Proxima Fusion accelera la corsa europea all’energia da fusione: raccolti 148 milioni di dollari nel più grande round privato del continente

RedazioneRedazione
| 11/06/2025
Proxima Fusion accelera la corsa europea all’energia da fusione: raccolti 148 milioni di dollari nel più grande round privato del continente

La start-up tedesca nata dal Max Planck Institute ottiene un finanziamento record per sviluppare la prima centrale a fusione commerciale basata su stellarator. Un progetto che rafforza la leadership tecnologica europea nella transizione energetica.

La transizione energetica europea scrive oggi una nuova pagina. La start-up tedesca Proxima Fusion, spin-off del prestigioso Max Planck Institute for Plasma Physics (IPP), ha annunciato la chiusura di un round di finanziamento di Serie A da 130 milioni di euro (148 milioni di dollari) – il più grande investimento privato mai registrato in Europa nel settore della fusione nucleare.

Il round, co-guidato da Cherry Ventures e Balderton Capital, porta a oltre 185 milioni di euro il capitale raccolto dall’azienda tra fondi pubblici e privati e rappresenta una svolta strategica nel panorama energetico globale. La startup, con sede a Monaco, mira a realizzare la prima centrale a fusione basata su stellarator entro la metà del prossimo decennio, posizionando l’Europa in prima linea in una delle sfide tecnologiche più ambiziose della nostra epoca.

Fusione nucleare: una tecnologia promessa che diventa concreta

A differenza della fissione nucleare, la fusione consiste nell’unione di atomi leggeri di idrogeno per formarne uno più pesante (elio), liberando enormi quantità di energia senza emissioni di carbonio né scorie radioattive a lungo termine. È lo stesso processo che alimenta il sole e le stelle. Tuttavia, riprodurlo sulla Terra ha finora richiesto enormi investimenti e decenni di ricerca.

Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA), la fusione, se scalata su base industriale, potrebbe fornire una fonte energetica sostanzialmente illimitata, sicura e accessibile, capace di rispondere alla crescente domanda globale.

Francesco Sciortino, CEO e cofondatore di Proxima Fusion, ha sottolineato come “la fusione stia diventando un’opportunità strategica per passare dalla dipendenza energetica da risorse naturali alla leadership tecnologica.” Il progetto si fonda su una sinergia tra ingegneria avanzata, ricerca scientifica d’avanguardia e manifattura europea, elementi chiave per l’ambiziosa roadmap verso l’attivazione di un impianto operativo negli anni ’30.

La scelta dello stellarator: un paradigma alternativo

Proxima Fusion adotta la tecnologia stellarator, meno diffusa, ma considerata più stabile rispetto ai più noti tokamak. Questo dispositivo utilizza campi magnetici complessi per confinare il plasma in forma di ciambella (torus), senza necessità di corrente elettrica all’interno del plasma stesso, aumentando la stabilità dell’intero sistema.

Per Daniel Waterhouse, partner di Balderton Capital, “gli stellarator non sono solo una via tecnologicamente solida, ma rappresentano i futuri impianti elettrici dell’Europa, capaci di guidare il continente verso una nuova era di energia pulita.”

Geopolitica dell’innovazione e leadership europea

Il successo di Proxima Fusion si inserisce in un contesto globale altamente competitivo. Mentre Stati Uniti, Regno Unito, Cina e Giappone hanno già lanciato strategie nazionali per la fusione, l’Europa punta su un modello multilaterale, aperto al partenariato pubblico-privato e con forti radici accademiche.

Il sostegno istituzionale – come indicato dalla recente Call for Evidence della Commissione Europea per una strategia comune sulla fusione – rafforza il quadro normativo e finanziario necessario a sviluppare un ecosistema industriale solido, capace di attrarre capitali e talenti.

Il round di Proxima Fusion rappresenta un cambio di passo nella percezione della fusione come asset investibile, non solo come impresa scientifica. Se i target saranno rispettati, il progetto potrebbe trasformare l’Europa in una superpotenza tecnologica nel campo della fusione, aprendo una nuova fase per la sicurezza energetica, la competitività industriale e l’autonomia strategica del continente.

In un’epoca dominata da tensioni geopolitiche, crisi climatica e volatilità dei mercati energetici, investire sulla fusione come tecnologia abilitante non è solo una scelta razionale, ma una necessità strategica. E Proxima Fusion, con il suo record europeo, ne è la prova concreta.

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