Proteste ambientaliste all’Assemblea della Banca Nazionale Svizzera: sotto accusa gli investimenti in aziende a rischio ambientale

RedazioneRedazione
| 25/04/2025
Proteste ambientaliste all’Assemblea della Banca Nazionale Svizzera: sotto accusa gli investimenti in aziende a rischio ambientale

Focus su criteri ESG, trasparenza e ruolo delle banche centrali nella finanza sostenibile: analisi delle pressioni su SNB tra equilibri economici, giuridici e geopolitici.

L’Assemblea generale della Banca Nazionale Svizzera (SNB), tenutasi a Berna, si è svolta quest’anno sotto i riflettori di forti proteste da parte di organizzazioni ambientaliste. Attivisti hanno richiesto all’istituto centrale di adottare politiche d’investimento più rigorose, in linea con criteri ESG, puntando il dito contro partecipazioni in società accusate di contribuire a gravi danni ambientali in aree critiche come l’Amazzonia e il Cerrado brasiliano.

Secondo uno studio della University College London (UCL), alcune delle società nel portafoglio della SNB sono identificate come “Environmental Tipping Point”, ovvero aziende che, con le proprie attività, rischiano di innescare danni ecologici irreversibili. La richiesta dei movimenti ambientalisti è chiara: la SNB deve rafforzare le proprie esclusioni e, in caso di violazione delle linee guida ambientali, procedere al disinvestimento.

Dibattito su governance, doveri fiduciari e responsabilità sistemica

Il confronto assume una dimensione strategica in un momento in cui la finanza sostenibile è sempre più centrale nelle agende di regolatori, investitori e banche centrali. “Se la SNB ignora i rischi climatici e ambientali nelle sue decisioni monetarie, agisce in modo miope e trascura il dovere di tutelare le future generazioni,” ha dichiarato Asti Roesle di Climate Alliance Switzerland, sottolineando come il cambiamento climatico abbia già effetti tangibili in Svizzera, tra ghiacciai in scioglimento e eventi climatici estremi con impatti economici rilevanti.

Il peso finanziario della SNB è considerevole: circa il 25% dei suoi 756 miliardi di franchi svizzeri di riserve valutarie è investito in azioni globali, conferendo all’istituto una significativa leva come azionista internazionale. Tuttavia, la Banca Centrale Svizzera difende la propria strategia d’investimento “market-neutral” e passiva, specificando che il proprio mandato non prevede l’influenza su singoli settori economici, ma si concentra sul controllo dell’inflazione.

Politiche ESG e confronto internazionale: il caso del fondo sovrano norvegese

Il report di sostenibilità SNB dichiara l’esclusione di società coinvolte in gravi danni ambientali, violazioni dei diritti umani, armi proibite e mining del carbone. Tuttavia, i critici sottolineano che questa impostazione resta meno incisiva rispetto a quella adottata da fondi sovrani come quello norvegese, che dialoga attivamente con le società partecipate in materia di clima e vota sulle relative risoluzioni.

Guillaume Durin del gruppo svizzero BreakFree ha denunciato la mancanza di coerenza tra le regole dichiarate dalla SNB e le pratiche effettive: “Come investitore passivo, la SNB rischia di diventare complice della degradazione degli ecosistemi vitali per l’equilibrio planetario.” Da qui la richiesta di maggiore trasparenza e azioni concrete su engagement e disinvestimento.

Implicazioni economiche, legali e geopolitiche

Le pressioni per una revisione delle policy di investimento delle banche centrali riflettono le nuove sfide della governance globale: il ruolo degli investitori istituzionali nella transizione sostenibile, la necessità di allineare la gestione del rischio climatico ai doveri fiduciari e la crescente attenzione dei regolatori internazionali sugli impatti delle scelte finanziarie sui sistemi ecologici e produttivi.

Sul piano giuridico, la discussione si estende ai limiti del mandato delle banche centrali, alle potenzialità dell’azionariato attivo e alla responsabilità verso la società civile e le future generazioni. Dal punto di vista geopolitico, la gestione delle risorse e la tutela degli ecosistemi come l’Amazzonia assumono valenza strategica, non solo ambientale ma anche economica, in relazione alle catene del valore globali.

Il caso SNB evidenzia il dilemma tra la neutralità degli investimenti istituzionali e la crescente pressione per un ruolo proattivo nella transizione verso un’economia sostenibile. L’evoluzione delle policy delle banche centrali sarà determinante per il raggiungimento degli obiettivi ESG, la gestione dei rischi sistemici e la costruzione di un modello di sviluppo più resiliente ed equo.

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