Russia accelera sulla sovranità digitale: Putin propone restrizioni contro i provider esteri contrari agli interessi nazionali

| 27/05/2025
Russia accelera sulla sovranità digitale: Putin propone restrizioni contro i provider esteri contrari agli interessi nazionali

Il Cremlino apre la strada a misure restrittive contro piattaforme straniere come Microsoft e Zoom e rilancia lo sviluppo di software domestici. Un segnale forte che ridefinisce le dinamiche tra tecnologia, geopolitica e sicurezza nazionale.

Il Presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato pubblicamente che i fornitori di servizi tecnologici esteri che operano in modo ostile nei confronti degli interessi della Federazione Russa dovrebbero essere “limitati” nelle loro attività sul territorio nazionale. L’affermazione, pronunciata durante un incontro con membri del Consiglio di Sicurezza, si inserisce in una strategia ormai consolidata di rafforzamento della sovranità tecnologica russa e di progressiva disconnessione dall’ecosistema digitale occidentale.

Tra le aziende nel mirino, nomi di primo piano come Microsoft e Zoom, accusati – implicitamente o esplicitamente – di cooperare con politiche sanzionatorie occidentali o di applicare decisioni discriminatorie nei confronti di utenti e infrastrutture russe. Il Cremlino, secondo Putin, deve adottare misure proporzionate e difensive per garantire la sicurezza informatica e la continuità operativa delle proprie istituzioni pubbliche e delle imprese strategiche.

Una nuova fase della strategia digitale russa

L’intervento presidenziale non è isolato. Rientra in un piano più ampio avviato negli ultimi anni, che ha visto il governo russo adottare politiche sempre più incisive di localizzazione dei dati, promozione del software open source nazionale e incentivazione alla sostituzione delle tecnologie occidentali con soluzioni sviluppate internamente o da Paesi considerati “alleati strategici”.

La “sovranità digitale” è diventata una parola chiave del lessico politico russo, al pari della sovranità energetica o militare. E con l’intensificarsi delle sanzioni e delle limitazioni all’export tecnologico verso Mosca da parte di UE e Stati Uniti, il rafforzamento del controllo sulle piattaforme digitali straniere è ormai considerato non solo legittimo, ma necessario per la stabilità interna.

Implicazioni giuridiche e industriali

Le dichiarazioni di Putin pongono anche un problema di diritto internazionale e regolazione del mercato. Da un lato, le aziende occidentali che operano in Russia dovranno affrontare un quadro normativo e operativo sempre più rigido e incerto. Dall’altro, le misure annunciate possono costituire un precedente per ulteriori restrizioni digitali bilaterali, alimentando la già crescente frammentazione dell’internet globale (il cosiddetto “splinternet”).

Nel medio termine, ci si attende un’accelerazione della sostituzione di software di produttori occidentali con equivalenti russi o asiatici, in particolare in ambiti critici come cloud, videoconferenza, cybersecurity, sistemi operativi e database. Progetti come Astra Linux, MyOffice, VK Video Conferencing o RuStore (alternativa al Google Play Store) riceveranno con ogni probabilità nuovi fondi e mandati pubblici obbligatori.

Impatto geopolitico e tecnologico

L’annuncio di Putin ha una chiara valenza geopolitica. Si tratta di un messaggio rivolto non solo alle aziende occidentali, ma anche ai Paesi che ospitano le loro sedi principali, in particolare Stati Uniti e membri dell’Unione Europea. La Russia intende riorganizzare la propria infrastruttura digitale in senso autarchico, riducendo la dipendenza da fornitori globali ritenuti poco affidabili o potenzialmente ostili.

Ciò avrà impatti su più fronti: dalle scelte di investimento delle big tech in Eurasia alle catene di fornitura globali dei servizi IT, fino agli equilibri normativi nel settore della cybersicurezza. Al tempo stesso, rappresenta un’opportunità per gli operatori tecnologici non occidentali – soprattutto cinesi – di colmare il vuoto lasciato da eventuali disimpegni delle società USA ed europee.

Presidiare un intero modello di sviluppo

La mossa della Russia si inscrive in un paradigma in evoluzione: la geopolitica del digitale. Non si tratta più solo di proteggere dati e infrastrutture, ma di presidiare un intero modello di sviluppo. In questo scenario il concetto di neutralità tecnologica vacilla e le scelte aziendali diventano inevitabilmente anche scelte politiche.

Per le imprese globali dell’hi-tech, il rischio è doppio: quello di essere percepite come strumenti geopolitici dai Paesi target e quello di trovarsi in mezzo a una crescente rivalità sistemica che le costringerà a schierarsi, direttamente o indirettamente. La dichiarazione di Putin rappresenta un chiaro segnale in questa direzione.

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