L’imminente regolamentazione federale delle stablecoin negli Stati Uniti apre scenari inediti per la domanda di titoli del Tesoro a breve termine. Opportunità di rilancio per il dollaro come valuta globale, ma anche nuove vulnerabilità per il sistema finanziario tradizionale.
Mentre le stablecoin si avviano a diventare una componente strutturale della finanza digitale statunitense, il loro impatto sui mercati obbligazionari, in particolare su quello dei Treasury bill (T-bill) a breve scadenza, suscita un acceso dibattito tra analisti, regolatori e operatori istituzionali. Il Congresso USA è vicino all’approvazione di una legge federale che introdurrebbe un quadro normativo formale per queste criptovalute ancorate al dollaro. Un passaggio cruciale che potrebbe consolidare l’adozione delle stablecoin, ma anche alterare gli equilibri del mercato obbligazionario sovrano più profondo al mondo.
Un’adozione regolata che ristruttura il mercato
Il disegno di legge, atteso al voto in Senato già la prossima settimana, impone nuovi standard di trasparenza e solidità agli emittenti di stablecoin. Le riserve dovranno essere interamente costituite da asset liquidi – dollari o titoli del Tesoro a breve termine – accompagnati da rendicontazioni mensili obbligatorie. Se approvato, il provvedimento potrebbe innescare un massiccio acquisto di T-bill da parte di operatori come Circle e Tether, che già oggi detengono 166 miliardi di dollari in Treasury secondo Bain & Company.
Secondo le stime di Standard Chartered, l’attuale mercato delle stablecoin, oggi pari a circa 247 miliardi di dollari, potrebbe crescere fino a 2.000 miliardi entro il 2028, innescando una domanda straordinaria di titoli pubblici a breve scadenza. JP Morgan prevede che gli emittenti di stablecoin possano diventare il terzo acquirente di T-bill nel mondo.
L’effetto leva sulle emissioni sovrane
Per alcuni analisti, come Roger Hallam di Vanguard, l’eventuale crescita della domanda di debito pubblico a breve termine potrebbe offrire un’opportunità strategica al Tesoro USA: bilanciare l’offerta tra titoli a breve e lungo termine, alleggerendo le pressioni attuali sui rendimenti delle obbligazioni decennali e trentennali. Un riequilibrio delle emissioni che potrebbe contribuire a contenere il costo del debito in un contesto di deficit strutturale crescente.
Il Chief Investment Officer di Bitwise Asset Management, Matt Hougan, ha sottolineato come la regolamentazione delle stablecoin possa rafforzare la posizione del dollaro come valuta di riserva globale, ampliandone la circolazione attraverso strumenti digitali sicuri e trasparenti.
Rischi sistemici e vulnerabilità regolamentari
Non mancano tuttavia le preoccupazioni. Gli esperti di Moody’s e JP Morgan avvertono che un’adozione massiva e non coordinata delle stablecoin potrebbe amplificare la volatilità del mercato obbligazionario, soprattutto in situazioni di sfiducia improvvisa o pressioni regolatorie. Uno scenario di “corsa alla liquidità” potrebbe tradursi in vendite massive di T-bill, con conseguenti pressioni ribassiste sui prezzi e rischio contagio per i mercati obbligazionari più ampi.
Il Treasury Borrowing Advisory Committee ha, inoltre, evidenziato i potenziali effetti sostitutivi: se le stablecoin sostituissero parte dei depositi bancari, la capacità delle banche di acquistare titoli pubblici e sostenere il credito all’economia reale potrebbe ridursi.
Anche i fondi monetari – che investono principalmente in T-bill – stanno monitorando la situazione. Pete Crane di Crane Data osserva che il mercato delle stablecoin dovrebbe ancora crescere in modo esponenziale per rappresentare una minaccia concreta alla stabilità finanziaria, ma non esclude scenari di stress in caso di liquidazioni rapide e coordinate.
Precedenti e vulnerabilità del settore
Eventi passati come il de-peg della stablecoin Tether nel 2022 e la crisi della USD Coin di Circle nel 2023 (dovuta al collasso della Silicon Valley Bank) non hanno avuto impatti sistemici. Tuttavia, secondo Mark Hays di Americans for Financial Reform, il rischio latente rimane: l’adozione diffusa di stablecoin, una volta normata, potrebbe fungere da ponte diretto tra la finanza decentralizzata e quella istituzionale, con tutti i rischi di trasmissione che ne derivano.
L’evoluzione normativa delle stablecoin negli Stati Uniti rappresenta un crocevia cruciale per l’equilibrio tra innovazione finanziaria, stabilità macroeconomica e leadership monetaria globale. La sfida è orchestrare una transizione che valorizzi la tecnologia senza compromettere l’integrità del sistema finanziario tradizionale. Con 6 trilioni di dollari in T-bill sul mercato e una domanda potenziale in crescita esponenziale, le decisioni dei prossimi mesi potrebbero ridefinire la struttura dei mercati del debito sovrano a livello globale.