Francia, Italia, Spagna, Danimarca e Grecia avviano il primo progetto pilota su una tecnologia chiave della strategia digitale europea. Obiettivo: garantire sicurezza ai più giovani e dare piena attuazione al Digital Services Act.
L’Unione Europea muove un passo deciso verso la tutela dei minori nel mondo digitale. La Commissione Europea ha annunciato l’avvio di un progetto pilota che coinvolgerà cinque Paesi – Francia, Italia, Spagna, Danimarca e Grecia – per sperimentare un sistema digitale di verifica dell’età online. La tecnologia utilizzata si basa sulle stesse specifiche dello European Digital Identity Wallet, il portafoglio digitale europeo che entrerà in funzione nel 2026.
Il nuovo strumento potrà essere integrato nei sistemi già in uso nei singoli Paesi oppure proposto come app separata. Ogni Stato potrà adattare l’infrastruttura alle proprie esigenze, mantenendo coerenza con le normative nazionali e gli obiettivi di politica digitale europea.
Una risposta concreta al problema della sicurezza online dei minori
Il progetto nasce in un momento di crescente preoccupazione internazionale per gli effetti negativi dei social media sulla salute mentale dei più giovani. Negli Stati Uniti, oltre 40 Stati hanno avviato cause legali contro Meta, mentre in Australia è già in vigore una legge che vieta l’uso dei social network ai minori di 16 anni.
L’Europa sceglie una strada diversa: non il divieto, ma un’architettura digitale regolata, fondata sulla trasparenza, la responsabilità e la protezione dei diritti fondamentali. Il riferimento normativo è il Digital Services Act (DSA), la legge europea sui servizi digitali, entrata pienamente in vigore nel 2024.
Il DSA impone alle piattaforme online di adottare misure efficaci per contrastare contenuti illeciti o pericolosi, tra cui algoritmi che favoriscono la dipendenza, fenomeni di cyberbullismo, contenuti inappropriati per i minori e contatti indesiderati con estranei.
«Le piattaforme non hanno più alibi – ha dichiarato Henna Virkkunen, Commissaria europea per l’Innovazione digitale – devono smettere di usare pratiche che mettono a rischio la crescita e il benessere dei ragazzi».
L’identità digitale come leva per una nuova conformità
Lo European Digital Identity Wallet è uno dei progetti centrali della trasformazione digitale europea. L’idea di applicarne l’infrastruttura anche alla verifica dell’età online conferma la sua natura flessibile, interoperabile e sicura, pensata non solo per servizi pubblici e finanziari, ma anche per contesti privati ad alto impatto sociale, come quello dei social media.
I Paesi coinvolti potranno decidere se integrare direttamente la verifica dell’età all’interno del wallet oppure sviluppare un’app indipendente basata sulle stesse logiche di sicurezza e privacy. In entrambi i casi, il sistema non raccoglie dati sensibili: si limita a certificare, tramite una credenziale anonima, che l’utente ha raggiunto l’età minima richiesta per accedere a determinati contenuti o servizi.
È un approccio che rispetta i principi della privacy by design e punta a superare il compromesso spesso inaccettabile tra protezione dei minori e trattamento dei dati.
Tra industria, diritti e regolazione: la nuova geopolitica del digitale
Il progetto non riguarda solo la sicurezza dei giovani utenti. Ha anche un forte valore strategico: l’Europa cerca di costruire una propria sovranità digitale, riducendo la dipendenza da modelli tecnologici e commerciali imposti dalle grandi piattaforme americane.
Un sistema europeo di verifica dell’età potrebbe diventare uno standard internazionale, sia sotto il profilo giuridico che in termini di interoperabilità tecnologica. Inoltre, potrebbe rafforzare la posizione dell’UE in futuri accordi globali su privacy e diritti digitali, in sinergia con le raccomandazioni di enti come OCSE e UNESCO.
Nel frattempo, proseguono le indagini della Commissione su piattaforme come Meta, TikTok, X (ex Twitter) e altri operatori, accusati di non rispettare le norme del DSA. I controlli riguardano in particolare gli algoritmi di raccomandazione, la personalizzazione dei contenuti per i minori e la scarsa trasparenza su come vengono trattati i dati.
Un test tecnico con conseguenze politiche molto concrete
La verifica dell’età non è solo una questione tecnica. È un banco di prova cruciale per dimostrare se l’Unione Europea è in grado di coniugare davvero innovazione, diritti e responsabilità. È in questo equilibrio che si misura la forza della sua strategia digitale.
Il progetto pilota serve a dimostrare che si può passare dalle buone intenzioni alla realtà operativa, creando strumenti concreti per affrontare sfide complesse come la sicurezza online dei minori. Ma servirà anche a capire se il modello è sostenibile sul piano tecnologico, accettato dagli utenti e pronto per essere esteso a tutto il mercato europeo.
Se i risultati saranno positivi, la verifica dell’età potrà diventare obbligatoria per accedere a piattaforme considerate ad alto rischio, in linea con quanto previsto dal Digital Services Act. Si tratterebbe di un cambiamento profondo, che ridefinirebbe le regole d’ingaggio per l’accesso ai contenuti online da parte delle nuove generazioni.
In definitiva, questo test rappresenta una grande opportunità per l’Europa: dimostrare che è possibile sviluppare un modello digitale più sicuro, più equo e realmente orientato al benessere delle persone, senza rinunciare alla libertà e all’innovazione.