Spotify ottiene via libera da Apple: ora potrà mostrare prezzi e link esterni nell’app USA

RedazioneRedazione
| 04/05/2025
Spotify ottiene via libera da Apple: ora potrà mostrare prezzi e link esterni nell’app USA

Dopo una storica sentenza antitrust, Spotify aggiorna la sua app per aggirare le commissioni Apple: implicazioni per concorrenza, pricing digitale e modelli di business nelle piattaforme globali.

Dopo anni di tensioni legali e industriali, Spotify ha ottenuto l’approvazione di Apple per aggiornare la propria app negli Stati Uniti, introducendo visibilità sui prezzi e link esterni per l’acquisto di abbonamenti. L’annuncio arriva a pochi giorni dalla sentenza della giudice federale Yvonne Gonzalez Rogers, che ha vietato ad Apple di applicare commissioni sulle transazioni eseguite al di fuori dell’App Store.

La mossa rappresenta un punto di svolta nel lungo confronto tra la piattaforma svedese di streaming musicale, fondata nel 2006, e la tech company di Cupertino, sul tema della governance digitale degli ecosistemi chiusi.

Il nodo: commissioni e concorrenza nell’App Economy

Fino ad oggi, Apple ha imposto agli sviluppatori l’obbligo di utilizzare il proprio sistema di pagamento interno per ogni transazione eseguita tramite le app distribuite su App Store, trattenendo commissioni fino al 30%. Questo vincolo ha rappresentato per Spotify un fattore competitivo critico, soprattutto rispetto ad Apple Music, che non subisce la stessa pressione di pricing.

La portavoce di Spotify, Jeanne Moran, ha dichiarato: “Dopo quasi un decennio, potremo finalmente mostrare prezzi chiari e link di acquisto ai consumatori statunitensi, promuovendo trasparenza e libertà di scelta.”

Il titolo Spotify ha reagito positivamente in borsa, segnando un +6% in apertura, segno dell’apprezzamento del mercato per la nuova posizione competitiva della piattaforma.

La cornice legale: Epic Games, antitrust e nuovi precedenti

La decisione del tribunale arriva in scia alla nota causa antitrust promossa da Epic Games (creatore di Fortnite) contro Apple, accusata di abuso di posizione dominante. La giudice Gonzalez Rogers ha ora imposto un adeguamento concreto delle pratiche App Store, ponendo le basi per un riequilibrio strutturale tra piattaforme e sviluppatori.

Apple, da parte sua, ha dichiarato che rispetterà la decisione, pur mantenendo l’intenzione di impugnare la sentenza in appello.

Impatti industriali e prospettive di mercato

Secondo l’analista Jeffrey Wlodarczak di Pivotal Research Group, la possibilità per Spotify di mostrare prezzi e link alternativi potrebbe:

  • allineare i prezzi a quelli di Apple Music, rimuovendo il sovrapprezzo indiretto derivante dalle commissioni
  • aumentare la trasparenza informativa verso gli utenti, in linea con i principi del Digital Markets Act europeo
  • creare un precedente strategico per altre piattaforme in conflitto con Apple (come Netflix, Audible, o app di gaming e cloud computing).

Un nuovo equilibrio regolatorio nell’economia digitale

Il caso Spotify-Apple si inserisce in una più ampia ridefinizione delle regole della competizione nell’economia delle piattaforme. Negli USA, in Europa e in Asia cresce la pressione per obbligare le grandi aziende digitali a separare i ruoli di “regolatori” e “concorrenti” all’interno dei propri ecosistemi.

La decisione odierna non riguarda solo una singola app, ma contribuisce alla costruzione di un nuovo quadro normativo internazionale, dove interoperabilità, trasparenza e neutralità d’accesso diventano gli assi portanti di una digital economy più equilibrata.

Con l’aggiornamento della sua app e il superamento delle restrizioni Apple, Spotify segna una tappa storica nel dibattito globale sulla governance delle piattaforme. L’esito del confronto con Apple potrebbe ora fare scuola per altri attori, accelerando la transizione verso un modello di App Economy più aperto, competitivo e user-centric.

Un cambiamento che ridisegna il rapporto tra contenuto, distribuzione e controllo tecnologico nell’ecosistema digitale globale.

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