Veicoli elettrici in Cina: entro il 2030 sopravviveranno solo 15 brand su 129

| 04/07/2025
Veicoli elettrici in Cina: entro il 2030 sopravviveranno solo 15 brand su 129

Lo scenario di AlixPartners tra consolidamento, ipercompetizione e sostegno pubblico. Il più grande mercato auto del mondo si prepara a una nuova selezione naturale industriale.

Secondo un’analisi pubblicata dalla società di consulenza AlixPartners, solo 15 delle attuali 129 case automobilistiche attive nel settore dei veicoli elettrici (EV) e ibridi plug-in (PHEV) in Cina saranno finanziariamente sostenibili entro il 2030. Un processo di consolidamento atteso ma non lineare, destinato a ridisegnare la geografia industriale del più grande mercato automobilistico del pianeta.

I 15 brand sopravvissuti – i cui nomi non sono stati esplicitati – controlleranno, secondo le stime, circa il 75% del mercato NEV (New Energy Vehicles) entro fine decennio, con vendite medie annuali di oltre 1 milione di veicoli per ciascuno. Il resto del mercato sarà frammentato, non redditizio o in via di assorbimento o uscita.

Competizione estrema e price war: il “paradosso cinese” dell’innovazione

La Cina è oggi il contesto più dinamico e competitivo per i veicoli a nuova energia: innovazione tecnologica accelerata, fortissima pressione sui prezzi e ingresso continuo di nuovi player. Questo ecosistema ha prodotto avanzamenti tecnologici rapidi e un’efficienza dei costi ineguagliata, ma anche una fragilità strutturale per gran parte delle imprese coinvolte.

“Il mercato NEV cinese è il più competitivo al mondo,” ha dichiarato Stephen Dyer, responsabile automotive per l’Asia presso AlixPartners. “Ma questa competizione ha portato molte aziende sull’orlo della non sostenibilità economica.”

Attualmente, solo BYD e Li Auto risultano essere profittevoli tra i produttori quotati cinesi nel settore EV. Le altre aziende – incluse realtà ben finanziate come Nio o XPeng – continuano a operare in perdita, anche a causa di una sovracapacità produttiva cronica.

Capacità in eccesso e rischio sistemico

Nel 2024, il tasso medio di utilizzo degli impianti automobilistici in Cina è sceso al 50%, il livello più basso dell’ultimo decennio. In un settore ad alta intensità di capitale, questa underutilization genera pressioni enormi sui margini industriali e alimenta una spirale di concorrenza non sostenibile.

La guerra dei prezzi, formalmente criticata anche dai regolatori di Pechino, continua sotto forme indirette: sussidi assicurativi, finanziamenti a tasso zero, pacchetti integrati di servizi post-vendita. Dyer sottolinea come il prezzo ufficiale del veicolo stia diventando solo uno dei molteplici strumenti competitivi in un mercato che cerca di evitare un collasso a catena.

Ostacoli al consolidamento: politica industriale e protezionismo locale

Secondo AlixPartners, il processo di consolidamento in Cina sarà più lento rispetto ad altri mercati, per una ragione precisa: le autorità locali continueranno a sostenere economicamente alcuni brand non redditizi, visti come asset strategici per l’occupazione, la supply chain regionale e il prestigio territoriale.

Questo atteggiamento genera un dualismo tra logica di mercato e logica politica, che ritarda l’efficienza del sistema ma protegge temporaneamente la coesione sociale e industriale. Il fenomeno è particolarmente visibile in province come Anhui, Jiangxi e Chongqing, dove sono attivi molti marchi minori supportati da governi municipali.

Impatti su scala globale: finanza, innovazione e geopolitica

Il quadro delineato da AlixPartners offre spunti critici su più livelli:

  • Finanza: gli investitori internazionali dovranno ricalibrare le valutazioni delle startup EV cinesi, considerando le prospettive reali di consolidamento e break-even, in un contesto di crescente trasparenza regolatoria
  • Tecnologia: i brand che sopravvivranno saranno quelli capaci di sviluppare piattaforme software scalabili, architetture elettriche avanzate e partnership verticali integrate (batterie, infotainment, guida autonoma)
  • Politica industriale: il sostegno selettivo da parte di Pechino determinerà una nuova generazione di “campioni nazionali EV”, con potenziale export su larga scala verso Europa, Sud-Est asiatico, America Latina e Medio Oriente
  • Geopolitica commerciale: la riduzione del numero di attori rilevanti potrebbe concentrare il potere di mercato cinese, creando nuove tensioni con i partner commerciali occidentali e alimentando richieste di misure protezionistiche (dazi, restrizioni sugli standard di sicurezza o ambientali).

Sopravvivenza industriale come selezione darwiniana

Il sistema NEV cinese sta entrando in una fase darwiniana. La crescita quantitativa degli anni passati lascia ora spazio alla razionalizzazione qualitativa, spinta da dinamiche di mercato, innovazione selettiva e intervento statale. La traiettoria tracciata da AlixPartners non solo racconta un possibile futuro dell’industria cinese, ma offre anche una lezione per l’Europa: l’ipercompetizione senza redditività è una strategia insostenibile, se non accompagnata da visione industriale, governance tecnologica e politiche di lungo periodo.

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