La Spagna contro Airbnb: rimosse oltre 65.000 inserzioni illegali e nuove misure di controllo per il mercato degli affitti turistici

RedazioneRedazione
| 30/07/2025
La Spagna contro Airbnb: rimosse oltre 65.000 inserzioni illegali e nuove misure di controllo per il mercato degli affitti turistici

Il Ministero dei Diritti dei Consumatori spagnolo rafforza la stretta sul mercato degli affitti brevi, contestando ad Airbnb la violazione delle normative nazionali e regionali in materia di trasparenza, licenze e accesso alla casa.

Airbnb ha rimosso 65.000 annunci di affitti turistici dal proprio portale in Spagna, in seguito alle contestazioni mosse dal Ministero dei Diritti dei Consumatori. Tali annunci, secondo il governo spagnolo, violavano la normativa nazionale, in particolare per la mancanza di trasparenza nelle informazioni e l’assenza del numero di licenza turistica, obbligatorio per legge. Le autorità hanno inoltre identificato altri 54.728 annunci privi della documentazione richiesta, portando a quasi 120.000 le offerte considerate non regolari.

La posizione del governo spagnolo e il principio del diritto alla casa

In una nota ufficiale, il Ministero ha ribadito la priorità del diritto costituzionale all’abitazione rispetto agli interessi commerciali delle grandi piattaforme digitali. La rimozione degli annunci e la prosecuzione delle indagini rappresentano, secondo il Ministero, un passo concreto nella tutela della sostenibilità abitativa, in un contesto urbano sempre più sotto pressione a causa del turismo di massa. Le politiche pubbliche in materia abitativa, ha sottolineato il Ministero, devono prevalere sulle logiche speculative globali.

Il contesto normativo e le nuove misure legislative

A partire dal 1° luglio 2025, la Spagna ha introdotto nuove regole che impongono obblighi più stringenti per gli operatori del mercato degli affitti brevi, tra cui la pubblicazione del numero di licenza turistica e l’identificazione chiara del titolare dell’annuncio (persona fisica o giuridica). Questi obblighi si inquadrano in una strategia più ampia di regolazione delle piattaforme digitali, coerente con gli indirizzi del Digital Services Act (DSA) dell’Unione Europea.

Le reazioni di Airbnb e il ricorso alle vie legali

Airbnb, che non ha ancora rilasciato una dichiarazione ufficiale in merito alla nuova ondata di rimozioni, aveva precedentemente contestato le accuse del governo spagnolo, sostenendo l’assenza di una base giuridica chiara e la mancanza di un elenco dettagliato delle inserzioni incriminate. L’azienda aveva tentato di bloccare l’azione ministeriale attraverso ricorsi nei tribunali amministrativi, finora senza successo.

Il caso spagnolo rappresenta un precedente rilevante nel panorama europeo. La crescente pressione politica e sociale per regolamentare il mercato degli affitti brevi e contrastare l’overtourism sta spingendo diverse amministrazioni locali e nazionali ad adottare normative più severe. La questione tocca anche aspetti fiscali, concorrenziali e urbanistici, ponendo interrogativi sulla responsabilità delle piattaforme e sulla loro integrazione nei regimi normativi locali.

Prospettive future: trasparenza e compliance come leve strategiche

Per le piattaforme digitali come Airbnb, l’evoluzione della normativa spagnola evidenzia la necessità di rafforzare i meccanismi di controllo, trasparenza e conformità normativa. Il rispetto delle leggi nazionali e la collaborazione con le autorità locali diventeranno fattori determinanti per la sostenibilità del modello di business in Europa. Al contempo, si apre una riflessione più ampia sull’equilibrio tra innovazione digitale, diritti sociali e regolazione pubblica dell’economia della condivisione.

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