Dallo spostamento della produzione Maserati a Modena alla smentita su ipotesi di fusione con Renault: il gruppo automobilistico italo-francese muove leve strategiche tra industria, governance e geopolitica.
Nel pieno di una fase di consolidamento strategico e razionalizzazione operativa, Stellantis — il colosso nato dalla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e PSA Groupe — ha annunciato due sviluppi chiave che confermano la complessità e l’interconnessione tra asset produttivi, governance aziendale e posizionamento geopolitico-industriale.
Produzione Maserati: da Mirafiori a Modena, ritorno alle origini e rilancio del brand
Il gruppo ha reso noto che entro la fine del 2025 la produzione delle sportive Maserati sarà trasferita dallo stabilimento torinese di Mirafiori a quello di Modena, città natale dello storico marchio. Il trasferimento interesserà i modelli GranTurismo e GranCabrio, e si inserisce all’interno di una più ampia revisione del piano industriale di Maserati, congelato lo scorso anno e attualmente in fase di ridefinizione, anche alla luce delle difficoltà registrate dal marchio nel segmento luxury.
Il ritorno a Modena, cuore pulsante della Motor Valley italiana, rappresenta un’operazione dal forte valore simbolico e funzionale: la prossimità con altri poli d’eccellenza come Ferrari e Lamborghini può rafforzare le sinergie territoriali e incrementare l’attrattività tecnologica e ingegneristica dell’area.
Le organizzazioni sindacali (Fim, Uilm, Fismic, Uglm, Aqcfr) hanno accolto con favore il potenziale impatto positivo sull’occupazione e la specializzazione a Modena, pur sollecitando un impegno concreto sul fronte Mirafiori, chiedendo l’assegnazione di ulteriori modelli a produzione di massa per garantire la sostenibilità dello storico stabilimento piemontese.
Fiat 500 ibrida: la nuova scommessa per il rilancio di Mirafiori
Contestualmente, Stellantis punta sul rilancio dello stabilimento di Mirafiori con l’introduzione della nuova Fiat 500 ibrida, il cui lancio è previsto entro fine anno. Dopo una serie di stop produttivi legati alla debole domanda per la versione full-electric, il gruppo intende capitalizzare il segmento ibrido come leva di transizione in mercati ancora reticenti alla completa elettrificazione. L’operazione è significativa non solo per la sopravvivenza dell’impianto, ma anche per la strategia globale del gruppo in materia di powertrain e posizionamento nei mercati europei.
Governance e consolidamento: Elkann smentisce voci di fusione con Renault
Parallelamente alle mosse industriali, Stellantis ha dovuto affrontare un’ondata di speculazioni circa una possibile fusione con Renault, anch’essa parte integrante del panorama automobilistico europeo. Il presidente di Stellantis, John Elkann, ha categoricamente smentito l’esistenza di colloqui in corso durante il FT Future of the Car Summit di Londra, dove ha preso parte a un panel con il CEO di Renault, Luca de Meo.
Le indiscrezioni, circolate per mesi e già respinte nell’ottobre precedente, si inserivano in un contesto geopolitico che vede sempre più stretti i margini per operazioni cross-border su larga scala, anche alla luce di vincoli regolatori, criticità antitrust e dinamiche di sovranità industriale. Elkann ha ribadito l’autonomia e l’indipendenza della strategia Stellantis, ponendo l’accento sul valore della fusione già realizzata con PSA, che ha dato vita a un gruppo multi-brand capace di competere globalmente con oltre 14 marchi attivi tra Europa, Nord America e Asia.
Riflessioni strategiche: tra politiche industriali europee e diritto della concorrenza
In un contesto globale segnato da politiche industriali sempre più protettive, dalla ridefinizione delle catene del valore e dalla competizione sino-americana sull’elettrico, Stellantis si muove tra razionalizzazione produttiva e stabilizzazione governance. La scelta di non intraprendere nuove fusioni in questa fase appare coerente con una strategia di consolidamento interno, ottimizzazione degli asset e contenimento del rischio regolatorio.
Le recenti dinamiche pongono inoltre riflettori sul diritto dell’innovazione e sulla necessità di una politica industriale europea più integrata, in grado di sostenere la competitività di player continentali senza generare distorsioni concorrenziali. L’attenzione alle sinergie territoriali — come nel caso della Motor Valley — e la centralità delle scelte in materia di powertrain, sostenibilità e digitalizzazione, confermano la necessità di una visione sistemica che sappia integrare impresa, innovazione e governance.
Continuità industriale, coerenza strategica e attrattività tecnologica
Il doppio annuncio di Stellantis, da un lato sulla riallocazione della produzione Maserati e dall’altro sulla smentita di una possibile fusione con Renault, riflette una strategia chiara: presidiare le proprie eccellenze produttive, valorizzare i brand iconici e mantenere autonomia strategica in un mercato in profonda trasformazione.
La sfida per Stellantis sarà ora coniugare continuità industriale, coerenza strategica e attrattività tecnologica, in un contesto in cui il futuro dell’automotive europeo si giocherà sempre più sulla capacità di innovare mantenendo salde le radici territoriali e culturali.