Con investimenti miliardari, reclutamento strategico e infrastrutture critiche di dati, Meta e Scale AI guidano un’accelerazione senza precedenti nello sviluppo dell’intelligenza artificiale generale. Tra potere tecnologico privato, concorrenza geopolitica e nuove sfide di regolazione, si delinea il prossimo campo di battaglia per la leadership globale nel XXI secolo.
La corsa alla superintelligenza: Meta alza la posta
Nel 2025, Meta ha accelerato drasticamente i suoi investimenti nel settore dell’intelligenza artificiale, destinando tra i 60 e i 65 miliardi di dollari allo sviluppo di infrastrutture e modelli di IA avanzata. Al centro di questa strategia c’è il neonato “gruppo della superintelligenza”, guidato personalmente da Mark Zuckerberg. L’obiettivo è esplicito: costruire una AGI (Artificial General Intelligence) in grado di superare le capacità cognitive umane.
Questa scelta segna un cambio di passo radicale, non solo tecnologico, ma anche culturale e organizzativo. Zuckerberg, deluso dai limiti del modello LLaMA 4 e dai ritardi nel rilascio di “Behemoth”, ha preso il comando diretto del reclutamento, incontrando candidati personalmente nelle sue residenze private e coordinando il tutto via WhatsApp attraverso un gruppo chiamato Recruiting Party. L’intero team opererà a Menlo Park, in prossimità del suo ufficio, a dimostrazione dell’impegno personale e strategico del CEO.
Infrastrutture e potere computazionale: il ruolo di Scale AI
Parallelamente, Scale AI, fondata nel 2016 da Alexandr Wang, si è affermata come piattaforma infrastrutturale di riferimento per la costruzione e l’addestramento dei modelli linguistici di ultima generazione. L’azienda combina automazione intelligente e annotazione umana esperta per generare set di dati di alta qualità. Attualmente gestisce oltre 10 milioni di annotazioni settimanali, fungendo da motore di base per LLM (Large Language Models) in tutti i principali settori.
La solidità tecnologica della piattaforma ha attratto non solo big tech e istituzioni finanziarie, ma anche il Dipartimento della Difesa statunitense. L’impegno di Scale AI nel fornire soluzioni sicure, tracciabili e scalabili la rende oggi uno snodo cruciale dell’ecosistema strategico dell’IA. Non è un caso che Wang sia stato recentemente ascoltato dal Congresso USA, e che sieda nel board di grandi gruppi come Expedia.
Geopolitica della superintelligenza: tra egemonia digitale e sicurezza
L’emergere di Meta e Scale AI come hub strategici per l’AGI rientra in un contesto globale segnato da forti tensioni: gli Stati Uniti devono fronteggiare la crescente assertività della Cina, l’avanzata del Regno Unito con DeepMind, e l’aggressiva politica di investimento giapponese nel settore. In questo scenario, il rafforzamento di player privati con capacità quasi statali — sia in termini di risorse sia in termini di influenza regolatoria — solleva interrogativi chiave sulla governance democratica della tecnologia.
L’approccio di Zuckerberg, in particolare, solleva questioni complesse: dalla concentrazione del potere decisionale alla scarsità di accountability pubblica nella gestione di strumenti potenzialmente capaci di alterare gli equilibri cognitivi e informativi globali. Al contempo, la natura dual-use dell’IA — civile e militare — implica ricadute dirette su sicurezza nazionale, intelligence e autonomia strategica.
L’AGI come nuova frontiera della politica industriale
L’investimento in superintelligenza si configura anche come il cuore pulsante di una nuova politica industriale digitale. L’adozione di modelli AGI richiede sovranità computazionale, catene del valore resilienti e competenze strategiche in grado di scalare sia l’infrastruttura fisica che quella normativa.
Le PMI, le startup e i centri di ricerca europei, in particolare, rischiano di rimanere ai margini di una transizione guidata da capitali privati e logiche extra-europee. In questo contesto, l’UE è chiamata a una risposta articolata: investimenti coordinati, infrastrutture federate, politiche di formazione avanzata e, soprattutto, una strategia geopolitica dell’intelligenza artificiale.
Verso un nuovo ordine cognitivo globale
La leadership di Zuckerberg e Wang nel ridisegnare il panorama della superintelligenza non è solo un fenomeno tecnologico, ma un evento strutturale destinato a ridefinire le logiche di potere, conoscenza e innovazione nel XXI secolo.
Affrontare la sfida dell’AGI non significa solo sviluppare modelli più potenti, ma anche costruire un nuovo contratto sociale digitale. Dove l’accesso, l’equità, la sicurezza e l’etica siano elementi coessenziali al progresso tecnologico. L’alternativa è assistere, da spettatori, alla privatizzazione del futuro cognitivo dell’umanità.