OpenAI valuta azione antitrust contro Microsoft: tensioni in una delle alleanze più strategiche dell’intelligenza artificiale

RedazioneRedazione
| 17/06/2025
OpenAI valuta azione antitrust contro Microsoft: tensioni in una delle alleanze più strategiche dell’intelligenza artificiale

Secondo indiscrezioni del Wall Street Journal, i vertici di OpenAI starebbero considerando un’iniziativa legale e pubblica contro Microsoft, accusandola di comportamenti anticoncorrenziali. Una rottura potenziale che potrebbe ridefinire gli equilibri nella corsa globale all’intelligenza artificiale.

OpenAI, una delle aziende più influenti nel panorama globale dell’intelligenza artificiale generativa, sta valutando un’azione formale contro il proprio principale investitore e partner strategico: Microsoft. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, i dirigenti della società fondata da Sam Altman avrebbero discusso internamente la possibilità di accusare Microsoft di pratiche anticoncorrenziali, potenzialmente sottoponendo i termini del contratto di partnership a una revisione regolatoria da parte delle autorità federali statunitensi.

Una partnership cruciale, ma sotto tensione

Dal 2019, quando Microsoft ha investito 1 miliardo di dollari in OpenAI, l’alleanza tra le due società ha definito la traiettoria dell’AI moderna: l’integrazione delle tecnologie GPT in Azure ha dato a Microsoft un vantaggio strategico nell’infrastruttura cloud e nei servizi AI, alimentando anche l’adozione massiva di modelli linguistici avanzati in tutto il suo ecosistema (da Copilot a Bing).

Tuttavia, con la crescita esponenziale della domanda di calcolo e la maggiore attenzione delle autorità antitrust, la relazione si è fatta più complessa. Già nel 2023, Microsoft ha rinunciato al suo seggio come osservatore nel consiglio di OpenAI per mitigare le preoccupazioni regolatorie negli Stati Uniti e nel Regno Unito, in particolare rispetto alla posizione dominante nel mercato AI e cloud.

Rischi normativi e contratti sotto esame

L’azione ipotizzata da OpenAI implicherebbe una richiesta formale di revisione dei termini contrattuali alla luce delle normative antitrust. Secondo le fonti, l’obiettivo non sarebbe solo giuridico, ma anche comunicativo, con una possibile campagna pubblica per far emergere lo squilibrio nella relazione industriale tra le due entità.

L’iniziativa avviene in un momento in cui OpenAI sembra voler diversificare i propri partner infrastrutturali, includendo Google Cloud per coprire le necessità crescenti in termini di capacità computazionale, secondo quanto riportato da Reuters all’inizio di giugno.

Implicazioni industriali, tecnologiche e geopolitiche

Una rottura aperta tra OpenAI e Microsoft avrebbe impatti significativi su più livelli:

  • Economico-finanziario: Microsoft ha integrato OpenAI nel proprio core business, con un impatto diretto sul valore di Azure e sulla narrazione verso il mercato dei capitali
  • Geopolitico: La frammentazione delle alleanze AI potrebbe favorire nuovi poli tecnologici, accelerando la competizione tra USA, Europa e Cina
  • Regolatorio: Un contenzioso formale darebbe ulteriore impulso a indagini già in corso da parte di autorità come la FTC e l’antitrust britannico (CMA), incidendo anche su altri accordi verticali tra cloud provider e startup di frontiera.

Oltre il capitale: la sfida della sovranità tecnologica

L’eventuale scontro tra OpenAI e Microsoft rappresenta una nuova fase nel dibattito su proprietà, controllo e indipendenza tecnologica. Il caso sottolinea la tensione intrinseca tra finanziamenti strategici e governance autonoma in contesti di innovazione rapida.

L’ascesa dell’intelligenza artificiale generativa richiede una riflessione più ampia su:

  • come regolare i rapporti tra infrastruttura e innovazione;
  • quali siano i limiti accettabili del potere economico nei settori emergenti;
  • come garantire pluralismo e concorrenza in ecosistemi dominati da pochi hyperscaler.

Un punto di svolta nel panorama AI globale

In attesa di sviluppi ufficiali, la possibilità che OpenAI porti Microsoft di fronte a un’autorità antitrust segna un punto di svolta nel panorama AI globale. Non si tratta solo di una controversia commerciale: è un segnale del crescente sforzo da parte delle startup tecnologiche per ribilanciare i rapporti di forza con i colossi della tecnologia infrastrutturale.

In un mercato dove la scala è fondamentale e la velocità di innovazione è vertiginosa, la capacità di mantenere autonomia operativa e legittimità pubblica sarà decisiva per il futuro della leadership AI.

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