Il colosso cinese dei semiconduttori SMIC è accusato da Taiwan di aver violato le leggi locali assumendo illegalmente ingegneri e specialisti del settore tecnologico. Al centro della controversia: società offshore, operazioni segrete e lo scontro globale per la supremazia nei chip.
L’accusa: SMIC recluta talenti taiwanesi sotto copertura
Il Ministero della Giustizia di Taiwan, attraverso il Bureau Investigativo (MJIB), ha accusato il maggiore produttore cinese di semiconduttori, SMIC (Semiconductor Manufacturing International Co.), di aver reclutato illegalmente professionisti high-tech taiwanesi utilizzando entità offshore e false aziende estere come copertura.
“SMIC ha creato una sussidiaria sull’isola sotto la copertura di investimenti esteri tramite una società con sede a Samoa, e ha avviato un’attiva campagna di reclutamento locale,” si legge nel comunicato del MJIB.
Le indagini, iniziate nel dicembre 2024, coinvolgono 11 imprese cinesi, 90 persone interrogate e 34 perquisizioni eseguite in tutto il territorio taiwanese.
Una sfida globale: chip e potere geopolitico
SMIC è da tempo al centro delle tensioni tecnologiche tra Stati Uniti, Cina e Taiwan. Nel 2023, l’azienda è finita sotto i riflettori per aver prodotto il chip a 7 nanometri utilizzato da Huawei, nonostante le restrizioni imposte dagli Stati Uniti.
Già inserita nella blacklist commerciale USA, SMIC ha il compito strategico di colmare il divario tecnologico con i leader globali del settore, in particolare la taiwanese TSMC, che domina la produzione di chip avanzati a livello mondiale.
Tuttavia, le sanzioni statunitensi impediscono a SMIC di accedere a macchinari avanzati per la produzione di chip, in particolare quelli forniti dall’europea ASML, bloccando il progresso verso tecnologie a 5 nm e oltre.
Taiwan: terra di chip, terra di talento
Taiwan è il cuore pulsante dell’industria globale dei semiconduttori, grazie alla leadership di TSMC e alla presenza di un ecosistema industriale e accademico altamente specializzato. Proprio per questo, la guerra per il talento è diventata sempre più aggressiva.
“Le imprese cinesi spesso operano sotto falsa identità, fingendo di essere aziende taiwanesi o a capitale estero, ma sono in realtà controllate da investitori cinesi,” ha dichiarato il MJIB.
“Operano senza autorizzazione del governo, utilizzano agenzie di collocamento per falsificare la provenienza e l’identità dei dipendenti.”
Reazioni e scenari futuri
SMIC non ha ancora commentato ufficialmente le accuse, mentre CNBC riferisce di non aver potuto verificare in modo indipendente le affermazioni del governo taiwanese.
Nel frattempo, gli Stati Uniti stanno lavorando per attrarre i talenti taiwanesi, spingendo TSMC ad aprire nuovi impianti di produzione su suolo americano, come già avvenuto in Arizona.
Con la crescente polarizzazione tra blocchi tecnologici, Taiwan è diventata un campo di battaglia cruciale per la supremazia globale nei semiconduttori, dove il capitale, la tecnologia e il capitale umano sono armi strategiche.