Cancellato il team multidisciplinare incaricato della più autorevole analisi federale sugli impatti climatici. Rischi per la governance ambientale, la pianificazione delle politiche pubbliche e il ruolo delle agenzie scientifiche.
La decisione dell’amministrazione Trump di revocare in blocco i quasi 400 collaboratori del National Climate Assessment (NCA6) solleva preoccupazioni profonde sul futuro della governance climatica negli Stati Uniti. L’annuncio, comunicato via email, come visionato da Reuters, ai ricercatori interessati, arriva in un momento critico per la definizione delle strategie di resilienza nazionale ai cambiamenti climatici e interrompe bruscamente una delle attività scientifiche più rilevanti in ambito federale.
Cosa rappresenta il National Climate Assessment
Prevista dal Global Change Research Act del 1990, la Valutazione Nazionale sul Clima è un rapporto quadriennale, peer-reviewed, che sintetizza le conoscenze scientifiche sugli impatti del cambiamento climatico in tutti i settori – energetico, sanitario, agricolo, urbano, infrastrutturale – e fornisce linee guida fondamentali per il legislatore, i decisori pubblici e i settori industriali ad alta esposizione ambientale.
Coordinata dal Global Change Research Program (GCRP) – una struttura interagenzia che coinvolge 14 enti federali – la valutazione rappresenta la spina dorsale della pianificazione climatica americana, influenzando anche la distribuzione di fondi pubblici e l’elaborazione delle normative ambientali.
Una rimozione che azzera il capitale scientifico e istituzionale accumulato
La sospensione collettiva dei collaboratori del NCA6 compromette gravemente non solo il progresso del prossimo rapporto, previsto per il 2028, ma anche la continuità metodologica e istituzionale della valutazione. Il taglio colpisce figure di alto profilo scientifico, provenienti da università, centri di ricerca, agenzie governative e organizzazioni non profit.
Secondo fonti interne, la rimozione è coerente con l’orientamento delineato da Project 2025, la piattaforma programmatica dell’Heritage Foundation che ha ispirato molte delle politiche ambientali dell’amministrazione Trump. In essa si propone di “ridefinire il perimetro e la composizione degli organismi scientifici federali”, aumentando i controlli ideologici sui partecipanti ai programmi di ricerca.
Implicazioni giuridiche e politiche: l’indebolimento del processo basato sull’evidenza
Dal punto di vista giuridico e istituzionale, la sospensione del GCRP e la rimozione del comitato scientifico del NCA6 pongono interrogativi su un possibile vulnus procedurale in contrasto con lo spirito, se non con la lettera, del Global Change Research Act. La legge impone una valutazione periodica, fondata sull’indipendenza scientifica e sull’integrazione delle competenze interagenzia, come strumento di supporto alle politiche pubbliche.
In termini geopolitici, il blocco della NCA rischia di isolare gli Stati Uniti dai principali consessi internazionali sul clima, dove la produzione di dati indipendenti è condizione necessaria per la negoziazione di accordi multilaterali, finanziamenti climatici e partenariati tecnologici.
L’impatto sull’economia e sulla gestione del rischio climatico
L’ultima edizione dell’Assessment (pubblicata nel 2023) evidenziava come il cambiamento climatico stia generando costi crescenti per cittadini e imprese: premi assicurativi in aumento, vulnerabilità delle supply chain, aumento delle spese sanitarie legate a eventi estremi come ondate di calore e inondazioni. Il suo utilizzo da parte di attori economici e finanziari era cresciuto significativamente, soprattutto per il risk assessment e la disclosure ESG.
Con la cancellazione della sesta edizione, i mercati e i policymaker perdono un riferimento affidabile per pianificare investimenti resilienti e valutare l’esposizione sistemica ai rischi climatici. Anche le municipalità e gli Stati – in particolare quelli più esposti come California, Florida, Texas e gli Stati della Rust Belt – vedranno ridursi la qualità dei dati disponibili per la pianificazione territoriale.
Tra riforma scientifica e rischio di paralisi sistemica
Il futuro del National Climate Assessment appare oggi incerto. Mentre l’amministrazione federale rivede “l’ambito del NCA6”, restano aperte questioni cruciali: chi produrrà dati indipendenti? Su quali basi verranno prese le decisioni strategiche su energia, infrastrutture e sicurezza alimentare?
Il caso evidenzia una crescente tensione tra scienza e politica, tra conoscenza condivisa e governance ideologica, tra esigenza di adattamento e approccio negazionista. La gestione pubblica del cambiamento climatico richiede continuità, autorevolezza e indipendenza: elementi oggi messi seriamente in discussione.