Startup militari in ascesa: l’ecosistema hi-tech israeliano tra battlefield innovation e export europeo record

RedazioneRedazione
| 08/07/2025
Startup militari in ascesa: l’ecosistema hi-tech israeliano tra battlefield innovation e export europeo record

La nuova frontiera dell’industria della difesa: riservisti e innovatori spingono l’export israeliano a 14,8 miliardi di dollari. Ma tra crescita tecnologica e pressioni geopolitiche, si apre un nuovo scenario per il mercato europeo.

L’industria della difesa israeliana vive un’accelerazione senza precedenti, alimentata da un ecosistema di startup nate direttamente dal campo di battaglia. Tra i protagonisti, il riservista e professionista high-tech Zach Bergerson, che ha sviluppato SkyHoop, un dispositivo wearable basato su tecnologia mobile per rilevare droni nemici in tempo reale. Un’invenzione nata dall’urgenza sul campo e oggi in fase di sperimentazione in Ucraina, con trattative in corso per una prova pilota presso il Dipartimento della Difesa statunitense.

Innovazione bottom-up: riservisti, battlefield technology e capitale di rischio

SkyHoop è solo una delle oltre cento startup nate in Israele dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Secondo Startup Nation Central, oltre un terzo delle difesa-tech registrate sono state fondate successivamente all’inizio della guerra a Gaza. Molti dei fondatori sono riservisti con background nel settore tecnologico (il 20% dei riservisti israeliani lavora nell’hi-tech), che hanno tradotto in innovazione concreta le esigenze tattiche vissute in combattimento.

Questa nuova ondata imprenditoriale ha attirato l’attenzione di fondi venture capital statunitensi e israeliani, tradizionalmente distanti dal comparto difesa per ragioni normative e reputazionali. Un esempio è Protego Ventures, co-fondata dalla riservista Lital Leshem, che ha raccolto 100 milioni di dollari per investire in aziende emergenti: “I riservisti stanno creando aziende per risolvere problemi reali che hanno vissuto in prima persona”, ha dichiarato.

Il riorientamento del mercato: Israele guarda all’Europa

Tradizionalmente, gli Stati Uniti sono stati il target privilegiato per l’export tecnologico israeliano. Ma la geografia commerciale sta cambiando. L’inasprimento del contesto internazionale e le dichiarazioni del presidente Trump, che invita l’Europa ad aumentare l’autonomia difensiva, spingono i Paesi europei a investire nel rinnovamento delle proprie capacità militari.

Il nuovo piano NATO prevede che gli Stati membri dedichino il 5% del PIL alla difesa (3,5% per armamenti e personale, 1,5% per investimenti correlati alla sicurezza), con una proiezione decennale di centinaia di miliardi di euro. In questo contesto, le esportazioni israeliane verso l’Europa hanno raggiunto il 50% del totale nel 2024, segnando un balzo rispetto al 35% dell’anno precedente.

Una corsa all’innovazione tra startup e colossi industriali

Il boom delle startup pone un dilemma strategico per i grandi player industriali israeliani — Elbit, Rafael, Israel Aerospace Industries — chiamati a scegliere tra acquisizione delle nuove realtà o accelerazione dei propri processi interni di R&D. “Siamo entrati in un mondo diverso”, ha affermato Avi Hasson di Startup Nation Central, che paragona l’attuale fermento difensivo all’inizio dell’era smartphone.

Ma se da un lato si moltiplicano le opportunità, dall’altro cresce anche il rischio di backlash politico. Le esportazioni israeliane, nonostante l’eccellenza tecnologica, sono oggetto di crescenti pressioni da parte di attivisti e governi critici verso le operazioni militari in corso nella Striscia di Gaza. Secondo fonti locali, oltre 57.000 palestinesi – in maggioranza civili – sarebbero stati uccisi dall’inizio del conflitto. Un dato che il generale di riserva Yair Kulas, capo della Direzione per la Cooperazione Internazionale del Ministero della Difesa israeliano, riconosce come “una sfida enorme” per il posizionamento internazionale del settore.

Prospettive e rischi per il 2025

Le startup nate da esperienze dirette in guerra godono oggi di una legittimazione senza precedenti nel settore difesa. La combinazione di esperienza sul campo, capacità tecnica e accesso al capitale sta ridefinendo la leadership industriale nel comparto militare. Ma senza un framework normativo e diplomatico solido, il rischio è che l’espansione tecnologica si scontri con barriere etiche, politiche e legali nei mercati esteri.

Il futuro dell’industria della difesa israeliana si giocherà quindi su più piani: l’efficienza della tecnologia, la sostenibilità geopolitica e la capacità di costruire partnership industriali stabili in un’Europa sempre più strategicamente autonoma.

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