Petrolio, Prezzi in Calo per la Seconda Settimana: Rischi di Eccesso di Offerta e Nuove Incertezze Geopolitiche

RedazioneRedazione
| 30/05/2025
Petrolio, Prezzi in Calo per la Seconda Settimana: Rischi di Eccesso di Offerta e Nuove Incertezze Geopolitiche

Le quotazioni Brent e WTI segnano ribassi settimanali sull’attesa di un nuovo aumento della produzione OPEC+, mentre l’incertezza giuridica sulle tariffe statunitensi complica lo scenario globale.

I mercati petroliferi internazionali si avviano a chiudere una seconda settimana consecutiva in territorio negativo. Il Brent cede lo 0,33% a 63,94 dollari al barile, mentre il WTI perde lo 0,36%, attestandosi a 60,72 dollari. Entrambi i contratti registrano una flessione del 1,3% da inizio settimana, segnalando una crescente pressione ribassista sulle quotazioni.

Cosa c’e’ alla base di questo trend?

Alla base di questo trend vi è l’aspettativa di un ulteriore incremento dell’offerta da parte dell’OPEC+ – il cartello composto dai membri dell’OPEC e da Paesi produttori alleati – che si riunirà sabato con otto rappresentanti chiave. Gli operatori finanziari sembrano già prezzare una nuova espansione produttiva, potenzialmente superiore ai 411.000 barili al giorno stabiliti nei due meeting precedenti.

Secondo Robert Rennie, Head of Commodity and Carbon Research presso Westpac, “le condizioni sono mature per un significativo aumento della produzione“, in un contesto di surplus globale che ha raggiunto i 2,2 milioni di barili al giorno. In ottica di equilibrio di mercato, gli analisti di JPMorgan sottolineano la necessità di un aggiustamento dei prezzi per stimolare una risposta dal lato dell’offerta. Le previsioni della banca indicano un graduale slittamento delle quotazioni verso la fascia alta dei 50 dollari entro fine anno.

Variabili Giuridiche e Tensioni Commerciali: Il Caso delle Tariffe USA

Un ulteriore elemento destabilizzante proviene dal fronte legale e commerciale statunitense. Giovedì, una corte federale d’appello ha temporaneamente ripristinato le tariffe imposte dall’amministrazione Trump, ribaltando una sentenza precedente che le aveva sospese. L’incertezza normativa ha immediatamente avuto un impatto sul mercato, spingendo i prezzi del greggio in ribasso di oltre l’1% nella giornata di giovedì.

Le cosiddette “tariffe del Giorno della Liberazione”, annunciate il 2 aprile, hanno già provocato un calo di oltre il 10% nei prezzi del petrolio. La persistenza di queste misure restrittive, unite ai ricorsi legali ancora in corso, aggiunge volatilità e opacità al quadro geopolitico e commerciale.

Domanda in Ripresa ma Sotto le Attese: Focus su USA e Cina

Sul versante della domanda, si osservano segnali misti. Se da un lato il consumo petrolifero negli Stati Uniti ha mostrato una ripresa – favorita dal traffico elevato durante il lungo weekend del Memorial Day – il dato aggregato globale resta inferiore alle aspettative. Al 28 maggio, l’incremento mensile della domanda si attesta attorno ai 400.000 barili al giorno, ovvero 250.000 in meno rispetto alle previsioni iniziali, secondo JPMorgan.

La dinamica commerciale tra Stati Uniti e Cina continua a influenzare in maniera significativa le prospettive di domanda. L’amministrazione statunitense ha recentemente revocato licenze di esportazione per vari prodotti petrolchimici – inclusi etano e butano – e imposto nuove restrizioni alle forniture verso la Cina. Queste mosse rischiano di penalizzare ulteriormente il commercio globale e indebolire la crescita industriale nei due principali centri economici mondiali.

Considerazioni Strategiche e Impatti Trasversali

Le implicazioni di breve e medio periodo travalicano il mero andamento dei prezzi. In ambito finanziario, il contesto attuale potrebbe influenzare la redditività delle compagnie upstream, la pianificazione dei fondi sovrani petroliferi e l’allocazione degli investimenti in infrastrutture energetiche. Sul piano giuridico, il caso delle tariffe USA rappresenta un banco di prova cruciale per il sistema di arbitrato internazionale e la tenuta degli accordi multilaterali.

Dal punto di vista della politica industriale, la combinazione di eccesso di offerta, incertezza normativa e tensioni commerciali impone un ripensamento delle strategie di approvvigionamento, con una crescente attenzione alla sicurezza energetica, alla diversificazione delle fonti e al rafforzamento delle catene del valore interne.

Infine, in un’ottica di innovazione tecnologica e transizione energetica, il contesto attuale sollecita una riflessione sulle vulnerabilità strutturali del mercato petrolifero tradizionale, accelerando l’interesse verso soluzioni low-carbon, digitalizzazione dei sistemi logistici e tracciabilità delle emissioni lungo l’intera filiera.

Il mercato del petrolio vive una fase di transizione complessa, in cui fattori produttivi, giuridici, commerciali e tecnologici si intrecciano in modo sempre più stretto. Per i decision maker del settore – dalle imprese alle istituzioni – si apre una finestra critica per ridefinire priorità, assetti regolatori e modelli di business in un contesto globale caratterizzato da volatilità sistemica e mutamenti strutturali.

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