Tech war e sovranità digitale: chi fornirà i chip di nuova generazione a DeepSeek?

RedazioneRedazione
| 22/08/2025
Tech war e sovranità digitale: chi fornirà i chip di nuova generazione a DeepSeek?

Il debutto del modello V3.1 di DeepSeek, progettato per chip domestici, apre scenari inediti sulla corsa della Cina verso l’autonomia tecnologica. Huawei, Cambricon, Moore Threads, Hygon e MetaX i candidati più accreditati, tra ambizioni industriali e pressioni geopolitiche.

DeepSeek e l’indizio che ha acceso la corsa

Con un solo messaggio pubblicato su WeChat, la startup di Hangzhou DeepSeek ha scatenato un’ondata di speculazioni. L’annuncio che la versione V3.1 del proprio modello linguistico, ottimizzata per il nuovo standard di calcolo UE8M0 FP8, sarebbe stata “progettata per chip domestici di prossima uscita” ha immediatamente catalizzato l’attenzione di analisti, investitori e policy maker. Nel mercato cinese, dove la comunicazione criptica è spesso parte della strategia competitiva, la frase ha assunto i contorni di una dichiarazione politica: l’intelligenza artificiale di nuova generazione non dipenderà più solo da hardware occidentale, ma sarà in grado di funzionare su soluzioni sviluppate all’interno dei confini nazionali.

UE8M0 FP8: un formato tecnico che diventa simbolo politico

Il riferimento allo standard UE8M0 FP8 non è un dettaglio marginale. Si tratta di un formato numerico a precisione ridotta pensato per l’addestramento e l’inferenza dei modelli di intelligenza artificiale. La sua implementazione consente di ridurre drasticamente i consumi di memoria e di accelerare i calcoli, rendendo più efficiente l’elaborazione di reti neurali sempre più complesse. Ma in questo contesto, la valenza è soprattutto politica: annunciare che un grande modello cinese è già ottimizzato per “chip in arrivo” significa preparare il terreno a un salto tecnologico di portata nazionale. È un messaggio rivolto agli investitori, ma anche a Washington: nonostante i blocchi all’export imposti dagli Stati Uniti, Pechino sta costruendo un ecosistema alternativo che mira alla piena autosufficienza.

I possibili fornitori: tra giganti e nuove promesse

Le ipotesi sui fornitori si concentrano su cinque attori. Huawei, con la sua linea di processori Ascend, rappresenta il candidato più naturale: ha già dimostrato capacità di produzione in settori avanzati, nonostante le sanzioni. Cambricon Technologies, spin-off dell’Accademia cinese delle scienze, ha esperienza consolidata nei chip per intelligenza artificiale e collabora con grandi data center. Moore Threads, giovane ma aggressiva realtà di GPU, punta a sfidare Nvidia e AMD con architetture proprietarie. Hygon Information Technology, frutto di joint venture nel settore x86, è un attore più di nicchia, ma in crescita. Infine, MetaX Integrated Circuits, start-up emergente, si è distinta per capacità di innovazione rapida. Non è escluso che DeepSeek intenda supportare contemporaneamente più di un fornitore, costruendo una piattaforma multipolare che riduca i rischi di dipendenza da un singolo player.

L’effetto geopolitico: verso la dipendenza zero

La scelta di puntare su chip domestici si inserisce nella strategia di “dual circulation” promossa da Pechino: rafforzare la capacità interna di innovazione per ridurre l’esposizione ai vincoli esterni. Le autorità cinesi hanno già imposto che almeno metà dei chip nei data center pubblici provenga da produttori nazionali, una misura che incentiva sia la domanda sia gli investimenti interni. In questo scenario, DeepSeek diventa un catalizzatore: dimostra che i modelli più avanzati non devono più essere legati esclusivamente ad hardware americano, e segnala al mercato che l’ecosistema tecnologico cinese sta rapidamente maturando. L’impatto non riguarda solo il settore AI, ma l’intera architettura della politica industriale globale, con conseguenze dirette sulle catene di fornitura, sugli equilibri commerciali e sulle strategie di investimento.

Le implicazioni giuridiche e regolatorie

L’adozione di chip domestici apre un fronte legale complesso. La compatibilità dei modelli AI con hardware nazionale deve passare per processi di certificazione e di sicurezza informatica sempre più stringenti. Inoltre, la proprietà intellettuale legata alle nuove architetture — sia hardware sia software — diventerà oggetto di contesa. A ciò si aggiunge la necessità di coordinare le normative locali con quelle internazionali: per DeepSeek, che ambisce a competere sul mercato globale, la sfida sarà sviluppare modelli compatibili con standard internazionali senza tradire gli imperativi di sovranità digitale imposti da Pechino. Le istituzioni cinesi, dal canto loro, dovranno bilanciare incentivi all’innovazione con controlli rigorosi su sicurezza dei dati e utilizzo responsabile dell’AI.

Una questione industriale e finanziaria

Dal punto di vista industriale, la notizia ha avuto riflessi immediati: diversi titoli del comparto semiconduttori cinesi hanno registrato rialzi significativi in Borsa, segnalando la fiducia degli investitori nella solidità della filiera nazionale. Questo dimostra che la strategia di autosufficienza non è più percepita come aspirazione di lungo periodo, ma come traguardo concreto. Sul piano finanziario, la prospettiva di chip domestici utilizzabili per modelli di nuova generazione apre scenari di raccolta capitali per le start-up, di fusioni e acquisizioni e di partnership strategiche tra pubblico e privato. In sostanza, il caso DeepSeek non riguarda solo la tecnologia, ma il riposizionamento dell’intero sistema industriale cinese nella “tech war” globale.

DeepSeek come cartina di tornasole del nuovo equilibrio tecnologico

Il breve annuncio della start-up di Hangzhou si è trasformato in un evento simbolico: un indizio di come la Cina stia ridefinendo i confini della propria sovranità tecnologica. Se i chip domestici si dimostreranno realmente competitivi, la partita globale dei semiconduttori entrerà in una nuova fase, caratterizzata da sistemi paralleli e meno interoperabili. Per gli Stati Uniti e i loro alleati sarà il segnale che le sanzioni non bastano a frenare la corsa di Pechino; per la Cina, una conferma che l’investimento pluriennale in ricerca e industria sta iniziando a dare frutti tangibili. DeepSeek, con il suo V3.1, non ha solo presentato un modello AI: ha acceso il dibattito su chi controllerà le fondamenta tecnologiche del futuro.

Barberio & Partners s.r.l.

Via Donatello 67/D - 00196 Roma
P.IVA 16376771008

Policy
Privacy Policy
Cookie Policy
Termini e Condizioni
iscriviti alla nostra newsletter
Questo sito è protetto da reCAPTCHA e la Informativa sulla Privacy di Google, nonché i Termini di Servizio sono applicabili.