Abbiamo condiviso in Report Priorities for Prosperity, il documento pubblicato dalla BEI, Banca europea per gli Investimenti, che presenta una roadmap strategica, che trova origine nelle aspettative che persone e imprese hanno nei confronti dell’Europa, che deve sostenere gli investimenti per il futuro, investimenti che migliorano la vita, che rafforzano la sicurezza e offrono nuove opportunità.
Di seguito proponiamo alcuni punti critici relativi alla relazione di attività del gruppo della Banca europea per gli investimenti (BEI) 2024 – Priorità per la Prosperità.
Mancanza di chiara definizione delle priorità strategiche
Mentre il rapporto afferma di concentrarsi sulle priorità strategiche fondamentali, presenta un ampio spettro di argomenti-clima, digitalizzazione, sicurezza, coesione, infrastrutture sociali, agricoltura e investimenti globali-senza una chiara gerarchia o prioritizzazione. La BEI dovrebbe definire meglio quali iniziative sono veramente urgenti e quali secondarie.
Eccessivo ricorso al finanziamento pubblico
La relazione mette in evidenza un finanziamento pubblico significativo, ma non fornisce dettagli su come attrarre maggiori investimenti del settore privato. Molti progetti su larga scala, in particolare nel settore dell’energia verde e della digitalizzazione, continuano a dipendere fortemente dai fondi UE, piuttosto che promuovere un ecosistema finanziario competitivo e autosufficiente.
Limitata innovazione negli investimenti digitali e AI
Nonostante si riconosca l’importanza della trasformazione digitale, gli investimenti in innovazione digitale e tecnologica della BEI restano eccessivamente conservativi. Mentre il finanziamento di progetti guidati dall’IA come Swappie (ricondizionamento degli smartphone) e Vay (veicoli elettrici teledriven) è lodevole, c’è poca enfasi su AI dirompente, blockchain o quantum computing, che sono la chiave per la competitività globale dell’Europa.
Debole strategia globale di investimento
La sezione High-Impact Global Investment elenca progetti in varie regioni, ma non presenta una strategia coerente per aumentare l’influenza economica del l’Europa. Rispetto all’iniziativa cinese Belt and Road o alle partnership strategiche degli Stati Uniti, gli sforzi europei in materia di investimenti internazionali sembrano frammentati e mancano di una visione unificata.
Sicurezza e difesa: un secondo pensiero?
La sezione Sicurezza e Difesa è la più breve e si concentra principalmente sulle infrastrutture (porto di Esbjerg per la NATO) piuttosto che tecnologie avanzate di difesa come la sicurezza informatica, i sistemi di difesa basati su IA o le soluzioni di sicurezza basate sullo spazio. Date le tensioni geopolitiche, il ruolo della BEI nel finanziamento della sicurezza appare limitato.
Politica di coesione più che infrastrutture
Gli sforzi della politica di coesione si concentrano sui progetti infrastrutturali (ad esempio, la ferrovia polacca, la rete energetica slovena), ma non si fa quasi menzione del sostegno alla coesione digitale. Il divario digitale tra l’Europa occidentale e orientale rimane una sfida importante, e si dovrebbe prestare maggiore attenzione al l’istruzione digitale, alla banda larga ad alta velocità e agli ecosistemi delle nuove imprese.
Clima e transizione verde: mancanza di competitività industriale
La sezione sul clima si concentra sul finanziamento delle tecnologie verdi, ma non affronta il tema della competitività industriale europea in declino. Pur sostenendo lo stoccaggio di energia rinnovabile (ad esempio, Energy Dome) e le soluzioni geotermiche è importante, la BEI dovrebbe fare di più per sostenere l’industria europea nella produzione di tecnologie verdi, non solo nel loro consumo.
Indicatori di impatto poco chiari
La relazione include molte metriche di impatto (ad esempio, ettari rimboschiti, nuovi posti di lavoro creati, viaggi in trasporto pubblico aggiunti), ma queste cifre non hanno riferimenti o confronti con gli anni precedenti. Senza contesto, è difficile valutare se la BEI stia migliorando o ristagnando nel suo impatto.
Conclusioni
La relazione 2024 della BEI, pur mettendo in evidenza progetti ambiziosi, rimane eccessivamente descrittiva piuttosto che strategica. Una maggiore attenzione al coinvolgimento del settore privato, alle tecnologie digitali rivoluzionarie, alla sicurezza della difesa e alla competitività industriale europea ne aumenterebbe l’efficacia.