I principali gruppi retail europei chiedono a Bruxelles una riforma strutturale del sistema dei pagamenti elettronici, denunciando l’opacità delle commissioni applicate dai circuiti internazionali e il rischio di dipendenza strategica da operatori extra-UE.
Un fronte compatto di grandi gruppi retail e associazioni europee del commercio fisico e digitale ha formalmente chiesto alla Commissione Europea un intervento regolatorio urgente contro le commissioni elevate e poco trasparenti applicate dai circuiti internazionali di pagamento, in particolare Visa e Mastercard.
In una lettera indirizzata ai commissari Teresa Ribera (antitrust), Maria Luís Albuquerque (servizi finanziari) e Valdis Dombrovskis (economia), i firmatari — tra cui EuroCommerce, Ecommerce Europe, Independent Retail Europe e altre sigle rappresentative del settore — hanno denunciato un sistema di tariffe che giudicano incomprensibile, non negoziabile e progressivamente più oneroso.
Tra i membri delle organizzazioni firmatarie figurano colossi come Amazon, Carrefour, Ikea, Aldi, H&M, Marks & Spencer, eBay, oltre a operatori di pagamento come Nexi, Teya e Worldline.
Commissioni in aumento, trasparenza in calo
La lettera si basa su uno studio del 2024 realizzato da The Brattle Group, secondo cui le tariffe applicate dagli International Card Schemes (ICS) sono aumentate del 33,9% tra il 2018 e il 2022, con una crescita media annua del 7,6%, superiore al tasso d’inflazione e non accompagnata da un corrispondente miglioramento nei servizi offerti a commercianti e consumatori dell’Unione.
Secondo i firmatari, il sistema tariffario è stato stratificato in modo tale da risultare opaco anche per gli operatori più sofisticati, rendendo difficile o impossibile verificare i costi effettivi e contestarne la legittimità. L’accusa è chiara: Visa e Mastercard, che insieme gestiscono circa due terzi dei pagamenti con carta nell’eurozona, operano in assenza di concorrenza effettiva e senza un adeguato livello di scrutinio regolamentare.
Richieste alla Commissione: antitrust, price cap e sorveglianza strutturata
La coalizione industriale propone una serie di misure che la Commissione potrebbe adottare nell’ambito del diritto antitrust e del mercato unico dei pagamenti:
- Revisione delle regole sulle commissioni interbancarie, con l’introduzione di un tetto massimo alle tariffe applicabili da parte degli ICS
- Obblighi di trasparenza tariffaria e non discriminazione, per rendere confrontabili i costi tra operatori e facilitare l’ingresso di nuovi competitor
- Strumenti di vigilanza ex ante che consentano alle autorità di monitorare in tempo reale le modifiche apportate dai circuiti di pagamento, per evitare derive monopolistiche o pratiche abusive.
Visa ha replicato sostenendo che le sue commissioni riflettono “l’alto valore aggiunto dei servizi offerti”, tra cui sicurezza, prevenzione delle frodi, resilienza operativa e protezione dei consumatori. Mastercard, invece, non ha fornito commenti ufficiali.
Sovranità digitale e concorrenza nei pagamenti: la posta in gioco per l’UE
Il tema delle commissioni non è solo tecnico, ma profondamente strategico. Da anni, la Commissione Europea lavora a un’alternativa autonoma alle infrastrutture di pagamento americane. Il progetto di un euro digitale, promosso dalla Banca Centrale Europea, è uno degli strumenti più discussi, ma il suo iter normativo e implementativo procede a rilento, generando crescente frustrazione tra imprese e policy maker.
Nel frattempo, la dipendenza da circuiti esterni continua a sollevare interrogativi sulla resilienza dell’economia europea di fronte a crisi geopolitiche, ritorsioni commerciali o instabilità tecnologiche. La capacità dell’UE di garantire un’infrastruttura indipendente per i pagamenti digitali è diventata una delle priorità strategiche nella corsa alla sovranità tecnologica, accanto ai settori dei semiconduttori, del cloud e dell’intelligenza artificiale.
Un segnale politico e industriale chiaro
La richiesta congiunta dei principali attori del commercio europeo rappresenta un segnale politico e industriale chiaro: senza un quadro regolatorio aggiornato e coerente, il sistema dei pagamenti continuerà a generare asimmetrie di potere tra fornitori di infrastrutture e utilizzatori finali. La Commissione è ora chiamata a dimostrare se e come intende tutelare la concorrenza, la trasparenza e l’interesse generale nell’economia digitale dell’Unione.