A giugno 2025 il mercato automobilistico europeo registra una flessione del 5%, con i grandi costruttori in difficoltà e la concorrenza asiatica in forte crescita. Le auto elettriche tengono, ma il quadro competitivo cambia.
Contrazione del mercato e nuove pressioni competitive
Secondo i dati pubblicati dall’ACEA (European Automobile Manufacturers Association), le immatricolazioni di nuove auto in Europa sono diminuite del 5,1% a giugno 2025 rispetto all’anno precedente, attestandosi a 1,24 milioni di unità. Si tratta di un segnale d’allarme in un contesto già fortemente stressato dalla competizione internazionale e da una transizione energetica non priva di ostacoli.
Volkswagen, Stellantis, Renault e Hyundai, i quattro maggiori costruttori in Europa, hanno registrato cali di vendite rispettivamente del 6,1%, 12,3%, 0,6% e 8,7%. Tesla ha perso il 22,9% delle immatricolazioni rispetto a giugno 2024, riducendo la propria quota di mercato dal 3,4% al 2,8%, nonostante la crescita generale delle vendite di veicoli elettrici (BEV).
Domanda elettrica in crescita, ma squilibrata
Nel contesto europeo, l’interesse verso i veicoli elettrificati continua a crescere: le immatricolazioni di auto elettriche a batteria (BEV) sono salite del 7,8%, quelle ibride (HEV) del 41,6% e quelle plug-in hybrid (PHEV) del 6,1%. Complessivamente, queste tecnologie rappresentano il 59,8% delle nuove registrazioni nell’UE, contro il 50% dello scorso anno.
Tuttavia, la crescita non è uniforme. Germania, Francia e Italia hanno registrato rispettivamente cali nelle vendite totali del 13,8%, 6,7% e 17,4%, mentre il mercato britannico e spagnolo ha mostrato segni positivi con aumenti del 6,7% e del 15,2%.
Espansione dei costruttori cinesi
Un dato significativo riguarda l’avanzata dei costruttori non appartenenti all’ACEA, in particolare BYD e altri marchi cinesi, che hanno raddoppiato la loro quota di mercato fino al 4,5%. Questo trend sottolinea come l’industria automobilistica europea stia perdendo terreno non solo nei confronti dei produttori statunitensi, ma anche verso player asiatici più agili e competitivi sul prezzo e sull’offerta tecnologica.
Contesto geopolitico e impatti regolatori
Le difficoltà del mercato europeo si inseriscono in un contesto più ampio di tensioni geopolitiche e misure protezionistiche. I dazi statunitensi del 25% e la minaccia del presidente Trump di imporre tariffe fino al 30% su veicoli europei e messicani rischiano di aggravare ulteriormente la situazione.
Nel frattempo, le case automobilistiche europee devono fare i conti con normative ambientali sempre più stringenti, richieste di investimento in tecnologie sostenibili, e un aumento dei costi legati al lavoro e alle materie prime. Il risultato è una pressione crescente sui margini e un rallentamento della capacità di innovazione e adattamento.
Strategie industriali e opportunità emergenti
Come osservato da Ben Nelmes, fondatore della società di analisi EV New AutoMotive, “mentre i consumatori chiedono auto più pulite ed economiche, marchi dinamici stanno riempiendo il vuoto lasciato da produttori tradizionali troppo lenti nel rispondere al cambiamento”.
Questo contesto rappresenta sia una sfida sia un’opportunità per l’industria europea, che dovrà accelerare la trasformazione digitale, rafforzare la resilienza delle catene di fornitura e ridefinire il proprio posizionamento strategico nel mercato globale.
In conclusione, il calo di giugno è più di un semplice rallentamento congiunturale: è il sintomo di una transizione in corso, in cui la capacità di innovare e di adattarsi farà la differenza tra chi guiderà il mercato e chi rischierà di uscirne ridimensionato.