Il fallimento del Genius Act al Senato evidenzia le divisioni politiche e le pressioni geopolitiche legate alla nascita di un quadro normativo per i crypto asset. Cresce l’incertezza per l’industria delle stablecoin e per il futuro regolatorio del dollaro digitale.
La promessa di una cornice normativa federale chiara per i crypto-asset ancorati al dollaro, noti come stablecoin, ha subito una brusca battuta d’arresto al Senato degli Stati Uniti. Il Genius Act, disegno di legge sostenuto in maniera bipartisan per regolamentare le stablecoin e introdurre meccanismi di vigilanza, non ha superato la soglia procedurale dei 60 voti necessari per avanzare verso il voto definitivo in aula.
Nonostante mesi di negoziati e pressioni da parte del settore crypto, che ha investito oltre 119 milioni di dollari nelle elezioni congressuali del 2023 per sostenere candidati favorevoli, l’iter legislativo si è arenato su divisioni interne tra repubblicani e democratici, ma anche all’interno degli stessi partiti.
Stablecoin: un asset strategico tra tecnologia e politica monetaria
Le stablecoin, criptovalute ancorate generalmente in rapporto 1:1 al dollaro, sono diventate strumenti chiave per la liquidità istantanea nei mercati crypto e, secondo alcuni analisti, potenziali vettori di innovazione nei pagamenti digitali globali.
Il legislatore statunitense è da tempo sotto pressione per:
- fornire regole chiare su emittenti, riserve e vigilanza prudenziale
- contrastare i rischi di utilizzo illecito e money laundering
- evitare arbitraggio normativo con giurisdizioni estere, in particolare dopo casi come quello di TerraUSD o Tether
- difendere la sovranità del dollaro in un contesto di crescente sperimentazione su valute digitali di Stato (CBDC).
Genius Act: i nodi irrisolti
Il Genius Act, fortemente sostenuto da alcuni senatori repubblicani e figure dell’industria fintech, prevedeva:
- l’autorizzazione di stablecoin ancorate al dollaro da parte di enti regolatori federali
- criteri minimi per le riserve
- limiti per l’uso da parte di operatori stranieri non conformi agli standard AML/KYC
- una supervisione condivisa tra la Federal Reserve e la OCC (Office of the Comptroller of the Currency).
Tuttavia, i senatori democratici hanno espresso forte preoccupazione su carenze in materia di trasparenza e vigilanza estera, soprattutto dopo l’annuncio che la stablecoin di World Liberty Financial, società legata all’ex Presidente Donald Trump, sarà utilizzata da un fondo sovrano di Abu Dhabi per un investimento da 2 miliardi di dollari nel crypto exchange Binance.
Conseguenze geopolitiche e industriali
Il rinvio del disegno di legge ha effetti rilevanti a più livelli:
- Industria fintech: maggiore incertezza normativa per le startup e le società emittenti; potenziale fuga verso giurisdizioni più permissive.
- Politica monetaria: rinviata ancora una volta la definizione di un quadro per dollari digitali privati, in un momento in cui CBDC cinesi ed europee sono già in test avanzati.
- Geopolitica finanziaria: la legittimità internazionale delle stablecoin ancorate al dollaro rischia di essere compromessa in assenza di norme chiare, in un contesto di crescente competizione tra valute digitali sovrane.
Osservazioni politiche: tra logiche elettorali e divergenze strategiche
Il voto negativo ha mostrato fratture trasversali. Due senatori repubblicani — Josh Hawley e Rand Paul — hanno votato contro il disegno di legge insieme ai democratici.
Il senatore Mark Warner, inizialmente favorevole, ha ritirato il proprio sostegno citando la mancanza di un testo definitivo adeguato: “Non posso chiedere ai colleghi di votare su un documento che non è ancora completo”.
La leadership repubblicana ha accusato i democratici di ostacolare un possibile successo bipartisan, mentre crescono le tensioni sull’approccio normativo da tenere con le imprese crypto collegate a figure politiche attive.
Il fallimento del Genius Act
Il fallimento del Genius Act sottolinea le difficoltà strutturali nel creare una regolamentazione coerente e credibile per le stablecoin in un sistema politico polarizzato e condizionato da interessi finanziari sempre più complessi.
In un mondo in cui l’architettura monetaria digitale è ormai un terreno di competizione internazionale, gli Stati Uniti rischiano di perdere leadership normativa e spazio di manovra, lasciando che siano altri — come l’Unione Europea o la Cina — a scrivere le regole del nuovo sistema finanziario globale.