Luciano Floridi discute la natura dell’intelligenza artificiale, sottolineando che non si tratta di una forma di intelligenza, ma di una capacità di agire. Analizza il concetto di agency e come l’AI, sebbene non cosciente, possa influenzare profondamente la società attraverso la persuasione e la produzione di contenuti. Floridi esplora anche il futuro del lavoro, introducendo il concetto di “colletti verdi” come nuovi gestori della tecnologia AI, e il ruolo del capitale semantico in un’era di intelligenza artificiale.
In questo episodio ho avuto l’onore di ospitare Luciano Floridi, uno dei filosofi più influenti nel campo dell’etica dell’intelligenza artificiale. Abbiamo iniziato discutendo il concetto di agency, un tema centrale nel suo nuovo libro “La differenza fondamentale”. Floridi chiarisce che l’intelligenza artificiale non è una forma di intelligenza come quella umana, ma una capacità di agire. Questo è un punto cruciale per evitare di fraintendere la natura dell’AI e le sue implicazioni.
Abbiamo approfondito la differenza tra intelligenza e agency, utilizzando l’analogia medica: così come è fondamentale diagnosticare correttamente una malattia, è essenziale inquadrare correttamente il problema dell’AI. Floridi sottolinea che l’AI non diventerà mai cosciente o intelligente come gli esseri umani, ma è una straordinaria capacità di agire che deve essere gestita e controllata da noi.
Un altro tema chiave è stato l’uso del linguaggio umano per descrivere le macchine, che spesso porta a fraintendimenti. Floridi spiega come termini come “apprendimento” e “memoria” siano prestiti concettuali dalla psicologia e antropologia, e come questo possa creare confusione sulla vera natura dell’AI.
Abbiamo discusso anche dell’impatto dell’AI sul lavoro, con Floridi che introduce il concetto di “colletti verdi”, i nuovi gestori della tecnologia AI. Invece di rubare posti di lavoro, l’AI trasforma il lavoro, richiedendo nuove competenze e formazione per riallineare l’offerta e la domanda nel mercato del lavoro.
Floridi ha anche parlato del capitale semantico, enfatizzando come l’AI esalti le migliori qualità umane, separando il lavoro di valore reale da quello che è semplicemente faticoso. Questo esalta il ruolo dell’intelligenza umana nel dare significato e valore ai processi automatizzati.
Infine, abbiamo toccato il tema della persuasione, con Floridi che avverte dei pericoli e delle opportunità dell’AI nel campo della comunicazione e della persuasione, paragonandola a un bisturi che può essere usato per il bene o per il male, a seconda di chi lo gestisce.
Ospite: Luciano Floridi, Professore di Filosofia ed Etica dell’Informazione, direttore dell’Ethical Ethics Center di Yale.
Chi è Matteo Flora
Matteo Flora è Professore (a.c.) in AI and Superintelligence Safety (ESE), Corporate Reputation (Pavia) e Generative AI (IAAD).
Imprenditore, ha fondato The Fool, società leader in Narrative Governance oltre a essere Partner e co-fondatore dello Studio Legale 42 Law Firm.
Future Leader IVLP del Dipartimento di Stato USA (Obama, 2012), conduce “Intelligenze Artificiali” su TgCom24 e “Ciao Internet!” su YouTube, il primo podcast di Tech-Policy italiano.