Regolamento UE sul metano: gli Stati membri chiedono semplificazioni per salvaguardare le importazioni di gas naturale liquefatto dagli USA

RedazioneRedazione
| 11/06/2025
Regolamento UE sul metano: gli Stati membri chiedono semplificazioni per salvaguardare le importazioni di gas naturale liquefatto dagli USA

La nuova normativa europea sulle emissioni di metano solleva preoccupazioni tra governi e imprese: rischio tensioni con Washington e potenziali ripercussioni su un accordo commerciale transatlantico in via di definizione.

L’Unione Europea si trova al centro di un nuovo cruciale confronto tra obiettivi climatici e realpolitik energetica. Secondo un documento riservato visionato da Reuters, diversi Stati membri starebbero facendo pressione su Bruxelles affinché il regolamento sulle emissioni di metano venga inserito nell’agenda di semplificazione legislativa dell’UE, per attenuarne gli effetti potenzialmente penalizzanti sulle importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) dagli Stati Uniti.

In vigore dal 2024, il regolamento impone agli importatori europei di petrolio e gas di monitorare e rendicontare le emissioni di metano associate all’intera filiera produttiva. Il metano, gas serra con un potenziale climalterante 80 volte superiore alla CO₂ su un periodo di 20 anni, rappresenta una delle principali priorità dell’agenda ambientale europea. Tuttavia, la sua tracciabilità lungo catene del valore complesse e spesso frammentate — come nel caso dell’industria statunitense del GNL — si sta rivelando un ostacolo concreto.

Snellire le normative

Il testo preliminare delle conclusioni del prossimo Consiglio Energia dell’UE, attualmente in fase di redazione sotto la presidenza polacca, suggerisce che la Commissione debba valutare tempestivamente quali normative energetiche possano essere snellite, citando espressamente il regolamento sul metano tra le disposizioni da alleggerire “per ridurre l’onere amministrativo su Stati membri, imprese e cittadini”.

La questione non è solo tecnica, ma geopolitica. L’Europa ha ormai drasticamente ridotto la propria dipendenza dal gas russo e gli Stati Uniti sono diventati un partner chiave nella diversificazione delle forniture. Tuttavia, diversi operatori americani avvertono che, in assenza di deroghe o riconoscimenti di equivalenza normativa, sarà difficile conformarsi alle richieste europee. Il motivo risiede nella natura decentralizzata della produzione di gas negli Stati Uniti, che rende complessa la tracciabilità delle emissioni fino al livello del singolo pozzo.

Si sollecita una intesa transatlantica

In questo contesto, alcuni Paesi — tra cui Romania e Slovacchia — hanno espresso preoccupazione per i potenziali impatti del regolamento sulle forniture di GNL, mentre il gruppo industriale statunitense LNG Allies ha sollecitato un’intesa transatlantica che consenta agli esportatori americani di essere automaticamente riconosciuti come conformi, purché rispettino regole “equivalenti” a quelle UE.

Il dibattito si inserisce in un momento delicato per i rapporti commerciali tra Bruxelles e Washington. Il Presidente Donald Trump ha infatti fissato al 9 luglio la scadenza per la chiusura di un accordo commerciale bilaterale volto ad evitare l’introduzione di nuovi dazi doganali. L’inclusione del GNL statunitense in tale accordo rappresenta uno snodo cruciale, ma il rispetto del regolamento metano potrebbe costituire un fattore di frizione.

Dal canto loro, le organizzazioni ambientaliste difendono la normativa e ricordano che esistono tecnologie digitali già disponibili per garantire la tracciabilità lungo la filiera, rafforzando la trasparenza e la responsabilità ambientale delle imprese energetiche.

Prospettive future

L’esito del confronto tra Bruxelles e le capitali europee potrebbe ridefinire gli equilibri tra ambizione climatica e realismo industriale. La Commissione Europea sarà chiamata a bilanciare le istanze ambientali con la necessità di mantenere approvvigionamenti energetici stabili e competitivi, evitando al contempo di compromettere i negoziati con gli Stati Uniti.

Il caso del regolamento sul metano rappresenta così un banco di prova per la capacità dell’UE di integrare le proprie politiche ambientali con una strategia industriale e commerciale coerente, in grado di salvaguardare al tempo stesso la sovranità energetica, la sicurezza climatica e la competitività globale del sistema economico europeo.

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