Oro e dazi, le importazioni svizzere dagli Stati Uniti ai massimi da oltre un decennio

RedazioneRedazione
| 27/05/2025
Oro e dazi, le importazioni svizzere dagli Stati Uniti ai massimi da oltre un decennio

Dopo l’esclusione dei metalli preziosi dai dazi USA, le importazioni d’oro della Svizzera dagli Stati Uniti raggiungono livelli record. Si ridisegna l’asse globale del commercio aurifero tra Ginevra, Londra e i mercati asiatici. Implicazioni geopolitiche, regolatorie e industriali per il sistema finanziario internazionale.

Nel mese di aprile 2025, la Svizzera ha registrato un aumento senza precedenti nelle importazioni di oro dagli Stati Uniti, secondo quanto evidenziato dai dati doganali pubblicati stamane. Le importazioni sono salite a 63 tonnellate, rispetto alle 25,5 tonnellate di marzo, toccando il livello mensile più alto da quando sono disponibili i dati (inizio 2012). La dinamica si è innescata immediatamente dopo l’esclusione ufficiale dei metalli preziosi dal regime dei dazi USA, decisione attesa con grande cautela dagli operatori finanziari e commerciali internazionali.

Questa riconfigurazione dei flussi commerciali riflette l’elevata sensibilità del mercato aurifero alle politiche tariffarie e alle tensioni geopolitiche, e sottolinea il ruolo centrale della Svizzera come hub globale per la raffinazione, lo stoccaggio e il transito dell’oro fisico.

Flussi invertiti e strategie di copertura: la geopolitica dell’oro tra Stati Uniti, Svizzera e Regno Unito

Negli ultimi mesi, tra dicembre e marzo, la Svizzera e il Regno Unito — rispettivamente capitale della raffinazione e centro dominante del mercato over-the-counter del metallo giallo — hanno registrato enormi flussi in uscita verso gli Stati Uniti. Tali movimenti erano guidati da una strategia prudenziale degli operatori finanziari e dei trader: anticipare possibili dazi estesi agli asset auriferi da parte di Washington, e delocalizzare temporaneamente le riserve fisiche verso gli USA come misura di copertura.

Con l’esclusione ufficiale dai dazi, il trend si è invertito. L’oro ha ripreso la strada dell’Europa, passando dai principali porti doganali americani ai raffinatori svizzeri e, in parte, alle cassaforti britanniche, che continuano a rappresentare il cuore della finanza aurifera globale.

Oro come infrastruttura strategica: implicazioni legali e regolatorie

La rapida variazione nei flussi commerciali evidenzia come l’oro fisico non sia solo una commodity o un bene rifugio, ma anche un’infrastruttura strategica per l’equilibrio finanziario globale. In particolare, si moltiplicano le implicazioni giuridiche e di compliance in merito a:

  • Tracciabilità e certificazione ESG dell’oro raffinato, soprattutto alla luce delle nuove normative europee sulla due diligence delle filiere critiche (es. EU Critical Raw Materials Act)
  • Regolamentazione doganale multilaterale, data l’intensificazione dei movimenti cross-border su asset materiali in un’epoca dominata dalla finanza digitale
  • Gestione delle riserve strategiche da parte di banche centrali e fondi sovrani, che continuano ad accumulare oro in chiave antiinflattiva e di protezione valutaria.

La revoca della minaccia daziaria sugli asset auriferi da parte degli Stati Uniti rappresenta inoltre un segnale politico che riafferma la centralità dell’oro nel sistema monetario internazionale, in un momento in cui crescono le pressioni su valute fiat e si moltiplicano gli esperimenti con asset digitali regolamentati.

Svizzera: snodo chiave della politica industriale globale del metallo giallo

La Svizzera, con le sue raffinerie certificate (Valcambi, PAMP, Metalor, Argor-Heraeus), resta il punto nevralgico della catena di valore dell’oro fisico, nonostante l’ascesa di attori emergenti nei mercati asiatici. Il sistema elvetico, grazie alla combinazione di eccellenza industriale, neutralità geopolitica e affidabilità doganale, continua ad attrarre operatori internazionali in cerca di efficienza logistica e garanzie legali.

Il dato di aprile segnala non solo un rimbalzo tecnico, ma anche una riconferma del modello svizzero come piattaforma globale per la lavorazione, certificazione e reindirizzamento delle riserve aurifere, in dialogo costante con Londra, New York, Shanghai e Singapore.

L’oro tra rischio sistemico e strategia globale

L’impennata delle importazioni svizzere di oro dagli Stati Uniti non è un semplice evento di mercato. È un indicatore avanzato del comportamento degli attori finanziari in un contesto ad alta incertezza normativa, geopolitica e monetaria. In un mondo che si muove tra regionalizzazione dei commerci e ridefinizione dei regimi tariffari, l’oro resta uno snodo materiale e simbolico della sicurezza economica globale.

Chi controlla la raffinazione e la logistica dell’oro fisico non controlla solo un mercato, ma una leva strategica di stabilità macrofinanziaria e influenza geopolitica. La Svizzera, ancora una volta, lo dimostra.

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