Durante l’annuale assemblea degli azionisti di Stellantis, il presidente John Elkann ha lanciato un forte segnale d’allarme: le attuali politiche commerciali statunitensi e gli standard ambientali europei minacciano la tenuta dell’intera industria automobilistica occidentale, proprio mentre la concorrenza cinese guadagna terreno.
L’allarme del presidente Elkann
«Con l’attuale combinazione di tariffe penalizzanti e regolamenti troppo rigidi, le industrie automobilistiche di Stati Uniti ed Europa sono messe seriamente a rischio», ha dichiarato Elkann. «Sarebbe una tragedia, perché il settore automobilistico è un motore di occupazione, innovazione e coesione sociale.»
Stellantis, il quarto costruttore mondiale per vendite, è oggi alla ricerca di un nuovo amministratore delegato dopo l’uscita, lo scorso dicembre, di Carlos Tavares. Elkann ha confermato che la nomina è prevista entro il primo semestre del 2025 e fonti Reuters riferiscono che la rosa dei candidati è stata ristretta a cinque nomi, tra cui due interni: Antonio Filosa, responsabile per il Nord America, e Maxime Picat, a capo degli acquisti globali.
Scenario globale “estremo” e rischio Cina
Elkann ha definito le attuali condizioni del mercato auto «estreme», sottolineando come i mercati congiunti di Europa e Stati Uniti rischino, per la prima volta nella storia, di essere sorpassati dalla Cina in termini di produzione e vendite.
Negli Stati Uniti, ha osservato, i produttori devono affrontare «una stratificazione di dazi aggiuntivi», che si sommano all’attuale tariffa del 25% sulle importazioni automobilistiche, includendo acciaio, alluminio e componentistica.
Tuttavia, Elkann ha mostrato moderato ottimismo per la possibilità di una revisione dei dazi annunciata dal presidente Donald Trump, che potrebbe esentare temporaneamente i partner commerciali regionali come Messico e Canada.
L’Unione Europea e una transizione “scollegata dalla realtà”
Sul fronte europeo, le critiche del presidente Stellantis si sono concentrate sul quadro normativo ambientale, ritenuto troppo ambizioso e poco aderente alla realtà di mercato.
«La regolamentazione UE sulle emissioni di CO₂ impone un percorso di elettrificazione irrealistico. Gli incentivi all’acquisto sono stati ritirati con troppa fretta e l’infrastruttura di ricarica resta largamente insufficiente», ha dichiarato Elkann. Il risultato, secondo il presidente, è un rallentamento tangibile nella transizione ai veicoli elettrici.
Un’industria sull’orlo di una svolta
Le parole di Elkann arrivano in un momento cruciale, dove politiche industriali, normative ambientali e scenari geopolitici convergono a definire il futuro dell’auto in Occidente. Tra dazi, elettrificazione forzata e concorrenza cinese, il prossimo CEO di Stellantis dovrà guidare un gruppo sotto pressione, ma ancora centrale per la competitività europea e americana.