI prodotti da Huawei, come l’Ascend, rappresenta una violazione delle regole di controllo delle esportazioni statunitensi.
Implicazioni per le catene del valore strategiche
La sospensione delle licenze riflette la nuova fase della competizione industriale globale: meno focalizzata sui dazi, più orientata al controllo delle catene di approvvigionamento. In particolare, l’impatto sulle filiere energetiche, aerospaziali e dell’automotive è potenzialmente rilevante.
Il blocco potrebbe avere effetti anche indiretti sul sistema bancario e sulle dinamiche del credito, come già segnalato dal Treasury Borrowing Advisory Committee, che ha messo in guardia da un possibile spostamento dei capitali da parte delle banche statunitensi qualora le esportazioni verso la Cina diminuissero ulteriormente.
Nel frattempo, la Cina ha risposto con misure simmetriche: ha concesso solo temporaneamente le licenze per l’export di metalli critici verso i tre principali costruttori automobilistici statunitensi.
Prospettive di normalizzazione?
Non è ancora chiaro se la conversazione telefonica tra il Presidente Trump e il Presidente Xi Jinping possa portare a un allentamento delle restrizioni. Trump ha confermato un nuovo round negoziale per il 9 giugno. Tuttavia, il portavoce del Ministero degli Esteri cinese ha ribadito che “la Cina sta attuando con serietà gli impegni presi a Ginevra” e ha chiesto la rimozione delle misure unilaterali americane.
A fronte dell’incertezza politica, le aziende coinvolte – tra cui anche Enterprise Products Partners, Energy Transfer e fornitori di software EDA come Cadence Design Systems – attendono chiarimenti normativi e autorizzazioni d’urgenza.
Analisi: un rischio sistemico crescente
Il conflitto commerciale e tecnologico tra USA e Cina si evolve ora verso una fase di disaccoppiamento industriale strategico. Le restrizioni su settori critici come l’energia nucleare, i semiconduttori, i metalli rari e l’AI rappresentano non solo ostacoli operativi per le imprese, ma anche nuove sfide per la governance multilaterale del commercio.
La crescente politicizzazione delle supply chain globali sta trasformando profondamente il panorama della concorrenza industriale internazionale, richiedendo una revisione dei modelli di risk management, compliance regolatoria e strategia geopolitica da parte delle imprese.