Con un programma di mentorship a San Francisco, OpenAI punta sugli imprenditori in fase embrionale, dal pre-idea al pre-seed. Tra workshop, mentoring esclusivo e accesso anticipato a modelli proprietari, Grove segna una nuova fase della competizione globale sugli acceleratori AI.
L’intelligenza artificiale non è più soltanto un terreno di ricerca: è diventata la nuova arena della politica industriale e della geopolitica tecnologica. OpenAI, valutata 500 miliardi di dollari, ha deciso di agire a monte della catena innovativa. Con Grove, un programma di mentorship pensato per chi non ha ancora trasformato un’idea in una startup, la società californiana intende coltivare i futuri campioni dell’AI. La sfida non riguarda solo i modelli più avanzati, ma il controllo delle traiettorie imprenditoriali che definiranno i mercati del domani.
OpenAI e il salto dalla ricerca alla politica industriale
Nata come laboratorio di ricerca, OpenAI è oggi un attore che plasma non solo l’evoluzione tecnica dell’intelligenza artificiale, ma anche le regole dell’innovazione globale. Grove si inserisce in questo disegno: non si tratta solo di rilasciare strumenti come GPT o DALL·E, ma di coltivare un ecosistema imprenditoriale integrato, legato a doppio filo all’infrastruttura OpenAI.
Per i partecipanti, significa ricevere mentoring e accesso esclusivo a tecnologie. Per OpenAI, significa esercitare un’influenza di lungo periodo sulla nascente economia dell’AI.
Grove: struttura e ambizioni
Il programma si svolgerà dal 20 ottobre al 21 novembre 2025 nella sede centrale di San Francisco. La selezione sarà ristrettissima: solo 15 partecipanti nella prima coorte.
Durante cinque settimane, i fondatori avranno:
- sessioni di mentoring con i leader tecnici di OpenAI
- workshop pratici per la costruzione e validazione delle idee
- early access a modelli e strumenti proprietari, un vantaggio competitivo cruciale in un mercato guidato dalla velocità.
Le candidature resteranno aperte fino al 24 settembre. Al termine, i partecipanti potranno mantenere un rapporto diretto con OpenAI, rafforzando così l’idea di un ecosistema chiuso ma ad alto valore aggiunto.
Il focus sul pre-seed: plasmare le startup prima che nascano
A differenza del Pioneer Program lanciato ad aprile, dedicato a startup già in fase operativa, Grove mira agli imprenditori in fase pre-idea o pre-seed. È lo stadio più vulnerabile, ma anche quello più strategico: qui si definiscono visioni, modelli di business e alleanze tecnologiche.
OpenAI intercetta talenti prima che finiscano nella sfera d’influenza di Google, Microsoft o altri colossi. È un investimento a monte, per costruire relazioni e, soprattutto, dipendenze tecnologiche destinate a consolidarsi nel tempo.
La corsa globale agli acceleratori AI
La mossa di OpenAI non è isolata. Negli ultimi mesi:
- Google ha lanciato il suo Cloud AI Accelerator
- Microsoft ha stretto una partnership con PearlX per sostenere startup pre-seed.
Questi programmi mostrano che i big tech vogliono controllare l’intero ciclo di vita dell’innovazione AI, non solo fornire infrastrutture. È una forma di geopolitica industriale: chi coltiva i fondatori di oggi governerà i mercati del futuro.
Venture capital e concentrazione dei capitali AI
Il contesto è segnato da un boom senza precedenti. Nel 2025, il 71% dei fondi di venture capital USA è confluito in startup AI, rispetto al 45% dell’anno precedente, secondo J.P. Morgan. Nei primi sei mesi dell’anno, le startup AI hanno raccolto 104,3 miliardi di dollari negli Stati Uniti.
Più di 1.300 aziende hanno superato i 100 milioni di valutazione, secondo CB Insights. Numeri che parlano di entusiasmo e abbondanza, ma anche del rischio di un’eventuale bolla speculativa. Grove, in questo scenario, sembra un tentativo di selezionare progetti ad alta qualità, rafforzando il controllo di OpenAI sulle traiettorie di sviluppo.
Opportunità e rischi: democratizzazione o concentrazione?
Per gli aspiranti imprenditori, Grove è una straordinaria occasione: mentorship d’élite, accesso a tecnologie inedite e una rete di contatti senza pari. Ma dall’altro lato, il programma solleva domande cruciali: quanto spazio resterà per iniziative indipendenti in un ecosistema dominato da pochi colossi?
Il rischio è quello di una centralizzazione dell’innovazione, dove startup e fondatori non siano più liberi protagonisti, ma ingranaggi di un sistema proprietario. È un paradosso per una tecnologia che, nelle intenzioni, doveva essere “democratizzante”.
Grove come investimento strategico
Con Grove, OpenAI manda un messaggio forte: la battaglia sull’AI si combatte non solo nei laboratori di ricerca, ma anche negli spazi dove nascono le startup.
Il programma non è un semplice incubatore: è uno strumento di politica industriale privata, con cui OpenAI si assicura influenza, talento e controllo sull’ecosistema. Per i fondatori, rappresenta un trampolino unico; per il settore, è il segnale che il futuro dell’intelligenza artificiale sarà deciso da chi saprà seminare oggi i leader di domani.