Spotify introduce il controllo dell’età con riconoscimento facciale nel Regno Unito: rischio per la privacy?

RedazioneRedazione
| 31/07/2025
Spotify introduce il controllo dell’età con riconoscimento facciale nel Regno Unito: rischio per la privacy?

La piattaforma musicale si adegua all’Online Safety Act britannico con un sistema di verifica in due fasi. Sanzioni milionarie in caso di non conformità.

Spotify ha annunciato l’introduzione di un nuovo sistema di verifica dell’età per gli utenti del Regno Unito, in risposta all’entrata in vigore dell’Online Safety Act, il principale strumento legislativo britannico per la regolazione dei contenuti digitali. Gli utenti che intendono accedere a video musicali etichettati come “18+” dovranno ora sottoporsi a un processo di identificazione con documento ufficiale o riconoscimento facciale, pena la disattivazione e cancellazione dell’account entro 90 giorni, secondo quanto riportato da The Telegraph.

Il sistema è stato sviluppato in collaborazione con Yoti, azienda specializzata in identità digitale e verifica biometrica. Gli utenti dovranno inizialmente scattarsi una fotografia tramite la fotocamera del dispositivo, che Yoti utilizzerà per stimare l’età biologica dell’individuo. Se la scansione fallisce nel confermare la maggiore età, verrà richiesto l’invio di un documento governativo valido, come passaporto o patente di guida.

L’Online Safety Act e le implicazioni per le piattaforme digitali

Il provvedimento di Spotify risponde a un obbligo introdotto dal capitolo 3 dell’Online Safety Act 2023, entrato ufficialmente in vigore nel Regno Unito il 25 luglio 2025. La legge, fortemente voluta dalla UK Ofcom e sostenuta dai principali partiti politici, impone alle piattaforme online di impedire l’accesso ai contenuti considerati dannosi per i minori, pena sanzioni fino al 10% del fatturato globale.

Spotify, con circa 700 milioni di utenti attivi a livello globale, rientra a pieno titolo tra le piattaforme obbligate alla conformità immediata. Altre aziende che hanno avviato misure analoghe includono Reddit, Discord e X (ex Twitter), tutte ora dotate di strumenti di verifica dell’età per contenuti per adulti.

Impatti industriali, tecnologici e legali: tra conformità e controversie

L’implementazione delle nuove regole ha sollevato un ampio dibattito tra gli attori dell’industria digitale, con preoccupazioni crescenti su privacy, esclusione digitale e responsabilità delle piattaforme. Secondo 404 Media, una petizione lanciata contro l’Online Safety Act ha superato le 400.000 firme, evidenziando il malcontento di una parte dell’opinione pubblica, in particolare tra utenti giovani, creator indipendenti e associazioni per i diritti digitali.

Dal punto di vista tecnico, il ricorso al riconoscimento facciale per finalità di accesso rappresenta una svolta per l’interazione uomo-sistema nelle piattaforme media, ma apre scenari critici sul piano della protezione dei dati biometrici e sulla proporzionalità delle misure di controllo.

L’impiego di Yoti è stato selezionato per la sua conformità ai requisiti del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR), ma rimane aperta la questione su come e per quanto tempo vengano conservate le immagini facciali raccolte, e con quali garanzie per l’utente.

Una questione di accountability normativa e competizione tra giurisdizioni

Il caso Spotify evidenzia le tensioni emergenti tra sovranità regolatoria nazionale, libertà digitale e strategie commerciali globali. L’Online Safety Act è stato criticato per introdurre oneri eccessivi su piattaforme tecnologiche, soprattutto in un mercato già altamente regolato dall’Unione Europea, dove normative come il Digital Services Act (DSA) e l’AI Act mirano anch’esse a un maggiore controllo dei contenuti e della profilazione algoritmica.

Per le imprese tech, la compliance con le norme britanniche rappresenta ora un fattore competitivo, ma anche un rischio reputazionale se percepita come intrusiva o discriminatoria. Le aziende che operano su più mercati saranno chiamate a sviluppare infrastrutture di verifica dinamiche e multilivello, capaci di adattarsi ai contesti normativi locali, garantendo al contempo standard globali di usabilità e inclusività.

Sicurezza o sorveglianza? La sfida della regolazione digitale

Spotify ha scelto una via rapida alla conformità, ma il suo modello di verifica dell’età rappresenta un caso di studio cruciale per la regolazione dell’identità nell’era digitale. La crescente richiesta di sistemi di controllo dell’età, un tempo marginali e oggi centrali, segna un’evoluzione delle piattaforme da servizi di intrattenimento a operatori regolamentati di infrastrutture culturali e sociali.

La sfida sarà trovare un equilibrio tra responsabilità normativa, innovazione tecnologica e tutela dei diritti fondamentali, in un contesto dove la definizione di “sicurezza” sarà sempre più oggetto di negoziazione politica, giuridica e industriale.

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