Lo stato di inefficienza e burocrazia delle nostre amministrazioni pubbliche richiederebbe un intenso innesto di tecnologie emergenti. Rimane il dubbio sulla applicabilità quotidiana, senza un adeguamento delle procedure preesistenti e una riformulazione della struttura organizzativa della PA.
Nelle ultime settimane del 2024 la UE ha presentato il Report Adoption of AI, Blockchain and other emerging technologies within the European Union, realizzato dal Public Sector Tech Watch (PSTW), un’iniziativa di ricerca istituita dalla Commissione Europea per monitorare e analizzare l’uso delle tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale e la blockchain, all’interno del settore pubblico europeo.
Il Report Adoption of AI, Blockchain and other emerging technologies within the European Union
Attraverso una raccolta sistematica di dati e casi d’uso (consulta qui i vari dataset), il Report del PSTW punta ad offrire una visione approfondita del livello di adozione delle tecnologie emergenti nei vari Paesi membri dell’Unione Europea.
L’intento e’ quello di identificare le migliori pratiche e le sfide più rilevanti per la trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione.
L’Osservatorio rappresenta una piattaforma molto utile per la diffusione di informazioni sulle iniziative di digitalizzazione del settore pubblico in Europa e, in particolare, sull’integrazione di tecnologie innovative volte a migliorare i servizi offerti ai cittadini.
In tal senso, il PSTW risulta di particolare rilievo anche nell’attività di promozione dell’innovazione e nel ruolo di spinta alla collaborazione tra le amministrazioni pubbliche, con l’obiettivo di contribuire al dialogo e alla condivisione delle esperienze fra i diversi paesi dell’Unione Europea.
L’adozione dell’Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione italiana
Dalla raccolta di dati del PSTW emergono interessanti informazioni sul livello di adozione dell’Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione italiana.
L’Italia registra una significativa azione di integrazione di queste tecnologie.
Si classifica “formalmente” al terzo posto tra i Paesi europei in termini di numero di progetti di IA “censiti” dall’Osservatorio.
Con il 10,63% dei progetti di IA registrati, l’Italia è superata solo da Germania (12,77%) e Paesi Bassi (11,93%), mentre si posiziona davanti alla Spagna (6,04%).
Questo dato evidenzia un formale forte impegno italiano nel promuovere l’innovazione tecnologica nella gestione dei servizi pubblici.
Diversi livelli di sviluppo
Più in dettaglio, l’adozione dell’IA nella Pubblica Amministrazione italiana registra diversi livelli di sviluppo:
- Il 48,92% dei progetti censiti è già stato implementato, dimostrando una notevole maturità nell’uso operativo dell’IA.
- Il 29,50% dei progetti è ancora in fase pilota, quindi con una sperimentazione in corso per valutare l’efficacia delle nuove soluzioni tecnologiche.
Il coinvolgimento delle amministrazioni locali
Per quanto riguarda il tipo di amministrazioni coinvolte, la maggior parte delle iniziative è gestita dalle amministrazioni locali (35,97%), seguite dal Governo centrale (21,59%) e dalle amministrazioni regionali (17,99%).
Questi dati indicano come l’adozione delle tecnologie emergenti non sia limitata esclusivamente alle grandi amministrazioni centrali.
Sono coinvolte, infatti, anche realtà locali più vicine ai cittadini, contribuendo a migliorare la qualità dei servizi e la trasparenza dei processi amministrativi.
Resta da vedere se i risultati di tali progetti siano effettivamente usati, quando non intralcino o si scontrino con le preesistenti procedure.
Cosi’ come sarebbe importante verificare se effettivamente vengano portati a compimento.
Lo stato di difficoltà delle nostre amministrazioni pubbliche (ancora dominate dalla inefficienza e dalla burocrazia preesistente) richiederebbe un pesante innesto di nuove applicazioni di tecnologie emergenti.
Rimane, tuttavia, il dubbio sulla possibilità che tali sperimentazioni possano essere implementate e praticate quotidianamente senza un adeguamento delle procedure preesistenti
Tutto cio’ richiederebbe, a sua volta, una riformulazione della struttura organizzativa.
Il che è ancora più sfidante, tanto più nelle aministrazioni regionali e locali.