Tra crollo delle vendite, nuovi competitor asiatici e controversie legate a Elon Musk, Tesla affronta una fase critica nel mercato europeo.
Tesla sta attraversando una fase di significativa contrazione nel mercato europeo. I dati di aprile indicano un calo verticale delle immatricolazioni in quasi tutti i principali Paesi UE: in Svezia, la contrazione ha raggiunto l’81%, mentre in Paesi Bassi, Danimarca e Francia le vendite sono crollate rispettivamente del 74%, 67% e 59%. L’unica eccezione è rappresentata da Italia e Norvegia, che hanno segnato un aumento, rispettivamente del 29% e dell’11,8%.
Si tratta del quarto mese consecutivo di contrazione, in un contesto in cui, paradossalmente, il mercato delle auto completamente elettriche in Europa continua a crescere (+28% nel primo trimestre), mentre Tesla registra un calo del 37,2%.
Una crisi multifattoriale: prodotto, reputazione, concorrenza
L’arretramento di Tesla in Europa si inserisce in un quadro complesso in cui fattori industriali, reputazionali e geopolitici si intrecciano.
1. Perdita di vantaggio competitivo tecnologico
Secondo SC Insights, il vantaggio tecnologico di Tesla è oggi sostanzialmente eroso, soprattutto rispetto all’aggressiva espansione dei produttori cinesi come BYD, Xpeng, SAIC e Chery, che stanno conquistando quote di mercato con veicoli competitivi e a costi inferiori. Le stesse fonti indicano una crescita delle quote cinesi nel segmento full-electric al 2,9% (BYD) e 1,2% (Xpeng), con un ulteriore 3,1% nel comparto plug-in hybrid.
2. Reputazione e posizionamento del marchio
Il brand Tesla in Europa è sotto pressione non solo per ragioni commerciali. La crescente associazione di Elon Musk con posizioni politiche polarizzanti, in particolare con l’area ultraconservatrice, ha avuto ripercussioni dirette sull’immagine aziendale. Un sondaggio recente mostra che il 59% dei potenziali clienti europei è meno incline ad acquistare un’auto Tesla a causa delle esternazioni del CEO.
3. Politica dei prezzi e incentivi al consumo
Tesla ha reagito offrendo sconti su prestiti auto e incentivi finanziari in mercati chiave come Norvegia, Svezia, Germania, Regno Unito e Francia. Ma la strategia promozionale sembra avere impatto limitato nel contenere l’erosione della domanda, anche in attesa della nuova versione del Model Y, prevista in consegna a partire da giugno.
Impatti economici e proiezioni industriali
A livello economico, la crisi europea di Tesla rischia di compromettere gli obiettivi finanziari annuali del gruppo, dopo un primo trimestre chiuso con un calo del 71% dell’utile netto e una contrazione del 20% dei ricavi da attività automobilistiche.
In parallelo, il quadro si aggrava anche sul versante corporate governance. Nonostante le smentite ufficiali, continuano a circolare indiscrezioni su possibili tensioni all’interno del consiglio d’amministrazione in merito al ruolo di Elon Musk come CEO. Le dichiarazioni di quest’ultimo, che ha affermato di voler ridurre il tempo dedicato alla collaborazione con l’amministrazione Trump per concentrarsi nuovamente su Tesla, confermano un momento di riposizionamento strategico.
Riflessioni geopolitiche e regolamentari
Sul piano geopolitico, l’avanzata cinese nei mercati europei dell’auto elettrica complica la politica industriale UE, divisa tra promozione della concorrenza e difesa dell’autonomia tecnologica. In questo contesto, Tesla non può più contare su un posizionamento privilegiato: il suo modello di produzione centralizzata e controllo proprietario si confronta oggi con una filiera asiatica più flessibile, scalabile e cost-effective.
Le tensioni commerciali legate all’introduzione di dazi statunitensi sulle importazioni, così come la proposta dell’UE di un’inchiesta sui sussidi di Stato cinesi ai produttori di EV, si inseriscono in un quadro di deglobalizzazione selettiva, in cui Tesla rischia di essere schiacciata tra il protezionismo e la concorrenza.
Quale futuro per Tesla in Europa?
Il quadro che emerge è quello di un’azienda leader di prima generazione in cerca di un nuovo equilibrio competitivo. La sfida per Tesla non è solo commerciale, ma sistemica: ricostruire fiducia, aggiornare l’offerta e rientrare in sintonia con un continente che sta ridefinendo i propri modelli di mobilità sostenibile, innovazione industriale e consumo etico.
Il lancio del nuovo Model Y sarà un primo test, ma il vero banco di prova sarà la capacità dell’azienda di adattarsi a un ecosistema multipolare, normativamente più stringente e culturalmente meno allineato con la figura del suo fondatore.