Sanzioni USA al network petrolifero Iran-Cina: pressione multilivello su Teheran e Pechino nella fase cruciale dei negoziati nucleari

RedazioneRedazione
| 14/05/2025
Sanzioni USA al network petrolifero Iran-Cina: pressione multilivello su Teheran e Pechino nella fase cruciale dei negoziati nucleari

Il Dipartimento del Tesoro statunitense colpisce oltre 20 entità coinvolte nel traffico di petrolio iraniano verso la Cina. Sotto accusa un sistema parallelo che finanzia missili, droni e milizie. Cresce la pressione su Pechino nel quadro della diplomazia coercitiva.

In un momento delicato per i colloqui sul nucleare tra Teheran e Washington, gli Stati Uniti rilanciano la propria strategia di pressione economica multilivello contro l’Iran. Il Dipartimento del Tesoro ha annunciato nuove sanzioni contro più di 20 società accusate di far parte di una rete globale che da anni facilita l’esportazione di petrolio iraniano verso la Cina, in violazione delle sanzioni internazionali.

Secondo quanto dichiarato dall’amministrazione USA, il valore del petrolio trasportato ammonterebbe a miliardi di dollari e avrebbe contribuito direttamente al finanziamento di programmi balistici, proliferazione nucleare e attacchi militanti condotti dagli Houthi nel Mar Rosso, nonché contro la marina statunitense e Israele.

Una rete commerciale sotto copertura: navi, ispezioni e porti strategici

Tra le società sanzionate figura CCIC Singapore PTE, accusata di aiutare la compagnia iraniana Sepehr Energy — già sanzionata nel 2023 — a mascherare l’origine iraniana del petrolio tramite ispezioni pre-consegna manipolate. All’elenco si aggiungono anche Huangdao Inspection and Certification Co. Ltd, e Qingdao Linkrich International Shipping Agency Co. Ltd, quest’ultima identificata come agente portuale ufficiale per le navi noleggiate da Sepehr presso il porto di Qingdao.

Il meccanismo, come spiegano fonti governative, è parte di un più ampio schema di evasione sanzionatoria che consente a Teheran di aggirare i vincoli internazionali utilizzando società di comodo, triangolazioni e prestanome commerciali in diversi hub asiatici.

Implicazioni giuridico-finanziarie: l’uso dell’autorità antiterrorismo

Le misure adottate si distinguono dalle precedenti per l’uso da parte dell’Office of Foreign Assets Control (OFAC) della counterterrorism authority, una base giuridica che offre maggiore flessibilità per colpire entità finanziarie anche al di fuori del circuito strettamente legato all’Iran. Questo, secondo gli analisti, potrebbe essere il primo passo verso l’estensione delle sanzioni a soggetti più rilevanti come le banche cinesi.

“Le banche cinesi conoscono bene i meccanismi delle sanzioni USA. Sanno di essere esposte se continuano a operare con entità soggette a sanzioni per terrorismo,” ha dichiarato Jeremy Paner, ex investigatore OFAC e oggi partner dello studio Hughes Hubbard & Reed.

Le sanzioni bloccano gli asset in territorio statunitense e vietano alle imprese e cittadini americani di intrattenere rapporti commerciali con le entità designate, innescando una serie di effetti a catena anche per controparti internazionali che operano in dollari o che mantengono relazioni bancarie con istituzioni statunitensi.

Pressione diplomatica o leva negoziale?

La mossa del Tesoro arriva pochi giorni dopo la conclusione del quarto round di negoziati nucleari tra Iran e Stati Uniti. Nonostante entrambe le parti dichiarino di preferire la via diplomatica, permangono profondi disaccordi su punti chiave, tra cui il livello di arricchimento dell’uranio ammesso e le garanzie sul controllo internazionale.

In questo contesto, le sanzioni sembrano avere anche una funzione indiretta: indebolire la leva negoziale di Teheran e spingere Pechino a esercitare influenza sull’alleato regionale. Le autorità cinesi, spesso silenziose su queste dinamiche, non hanno rilasciato commenti ufficiali, così come la missione iraniana all’ONU.

Il ruolo della Cina: tra interdipendenza commerciale e rischio reputazionale

Pechino si trova al centro di un dilemma strategico: da un lato, è il principale destinatario del petrolio iraniano, fondamentale per i suoi piccoli e medi raffinatori (i cosiddetti teapot refineries); dall’altro, una maggiore esposizione al rischio sanzionatorio USA potrebbe compromettere la stabilità dei suoi canali finanziari internazionali.

Le recenti sanzioni sembrano quindi configurarsi come un esempio di diplomazia coercitiva triangolata, in cui Washington esercita pressione non solo sul trasgressore diretto, ma anche sugli intermediari commerciali e finanziari che ne consentono la sopravvivenza economica.

Video del Giorno

Il razzo Atlas V di ULA lancia il Project Kuiper di Amazon

"Non ti auguro di essere felice, sarebbe troppo facile, ma ti auguro di saper trovare la felicità in ogni piccola cosa che ti circonda"

Thomas Merton

Articoli recenti

Tecnologie in video

Drone View

Barberio & Partners s.r.l.

Via Donatello 67/D - 00196 Roma
P.IVA 16376771008

Policy
Privacy Policy
Cookie Policy
Termini e Condizioni
iscriviti alla nostra newsletter
Questo sito è protetto da reCAPTCHA e la Informativa sulla Privacy di Google, nonché i Termini di Servizio sono applicabili.